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Radicondoli
Integrazione della scheda di Radicondoli - II parte (pag. 176)
Nel 1882 il Comune cominciò a interessarsi per ottenere il servizio telegrafico "...purché il sacrificio economico sia in correspettività dell'utile che sarebbe per riceversi."1

Le cose però andarono per le lunghe. Dopo cinque anni, precisamente nella seduta del consiglio comunale del 18 Giugno 1887, l'assessore Giuseppe Vanni (l'ex sindaco di cui abbiamo parlato nella I parte) "...espone che il R° Governo allo scopo di estendere i benefizi del civile progresso vuole che tutti i Capi-luogo di Mandamento abbiano oltre l'ufficio di posta anche un ufficio telegrafico. Ora il Mandamento nostro che s'intitola Mandamento di Chiusdino invece di uno ha due Capi-luogo, perché in Chiusdino risiede la Pretura, e nella Terra di Rapolano l'Ufficio di Agenzia e Catasto, e l'Ufficio di Registro. Quindi in ambedue queste località necessita l'Ufficio telegrafico".

Propone perciò di rivolgersi al Ministero dei Lavori Pubblici "...affinché si degni accordare, se non in linea di diritto almeno in quella di grazia, un ufficio telegrafico alla terra di Radicondoli prolungando la linea telegrafica concessa già a Chiusdino [...] tanto più che questa si approssima ai due paesi di Montalcinello e Belforte, e ai due Villaggi del Castelletto e di Montingegnoli, ed abbraccia gli interessi della massima parte dei due Comuni."2

Passarono altri quattro anni e finalmente, il 20 Marzo 1891, il Comune decide di stanziare la somma di £ 1.940 necessaria per le spese d'impianto: si trattava di collegarsi con Chiusdino, dove il telegrafo era arrivato il 27 Giugno 1887, e siccome la linea doveva passare "...per la vecchia via che tocca il Castello di Belforte", poco dopo il Comune delibera di "...domandare al R° Governo l'impianto il più pronto ed efficace di un Ufficio telegrafico nel castello di Belforte da essere in tutto unito alla Collettoria Postale che ivi deve essere installata nel locale Comunitativo". Tale allacciamento richiedeva "...una spesa di sole 300 lire e tale somma è stata interamente raccolta fra gli abitanti e possidenti del luogo".3


Le tre possibili combinazioni dei bolli postali di Radicondoli col numerale 1845.

Il 3 Ottobre 1889 il Comune delibera di approvare la spesa per l'istituzione di una Collettoria Postale nel Castello di Belforte e incarica il Sindaco pel disbrigo delle pratiche necessarie. Poco dopo fu richiesta anche una collettoria per la frazione di Anqua.4

Avendo il Direttore provinciale delle Poste dichiarato che "...l'Amministrazione non era aliena dall'istituire le due collettorie in parola, cioè di 1a classe a Belforte, di 2a classe ad Anqua, a patto però, che questa Amministrazione Comunale si assumesse l'onere dell'intiera spesa pei pedoni incaricati del trasporto delle corrispondenze postali", il 30 Ottobre 1890 il consiglio comunale accetta la proposta, considerando il proprio bilancio e quanto già spende "...per Lippi Egidio portalettere da Belforte a Radicondoli e viceversa £ 216,00, Tocci ved. Ottavia distributrice della corrispondenza a Belforte £ 54,00, Gobbini Filippo distributore della corrispondenza ad Anqua £ 12,00."5

L'apertura di un ufficio telegrafico di 2a classe a Radicondoli avvenne il 2 Agosto 1891 e il successivo 12 Ottobre anche a Belforte, in concomitanza con l'istituzione di una collettoria di 1a classe, mentre nel 1892 fu Anqua ad avere una collettoria di 2a classe.

L'ufficio di Radicondoli, come tutti gli altri della sua classe, aveva assegnato un solo impiegato, che avrebbe dovuto assumere anche il servizio del telegrafo, ma pare che il Borghi non ne fosse capace, come si evince dalla seguente documentazione.

Il 20 Aprile 1892 il Direttore Provinciale delle Poste, Giov. Battista De Benedictis, comunica al Prefetto "...secondo il superiore Ministero, non essere il caso di affidare il servizio telegrafico al sig. Borghi Giovacchino Ufficiale Postale, perché ormai avanzato in età, il quale è incaricato di fare le pratiche d'uso con il di lui supplente sig. Lolini Giovanni" poiché "...i commessi supplenti telegrafici non si ammettono che fra i 18 e i 30 anni."

Nella stessa seduta, il consiglio comunale rigetta anche una istanza del Borghi per un aumento da £ 100 a £ 145 dell'assegno annuo che gli era stato concesso il 9 Giugno 1891 "...per l'obbligo di mantenere a sue spese il personale necessario per l'Ufficio telegrafico già impiantato in questo paese."6 Di certo quelle 45 lire in più non potevano bastare al compenso annuo del suo supplente, neppure considerando gli scarsi introiti derivanti dalla spedizione dei telegrammi, quindi il 21 Dicembre 1893 il Comune decide che "...al Commesso postale Giovacchino Borghi è concesso l'uso gratuito della casa di abitazione e dell'Ufficio, che calcola in £ 120 annue, purché però egli si obblighi a mantenere completamente l'Ufficio telegrafico tanto riguardo al personale quanto riguardo al mobiliare etc, finché egli rimarrà titolare dell'Ufficio postale".7


1) A.S.S. - Prefettura 1725, cat. 8
2) A.S.S. - Prefettura 1893, cat. 8
3) A.S.S. - Prefettura: affari generali anno 1891, serie I, cat. 8
4) A.S.S. - Prefettura 1961, 8
5) A.S.S. - Prefettura 1997, 8
6) A.S.S. - Prefettura anno 1892 - Affari generali, serie I, cat.8
7) A.S.S. - Prefettura anno 1894 - Affari generali, serie I, cat.8

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