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  Calamecca, un po’ di storia postale
di Luigi Pulcini

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Questa cartolina è stata pubblicata sulla copertina del libro di Franca Gemignani Lupi dal quale abbiamo tratto questo contributo. La Collettoria di Calamecca, istituita nel 1898, sembra già attiva nei locali occupati dall’attuale Ufficio Postale. Lo sporto è appena visibile a sinistra, dietro la fontana del paese. Sulla destra della porta di accesso sembra ci sia una cassetta di impostazione.

Il consistente patrimonio di pubblicazioni inerenti le microstorie del territorio provinciale pistoiese è una preziosissima risorsa per ricercatori o, semplicemente, per i curiosi interessati allo sviluppo delle comunicazioni e, specificatamente, alla evoluzione del sistema postale. Questo contributo è, appunto, la sintesi di informazioni e immagini reperite da una pubblicazione edita intorno alla metà degli Anni ‘90 del secolo scorso elaborata da Franca Gemignani Lupi (1937-2020) e titolata Calamecca...“chi non porta non ci lecca...”.

L’autrice introduce il suo lavoro rivolgendosi al figlio: “(…) Caro Lorenzo, scrivo, ma è come se ti raccontassi a voce la mia storia, come a voce mi hanno raccontato la loro vita e la vita del paese di Calamecca, la mia nonna Elvira, la zia Leontina e la mia mamma (...)”.

E così Franca racconta la saga della famiglia Ducci e dell’intera comunità di Calamecca, saga dalla quale abbiamo estrapolato i frammenti di storia postale in Val di Forfora allo scopo di focalizzare le modalità e l’organizzazione della posta in un paese della Montagna Pistoiese.

Tutto ha inizio quando il bisnonno paterno dell’autrice, Francesco Ducci, capomacchia in Sardegna, Corsica e Maremma e poi calzolaio con bottega nella piazza del paese, alla fine del XIX° sec. viene eletto vicesindaco di Piteglio e in questa veste scrive una lettera all’Onorevole Roberto Rospigliosi, in cui si legge: “(…) Venuti a cognizione che la direzione delle RR. Poste ha determinato di impiantare una Collettoria Postale nella Val di Forfora, ed avendo noi abitanti del Popolo di Calamecca fatte antecedentemente vive istanze onde venga posta in Calamecca, perché come è noto anche alla S.V., si presta più di ogni altro luogo. Considerato che Calamecca forma un centro riunito di sopra cinquecento abitanti, che 150 emigrano otto mesi l’anno per cui fra pacchi, vaglia e lettere, forma una rendita che non si potrà ottenere da altri Paesi (…) Essendo stata fatta dalle Autorità la prova di qualche mese ed ha sussidiata la verità, finalmente il popolo di Calamecca conta molti artisti commercianti e bottegai i quali giornalmente danno molta rendita all’Ufficio Postale. Perciò si prega la V.S. Ill.ma a volere perorare la nostra causa essendo quella di giustizia, fidando nella di Lei sperimentata probità e gentilezza, che non vorrà abbandonarci nella impresa che ha di già cominciata, non avendo noi altri valevoli mezzi che l’efficace opera Sua, ringraziandola (…) ci sottoscriviamo a nome degli elettori di Calamecca (...)”.

La supplica ottiene l’effetto desiderato, infatti il primo dicembre 1898 viene istituita una Collettoria Postale di 1° classe che viene affidata a Carlotta Paperini, consorte del Sindaco di Piteglio Gino Coletti.

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Carlotta Paperini e Gino Coletti eleggono la loro residenza a Calamecca, nel Villino Coletti.

La madre dell’autrice, intorno all’inizio degli anni ‘30 del Novecento, viene nominata supplente in quello stesso servizio, tanto perorato dal nonno, che nel frattempo, si è evoluto e potenziato in Ufficio Postale di 3° classe diretto sempre da una donna: Maria Corazzi.

