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Storia delle Comunicazioni:
le corriere postali autarchiche alimentate a metano

Luigi Pulcini

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La ricerca – Una trivella, mossa da un motore a vapore, è in azione nell’area montana tra Porretta Terme e Gaggio Montano sotto gli occhi attenti di un gruppo di tecnici “Lazzi” impegnati a seguire le fasi di ricerca del gas. I primi pozzi di estrazione, realizzati sui giacimenti affioranti individuati in località Salgastri, invece sono stati scavati a mano. Il processo di meccanizzazione delle fasi di sondaggio e perforazione consentirà di captare giacimenti a profondità sempre maggiori.

“Il metano ti dà una mano” era uno slogan pubblicitario che, nel periodo tra gli anni ‘80 e ‘90 del secolo scorso, echeggiava un pò ovunque. La metanizzazione del territorio nazionale era stata una scelta strategica determinante nel quadro della politica energetica nazionale, soprattutto dopo la improvvida rinuncia al nucleare. A suo tempo l’azienda di trasporto pubblico di persone e cose “F.lli Lazzi” ebbe un ruolo importante nella applicazione di metano autarchico nel campo dell’autotrazione.

E’ nel 1936 che l’Impresa pistoiese di trasporto pubblico, concessionaria da parte delle RR. Poste di una vasta rete di linee postali, avvia ricerche di gas naturale lungo il tratto della catena appenninica compreso tra le provincie di Pistoia, Firenze, Bologna e Forlì. L’iniziativa è in sintonia con la politica di autarchia economica attuata dal fascismo e che l’Ing. Giulio Cesare Castellani, attraverso una pubblicazione edita dall’ENIOS (Ente Nazionale Italiano per l’Organizzazione Scientifica del Lavoro), giustifica quale risposta alla “(…) ingiusta distribuzione delle ricchezze e dei territori, in relazione alla potenzialità demografica e produttiva dei singoli popoli (…) causa della presente inquietudine mondiale (…)“.

A partire dalla seconda metà degli anni Trenta, i venti di guerra si fanno sempre più insistenti sull’Europa. Le tensioni sono significativamente alimentate da questioni legate all’approvvigionamento ed al controllo di materie prime, specie del petrolio e del carbone. Queste fonti energetiche sono necessarie allo sviluppo della produzione industriale e delle reti di comunicazione, compresa quella postale..

In questo quadro si cercano possibili alternative nazionali alle importazioni provenienti da Gran Bretagna, Francia e Olanda, Unione Sovietica, Stati Uniti e anche dalla Germania per il solo carbone. Anche in provincia vengono prese iniziative tese ad assicurarsi una sempre maggiore autonomia energetica, come quella intrapresa dal Comune di Montecatini Terme che, nel 1936, commissiona la progettazione e realizzazione di un impianto di depurazione e produzione di metano derivato dai liquami, evitandone la immissione nel Padule di Fucecchio. I liquami non trattati, infatti, rappresentano un serio problema ambientale, con pesanti risvolti igienico-sanitari, per le popolazioni che lavorano e risiedono intorno al cratere lacustre. Il biogas prodotto viene utilizzato sia per rifornire gli autoveicoli di servizio delle Terme, che per essere immesso nella rete cittadina.

Nel campo della autotrazione trovano applicazione anche il legname e il carbone di legna prodotti nella Montagna Pistoiese. I gasogeni sono apparecchiature piuttosto ingombranti che, applicati direttamente sui veicoli oppure su rimorchi, alimentano con il gas prodotto dalla combustione anaerobica degli scarti della silvicoltura, anche mezzi destinati al servizio pubblico di trasporto o di servizio, come un autocarro-cisterna del Comune di Pistoia, destinato all’innaffiamento delle strade e dei giardini.

