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Lo strano contrassegno R.POSTE del Comune di Siena | ||||||||||||||||||||||||||||
di Giuseppe Pallini (ASPOT) | ||||||||||||||||||||||||||||
Dopo la proclamazione del Regno
d’Italia, il Ministero dei Lavori Pubblici, dal quale dipendeva la
Direzione Generale delle Poste, si preoccupò subito di una riforma
per unificare il servizio postale su tutto il territorio nazionale, riforma
che venne varata con la Legge del 5 Maggio 1862 e attuata dal 1° Gennaio
1863. Per quanto concerne questo articolo, di tale Legge mi preme citare l’articolo 32 : “La franchigia postale sarà limitata al carteggio della Famiglia Reale, a quello dei Senatori e Deputati durante l’intera legislatura, ed a quello relativo al pubblico servizio. Le condizioni della franchigia verranno determinate con Decreto Reale.”. Per “pubblico servizio” s’intendeva quello svolto da tutti gli uffici governativi e da altri enti di diritto pubblico, i quali già nei diversi Stati pre-unitari godevano del diritto di franchigia, e per poterne usufruire dovevano contrassegnare in qualche modo il loro carteggio ufficiale. Allo scopo di unificare anche questo sistema, il Ministero decretò l’uso del noto bollo ovale con la dicitura R.POSTE: per quante ricerche abbia fatto e neppure dopo un appello nel sito internet del “Postalista”, sono riuscito a sapere come e quando fu introdotto questo bollo. Ma questo m’interessava solo per completezza d’informazione, poiché per il particolare argomento di questo articolo sono riuscito a mettere insieme una documentazione che ritengo del tutto esauriente. Questo bollo, chissà perché, non fu dato a tutti quanti gli uffici che, almeno in teoria, ne avrebbero avuto diritto; o per lo meno, di alcuni io non l’ho mai visto. Per quelli che lo avevano, era tuttavia tollerato l’uso saltuario di bolli amministrativi, come era prima. A questo proposito desidero citare l’articolo “La corrispondenza dei Sindaci dopo la legge sulla franchigia postale n. 1983 del 14. 6. 1874.” di Alessandro Ciulli, in questo stesso sito. Si tratta di un lavoro ben fatto, documentato, che però contiene un’affermazione inesatta laddove dice che “ ..oltre ai già conosciuti contrassegni ovali R.POSTE si diffusero speciali stampigli che raffiguravano lo stemma del Comune di forma circolare o ovale con l’indicazione del Comune o del Sindaco del Comune di...”. Infatti, è vero esattamente il contrario, perché il contrassegno R.POSTE fu assegnato ai Comuni proprio per eliminare tutti gli “stampigli” usati fino allora, come vedremo in seguito. A Siena uno dei primi bolli R.POSTE rintracciati è quello della Camera di Commercio (fig. 1), del 1864, che era stata istituita per Decreto Reale del 24 Aprile 1863, “con giurisdizione sulle Provincie di Siena e Grosseto”. Ho però osservato successivamente che la Camera di Commercio contrassegnava il suo carteggio con bolli amministrativi, il che mi fa pensare che il bollo R.POSTE possa esserle stato revocato. Anche i Comuni godevano della franchigia postale, che per un certo periodo fu addirittura totale e venne in seguito regolamentata, secondo le norme esposte in questo “Prontuario” stampato dall’Amministrazione delle Poste nel 1889.
Fino al 1892 i Comuni continuarono a contrassegnare la loro corrispondenza come in passato, poiché il bollo R.POSTE gli venne concesso solo con la circolare Ministeriale che l’8 Giugno di quell’anno fu inviata a tutte le 69 Prefetture del Regno, e che per il suo interesse credo valga la pena riprodurre integralmente (fig. 2). In uno spazio lasciato libero nella prima pagina c’è attaccato un pezzetto di carta con il modello del bollo fatto a mano in inchiostro violetto. A loro volta i Prefetti copiarono pari pari la circolare ministeriale e la mandarono ai Sindaci, Siena quasi subito (20 Giugno), Grosseto più tardi (1° Agosto). Non so quelli delle altre provincie (e sarebbe una ricerca interessante), ma i Prefetti di Siena e Grosseto al posto del bollo ovale riprodotto nel pezzetto di carta incollato, fecero stampare, chissà perché, un “modello” a contorno rettangolare (fig. 3).
Nel modello del timbro si usa il nome di Alessandria, probabilmente perché era la prima provincia italiana in ordine alfabetico. Non si dimentichi che allora Agrigento si chiamava Girgenti. Come si vede, il bollo raffigurato come “modello” nel documento della Prefettura di Grosseto ha per cornice una doppia linea, mentre quello di Siena ha una linea ondulata. Il Comune di Siena commissionò quasi subito il bollo all’incisore Giuseppe Bagnacci, il quale si attenne al modello della circolare prefettizia, sostituendo il contorno ondulato con una linea diritta. E’ inspiegabile la gran premura dell’amministrazione comunale senese di adottare questo bollo speciale, tanto da accollarsi una spesa di 10 lire (poi ridotte a L. 9,50) piuttosto che aspettare la fornitura governativa che gli sarebbe costata soltanto L. 2,50. Nell’ Archivio storico del Comune di Siena ho potuto rintracciare la fattura per la fornitura del bollo (fig. 4); come si vede è del 30 Settembre, quindi il Comune avrebbe potuto usare il bollo fin dal 1° Ottobre, con perfetta e tempestiva adesione alle disposizioni ministeriali; le prime impronte io l’ho viste soltanto nel Gennaio 1893, ma è probabilissimo che ve ne siano di anteriori.
Sia come sia, si trattò di una spesa inutile, evidentemente quel tipo di bollo non andava bene e ci dev' essere stato un richiamo ministeriale. Il Comune questa volta richiese il bollo regolare al Ministero, non sappiamo con precisione quando, è però provato che il 10 Luglio 1893 mandò un sollecito per la fornitura, al quale il Ministero rispose che “...stante la rilevantissima quantità di richieste qui pervenute, dovrà trascorrere ancora qualche tempo prima che Le possa essere rimesso il bollo della forma prescritta pel contrassegno del carteggio ufficiale di codesto Comune. Fino a che non avrà avuto luogo tale invio, il detto contrassegno dovrà essere fatto a mano.” Del resto il Comune si era già adeguato a questa soluzione provvisoria, infatti il bollo rettangolare dura fino al Maggio 1893, mentre nei mesi di Giugno e Luglio su tutto il carteggio ufficiale compare solo il contrassegno manoscritto; il bollo ovale deve essere arrivato poco dopo la lettera ministeriale sopra citata, perché se ne trova l’impronta già ai primi di Agosto. 5
A quanto mi risulta, il Comune di Siena è stato l’unico ad usare, sia pure per pochi mesi, questo contrassegno atipico, mentre quello di Grosseto adottò subito, forse ai primi del 1893, il contrassegno regolare di fornitura ministeriale. Se qualcuno conosce altri casi simili, è vivamente pregato di farlo sapere. Nel catalogare i contrassegni di franchigia, per Siena come per gli altri Comuni che via via saranno elencati, mi sono posto come limite temporale l’anno 1900; mi limito solo a ricordare che questo contrassegno comunale, giunto fino ai nostri giorni, subì successive modifiche legate ai cambiamenti politici del Paese e anche per questo meriterebbe di essere ulteriormente studiato. Riporto qui sotto alcuni tipi successivamente usati.
Fate un po’ voi. | ||||||||||||||||||||||||||||
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