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Radicondoli
Integrazione della scheda di Radicondoli - I parte (pag. 176)
Come detto in "I corrieri del Mangia", il Comune di Radicondoli istituì il 1° Luglio 1850 una Distribuzione Comunitativa affidata a Giovacchino Pimpinelli e il 25 Maggio 1852 la provvide a sue spese di tutti i timbri e gli stampati propri di una Distribuzione Regia.

Nel 1861 il timbro granducale a doppio cerchio fu sostituito da quello a un cerchio medio ed è probabile che ciò sia avvenuto in occasione della trasformazione in uffizio postale governativo, anche se non siamo riusciti a rintracciare la documentazione di tale cambiamento.

Abbiamo invece trovato una lettera del 27 Agosto 1863 con la quale la Direzione Compartimentale delle Poste di Firenze comunica al Prefetto di Siena che "...il Commesso Postale di Radicondoli, Giovacchino Pimpinelli, è stato licenziato al seguito di un vuoto di cassa, e non avendo il supplente suo cugino consentito a prendere lo interinato" chiede informazioni "...sopra Francesco Radi, Stanislao Lolini e Giovacchino Borghi [...] che hanno fatto istanza per essere nominati al posto vacante di Commesso Postale". In seguito alle "...originali informazioni somministrate dalla Delegazione Governativa di Chiusdino", competente per territorio, il posto venne assegnato al Borghi.1


29 Gennaio 1867 - Avviso spedito da Radicondoli alla frazione di Belforte per pagamento di tasse:
si tratta di un foglietto piegato in due, chiuso incollando un angolo ripiegato.
Fu tassato di 10 cent. e il segnatasse bollato con l'annullo a punti.

Nei faldoni della Prefettura c'è anche una documentazione del rigore usato all'epoca nell'applicazione dei regolamenti postali, che ci piace riportare per esteso come episodio di costume.

Il 24 Luglio 1865 l'Uffizio del Procuratore del Re di Siena informa il Prefetto "...esser pervenuta ingiunzione dal Ministero dei Lavori Pubblici a questo Uffizio, di procedere criminalmente contro il dott. Giuseppe Vanni, Gonfaloniere di Radicondoli, per contravvenzione all'art. 10 della Legge del 4 Decembre 1864, per avere inviato, con timbri del suo Uffizio e sua firma, in franchigia, al Presidente della Corte d'Appello di Firenze, un voluminoso piego contenente l'Annuario Corografico-Amministrativo stampato a cura di codesta Prefettura con direzione interna =per favore= al Consigliere Camillo Vanni.
Il procedimento sarà quanto prima istaurato e sarà mia cura renderle conto dell'esito. Ad ogni buon fine, La prevengo inoltre che obbedisco agli ordini comunicando oggi stesso uguale avviso al Ministro dell'Interno
".

Il Prefetto prese subito le difese del Vanni e il 27 Luglio scrive direttamente al Ministero dei Lavori Pubblici a Firenze: "L'avvenuto mi è riuscito ben doloroso in quanto che il Dr Giuseppe Vanni da molto tempo ha sostenuto l'ufficio di Gonfaloniere del detto Comune con solerzia più singolare che rara, con intelligenza non comune e con amore vivissimo alle nostre istituzioni. Infatti egli già fu proposto alla nomina Reale per nuovo Sindaco. Il medesimo è stato sempre Consigliere Provinciale, ed ora il voto degli elettori di quel Mandamento è stato può dirsi unanime nel rieleggerlo. E dopo tutto ciò è doloroso invero ch'Ei debba in un pubblico giudizio sedere sul banco dei rei, sia pure per una trasgressione. E anche per questo è a osservarsi che il Consiglio Provinciale deliberava la distribuzione d'un numero di copie dell'Annuario predetto. E comecché il Dr Vanni abbia fornite non poche ed utili notizie per quel lavoro, e sia per non desistere dal somministrarne altre se il lavoro stesso verrà per avventura seguitato [...] Pur se il Gonfaloniere Vanni adoprò quel mezzo d'invio che la Legge giustamente vieta è da considerarsi che lo scopo dell'invio stesso era diretto a conseguire un bene generale, né per cosa che riflettesse al suo particolare interesse. Che anzi può al sig. Vanni rimproverarsi leggerezza, svista, in tal procedimento e nient'altro, perché poteva Ei bene affrancare il volume, e ottenere poi rimborso dalla Cassa della Provincialità, appunto perché la distribuzione e diffusione era nel desiderio del Consiglio Provinciale, il quale per l'utile pubblico aveva erogato in quest'opera più di 5000 lire". Il Prefetto solleva poi la questione se il reato potesse essere imputabile per la giurisprudenza Toscana ed esprime il dubbio "...se fosse legale procedersi contro un Gonfaloniere senza il voto del Consiglio di Stato ed il beneplacito Reale. Indubitatamente che no ove si trattasse d'un Sindaco, poiché assai esplicitamente ebbe a dichiararlo il Consiglio di Stato". Chiede che il Ministro inviti il Procuratore del Re "...a sospendere la trattativa d'una tal causa, sospensione che può riuscire poi indefinita".