La “F.lli Lazzi” concentra i suo sforzi per raggiungere una pressoché completa autonomia della propria flotta dalla benzina, attraverso la ricerca di metano in una vasta area individuata tra Romagna, Emilia e Toscana, dove sembrano concentrarsi giacimenti di metano di ottima qualità. Si avviano sondaggi e ricerche a Pavana (PT) e a San Godenzo (FI) con risultati modesti. E’ a partire dal 1938 che vengono individuati giacimenti consistenti tra Porretta Terme e Gaggio Montano dove, da una produzione iniziale di 500 mc./giorno, vengono raggiunti nel 1941 i 12.600 mc./giorno, quantità che comprende anche i giacimenti individuati a Mirandola (MO) e Ambrogio (FE), località dove la società ha in concessione linee postali e di trasporto pubblico.

Parallelamente si avvia la conversione di buona parte del parco mezzi all’alimentazione a metano, in particolare degli autobus Lancia Pentaiota, Eptaiota e Omicron mossi da motori 4 tempi a benzina. Il rapporto tra Lancia e Lazzi è molto stretto, tanto che la società pistoiese di trasporto di merci e persone è anche concessionaria di tutti i veicoli prodotti dal prestigioso marchio torinese. Nel 1938 sono 20 i veicoli metanizzati su un totale di 124 macchine e nel 1941 gli autobus alimentati da gas naturale sono 114 a fronte di una parco di circa 150 mezzi.

La Weber di Bologna, produttrice degli apparati per la conversione, organizza prove di consumo comparate per promuovere i propri prodotti e, conseguentemente, l’uso del metano. Vengono confrontate le prestazioni di due Fiat 508 Balilla con quattro persone a bordo su un percorso misto di 140 km: quella a benzina consumerà 8,22 lt./100 km. mentre a quella bi-fuel bastano solo 4,65/kg100 km.

Gli autobus Lazzi metanizzati Pentaiota ed Eptaiota, motorizzati con un 4 cilindri di 4940 cc, hanno consumi pari a 21,73 kg di gas naturale ogni 100 Km. Questi modelli, largamente utilizzati sulla rete urbana ed extraurbana pistoiese, vengono dotati di tre bombole da 6,52 Kg (equivalenti ai 40 lt compressi nelle bombole ad una pressione di 220 atm). Gli autobus Lancia hanno una autonomia di circa 120 km. Il cambio bombole può essere effettuato, anche tra una corsa e l’altra, presso le strutture “Lazzi” dislocate lungo la Camionabile (oggi viale Adua), l’arteria realizzata tra il 1934 ed il 1936, per dirottare dal centro urbano il consistente traffico di autotreni in transito lungo le direttrici transappenniniche. Lungo la Camionabile la “Lazzi” realizza un deposito ricambi/rimessa mezzi (oggi punto vendita Farcom) e una moderna stazione di servizio dotata anche di una colonnina per il rifornimento del metano, posta all’intersezione con via Spartitoio.

Gli eventi bellici procurano pesantissimi danni a tutte le attività del “Gruppo Lazzi”, ma l’estrazione e distribuzione del metano nella Alta Valle del Reno riprende molto velocemente, anche sull’onda dei successi in Pianura Padana conseguiti delle trivelle AGIP all’epoca della presidenza Mattei.

A partire dall’immediato dopoguerra le bombole contenenti il metano “Lazzi” sono distribuite da rivenditori autorizzati sia a Pistoia che in Valdinievole. Al metano vengono riconvertiti anche i “gipponi” GMC ex-U.S. Army, acquistati nel Campo ARAR (Azienda Rilievo Alienazione Residuati) di Tombolo (LI) e utilizzati nell’ambito dell’opera di ricostruzione operata in città nella seconda metà degli anni ‘40 del secolo scorso.

I veicoli residuati bellici americani si sostituirono ai barrocci trainati dagli imponenti cavalli da tiro dei barrocciai pistoiesi. I pochi che resistettero alla motorizzazione del trasporto delle macerie e dei materiali di costruzione, comunque utilizzarono per i loro carri pneumatici e cerchioni reperiti nel mercatino americano di Livorno.
Le immagini sono tratte da pubblicazioni pubblicitarie “Lazzi” dell’epoca e dall’archivio personale.