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La seconda donna da sx è la madre di Franca Gemignani Lupi, la terza è Maria Corazzi responsabile dell’Ufficio Postale il cui sporto, chiuso e allargato, compare alle spalle del gruppo, lungo la salita.

Franca Gemignani Lupi traccia un profilo della mamma: “(…) Aveva finito la scuola ed aveva fatto gli esami di sesta. Era autodidatta, si informava, leggeva, andava spesso a Montecatini dalla zia che aveva una pensione. Si informava sulla moda e poi… a Montecatini, aveva incontrato proprio il mio babbo che stava a pensione dalla zia Maria (…)”.
E’ una ragazza emancipata “(…) raccontava che da ragazzina, per prima, si era tagliata le sue lunghe trecce per farsi i capelli alla “garçonne (...)”, inoltre in ambito lavorativo è disponibile ad aggiornarsi ed evolversi.


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Questa immagine è stata presa nella stessa giornata del precedente scatto: la prima a sinistra è Maria Corazzi e l’ultima, dalla parte opposta. è la signorina Ducci, forse già promossa telegrafista. Alle spalle della direttrice un uomo che potrebbe essere Enrico, il procaccia. Al centro (la più alta del gruppo) la maestra della scuola elementare di Calamecca.

L’Ufficio Postale di Calamecca era stato dotato del servizio telegrafico già a partire dal 16 giugno del 1904. La signorina Ducci (come la chiamavano in paese) aveva avuto modo di lavorare fianco a fianco con operatori specializzati e aveva appreso le modalità della trasmissione e ricezione di messaggi attraverso il sistema telegrafico elettrico messo a punto dall’americano Samuel Morse a partire dal 1837. E’ il Codice Morse a consentire di trasmette lettere e numeri in sequenze di impulsi di due diverse durate (punti e linee). Così la ragazza viene chiamata a sostenere un esame, di fronte ad un funzionario delle Regie Poste proveniente da Pistoia, per ottenere la necessaria abilitazione di telegrafista.

E’ inverno e il giorno fissato per l’esame nevica copiosamente su tutta la Montagna Pistoiese. L’appuntamento è stato fissato fissato a San Marcello e la Direttrice Maria Corazzi fa accompagnare la signorina Ducci da Enrico, il procaccia postale, che la mette in sella al suo mulo. In mezzo a una vera e propria bufera raggiungono Prunetta dove la ragazza riesce a prendere appena in tempo la corriera della Lazzi che la conduce a destinazione.

L’esame andò benissimo ed entrò in pianta stabile nell’U.P. di Calamecca dove rimase sino al momento in cui sposò Ivan Gemignani (il ragazzo fiorentino conosciuto a Montecatini).
SI trasferisce a Firenze, dove viene assunta all’U.P. di Piazza Leon Battista Alberti, nello stesso edificio dove vanno ad abitare il babbo e la mamma dell’autrice che nasce nel 1937.

Qualche informazione Franca Gemignani Lupi la fornisce anche sul procaccia Enrico: era il figlio di Poldo, anche lui procaccia. Enrico passa poi il testimone alla sorella Ubelinda che a sua volta lo cede al figlio Osvaldo. Una vera e propria dinastia postale.

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1957 - Al centro della cartolina appare distintamente lo sporto del locale destinato ad Ufficio Postale. Le cartoline sono state gentilmente messe a disposizione da Paolo Bresci, Presidente del Circolo Filatelico e Numismatico Pistoiese . Le due foto di gruppo sono state tratte dal libro scritto da Franca Gemignani Lupi Calamecca...“chi non porta non ci lecca...”.

Bibliografia e sitografia:

Gemignani Lupi Franca , Calamecca...”chi non ci porta non ci lecca...”, Pistoia, 1995, stampato dalla Tipografia Artigiana, fotocomposizione Papyrus;

Bettazzi Enrico, Uffici postali e bolli della provincia di Pistoia: Calamecca, pubblicato sulla rivista on line “Il Postalista”, https://www.ilpostalista.it/pistoia/856.htm

Luigi Pulcini
03-12-2024