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CASTELLINA IN CHIANTI
Il procaccino venturiere (pag. 42 e pag. 119)
L'11 Novembre 1846, il Direttore della Regia Posta di Siena, Pescetti, così risponde a una "Ministeriale" della Soprintendenza :"Sono circa 14 anni che Lorenzo Vettori disimpegna il servizio di Procaccino Venturiere fra la Castellina e Siena facendo due viaggi la settimana, che uno il Mercoledì e l'altro nel Sabato per prendere le Corrispondenze dei Particolari col solo e unico provento di ciò che ritrae dalla generosità di chi lo comanda, e per quanto sia a memoria dell'attuale Distributore non ha dato luogo a lagnanze ed ha sempre corrisposto quanto doveva al medesimo per l'importare delle lettere che ha ritirate. Concorre il mio rispettoso parere approvando le provvide misure della Magistratura Civica della Castellina tendenti a stabilire un Procaccia Comunitativo che si recherebbe due volte la settimana da detta Terra a Siena in quanto si verrebbe ad assicurare il servizio con maggiore regolarità." (A.S.S. - RR.Poste n.88 copialettere).
Infatti, nel 1847 la Comunità di Castellina in Chianti istituì un Uffizio Postale Comunitativo con regolare Procaccia, come da noi riportato nella relativa scheda.
In base alla lettera sopra riportata, non possiamo più dire di ignorare il nome del procaccia di Castellina nel 1840,1 perché questo Lorenzo Vettori è attestato come "Procaccino Venturiere" di Castellina fino dal 1832 (infatti nel 1846 risulta Procaccino da "circa 14 anni"). La famiglia Vettori conserverà la prerogativa del servizio postale per molto tempo: un Emilio Vettori è Postino regolarmente stipendiato dal Comune nel 18752 e, da testimonianze verbali da me raccolte sul posto diversi anni fa, pare che i Vettori conservassero tale incarico anche nei primi decenni del '900; ricordo che presi alcuni appunti che, purtroppo, non sono più riuscito a rintracciare. E' auspicabile che queste righe cadano sotto gli occhi di qualche castellinese appassionato di storia locale, il quale si dedichi a una piccola indagine e ce ne voglia gentilmente riferire.

Ma il contenuto della lettera è importante anche perché conferma quanto da noi scritto a pag.42 sulla figura dei procaccia (o procaccini), i quali, prima che il servizio postale acquistasse una certa organizzazione, si potevano tutti definire "venturieri."
Venturiere (o venturiero), difatti, è un vocabolo arcaico che, ancora nell'800, indicava "chi esercitava liberamente un mestiere o una professione, senza ricevere uno stipendio fisso." (Devoto-Oli: Vocabolario della lingua italiana).
E a tale proposito vogliamo citare il grande scrittore toscano Renato Fucini, che in "Acqua passata - Storielle e aneddoti della mia vita", scrive : "Avevo allora sei per i sette anni, e stavo a Livorno dove mio padre s'era rifugiato a fare il medico venturiero dopo che per aver preso parte attivissima ai moti del 1848, era dovuto fuggire da Campiglia Marittima, dove era medico governativo per la cura delle febbri malariche che imperversano nella nostra maremma."

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1 "I Corrieri del Mangia" pag. 119, 1a colonna
2 idem, pag.120, 2a colonna

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