Luigi Pulcini
22/2/2025

 


La rete di metanodotti – Fase di saldatura dei tubi Mannesmann a cui seguirà il rivestimento della condotta con tela di juta bitumata. La realizzazione dei gasdotti interrati si rende necessaria per convogliare il metano estratto verso le centrali di compressione di Rio Murlo e di Gaggio Montano. La rete di metanodotti raggiungerà uno sviluppo complessivo di circa 8 Km.

 


Le centrali di compressione – E’ in questi stabilimenti che il gas naturale estratto viene immesso in bombole a una pressione di circa 220 atmosfere. Le bombole, generalmente della capacità di 40 lt., vengono poi caricate su autocarri attrezzati per essere distribuite ai vari depositi e alle stazioni di servizio poste lungo la rete gestita dalla “Lazzi”. Nella foto la centrale di Rio Murlo realizzata in corrispondenza del tratto tra Porretta Terme e Silla della SS. 64 “Porrettana”. Questo edificio è stato recentemente oggetto di un accurato restauro operato da privati.


L’alloggiamento delle bombole – I tecnici Lazzi, per rifornire di gas naturale i propri autobus, individuano una soluzione in grado di coniugare sicurezza, praticità e una razionale distribuzione dei pesi. Le bombole sono distribuite, infatti, sia sotto il posteriore che lungo le fiancate e alloggiate in telai vincolati agli chassis dei Lancia Pentaiota, Eptaiota ed Omicron.

 

Gli interventi sul motore – L’adattamento dei veicoli alla alimentazione bi-fuel benzina/gas metano, implica interventi anche sui propulsori. Nella foto il motore “metanizzato” di un Lancia Pentaiota destinato al servizio urbano di Pistoia. Le modifiche sul telaio e sui motori vengono effettuate, tra il 1938 e il 1941, su buona parte dei mezzi destinati al trasporto pubblico dalle maestranze della officina Lazzi, dislocata a Pistoia in via Attilio Frosini.

 

Le gite “a metano” con il Dopolavoro - Dipendenti “Lazzi” in posa a Milano davanti all’Arco della Pace. Sono arrivati nel capouogo lombardo con un autobus Lancia Omicron GT carrozzato da Viberti. Sopra i finestrini una iscrizione che, orgogliosamente, informa i milanesi del fatto che il mezzo è ALIMENTATO CON METANO ESTRATTO DALLE PROPRIE MINIERE. L’Omicron GT “passo lungo”, caratterizzato dalla livrea rossa, propria dei mezzi destinati ai servizi “Gran Turismo Lazzi”, è mosso da un 6 cilindri di 7060 cc. in grado di raggiungere una velocità massima di 45 km/h. Può trasportare comodamente 32 passeggeri con un consumo di una bombola da 40 lt ogni 22 km. Presumibilmente le bombole, lunghe circa 1,60 m., montate sotto il pianale, potrebbero essere almeno sette per assicurare una autonomia di 150 km. I conducenti, per il cambio bombole, possono contare sulle centrali di compressione Lazzi di Porretta (BO), Mirandola (MO) e Ambrogio (FE), oltre ad una rete di distribuzione di metano sufficientemente estesa in tutta la Pianura Padana dove, già prima della guerra, circolano buona parte dei 100.000 autoveicoli metanizzati presenti in quel periodo sulle strade italiane.


L’ officina di manutenzione – Posta in via Attilio Frosini ed attigua alla sede amministrativa e tecnica della F.lli Lazzi, è il luogo dove gli autobus Lancia vengono convertiti alla doppia alimentazione benzina/metano. Gli impianti pistoiesi della Lazzi, tra il 1943 ed il 1944, sono oggetto di una sistematica azione di requisizione di mezzi e ricambi e di sabotaggio, condotta da parte dei tedeschi. I capannoni sono uno dei bersagli nel corso delle incursioni dei bombardieri anglo-americani operate nel quadrante meridionale della città.