La richiesta fu accolta e il 4 Agosto 1865 il Vanni ringrazia il Prefetto "...per l'ottenutami liberazione da un peso che opprimeva continuamente il mio cuore [...] Son prontissimo a pagare le Lire Cinquanta di multa [...] e mi riservo ad esprimerle meglio personalmente, Martedì mattina prossima, i sentimenti della più profonda gratitudine".

Naturalmente rimase al suo posto e fu il primo sindaco di Radicondoli, essendo stato confermato nel settembre 1865 con la nuova carica che aveva sostituito quella di gonfaloniere.2


Da Radicondoli la posta veniva spedita a Siena per mezzo di un pedone che passava per Sovicille, seguendo un percorso di una trentina di chilometri, segnato in azzurro nella cartina.

Il 1° Aprile 1872 il Comune deliberò di mandarla invece a Colle, transitando per Casole d'Elsa (percorso verde nella cartina) e, pochi giorni dopo, di farla proseguire direttamente per Poggibonsi, evidentemente per avvalersi della ferrovia.

Il 25 Giugno 1872 la Direzione Generale delle Poste comunica al Prefetto che è favorevole alla richiesta del Comune di Radicondoli per un "...servizio diretto in vettura pel trasporto delle corrispondenze postali tra quel Comune e la stazione ferroviaria di Poggibonsi, disponendo che il medesimo venga attivato col seguente orario:
Partenza da Radicondoli ore 5 m. arrivo a Poggibonsi ore 9 m.
Partenza da Poggibonsi ore 10 m. arrivo a Radicondoli ore 2 sera"
.3
Quattr'ore per percorrere circa 33 chilometri.

Tuttavia tale documentazione non va d'accordo con alcune lettere che abbiamo potuto osservare, come questa che, spedita da Radicondoli il 23 Aprile 1868, reca al verso i bolli in transito di CASOLE D'ELSA 23 APR., COLLE 23 APR., LIVORNO (PORTO) 23 APR.- 10 S., LIVORNO 24 APR. - 6 M. e di arrivo MASSA MARITTIMA 24 APR. 68. Quindi la lettera dovrebbe essere stata portata dal pedone fino a Casole, da qui a Colle e inoltrata a Livorno per la stazione ferroviaria di Poggibonsi. A Livorno passa alle 10 di sera del 23 Aprile dall'ufficio del porto e la mattina seguente alle 6 dall'ufficio centrale, per essere a destino in giornata: altro che posta prioritaria!


Il passaggio da Casole e Colle risulta anche da altre lettere destinate a località che non prevedevano il passaggio da Siena, prima del 1872. Parrebbe quindi che solo da tale epoca tutte le lettere andassero direttamente a Poggibonsi, dove venivano smistate secondo la loro destinazione: infatti da allora nelle lettere dirette a Siena, o altri luoghi verso sud o nord, non si trovano più in transito i bolli di Casole e Colle.

L'8 Marzo 1873 l'Uffizio di Pubblica Sicurezza in Siena scrive al Prefetto "...che il giovane Romano di Francesco Borghi di Radicondoli, stato proposto ad Aiuto fiduciario del titolare di quell'Uffizio di Posta, ha sempre tenuta una buona condotta tanto morale che politica."4 Doveva trattarsi del nipote del titolare Giovacchino Borghi.
1) A.S.S. - Prefettura n.997, cat. 8
2) A.S.S. - Prefettura n. 1080, cat. 8
3) A.S.S. - Prefettura 1379, cat. 8
4) A.S.S. - Prefettura 1420, cat.8

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