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  Timbri ovali di franchigia: successive considerazioni marcofile
Enrico Bettazzi

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Anche nel titolo ho voluto mutuare quanto Alcide Sortino riporta a chiusura del suo primigenio articolo sull’argomento (L’Annullo n.238/2023) e che ora possiamo ritrovare anche nelle pagine de Il Postalista; per l’acutezza e la conoscenza della materia rimane un costante punto di riferimento.

https://www.ilpostalista.it/marcofilia/marcofilia_044.htm

Andando avanti nella raccolta delle impronte dei timbri ovali di franchigia del pistoiese e scorrendone il catalogo provvisorio, man mano che aggiungiamo le immagini comprendiamo come l’applicazione delle normative in materia possa essere la più svariata anche nell’uso di quella che dovrebbe ritenersi una impronta standard.
Ci illumina anche qui lo scritto di Sortino, che pertanto riportiamo di seguito per intero, a maggior comprensione.


Si applicano a pieno queste considerazioni nell’esame delle impronte pistoiesi: ad esempio l’ovale repubblicano del Genio Civile di Pistoia è difforme dallo standard dello stemma statale (la stella a 5 punte), che vediamo applicato correttamente nelle altre, nel “lettering” e nella forma dell’ovale; l’impronta fa pensare ad un timbro di gomma e l’attuale presidente A.N.C.A.I. ne spiega così la probabile origine:

“L'ovale "Genio civile Pistoia" è evidentemente di un timbro in gomma ordinato al "cartolaio dietro l'angolo" e non di un timbro ufficiale della Zecca. ...Teoricamente l'uso di questi timbri "privati" era vietato (l'ovale, considerato un sigillo di stato, era soggetto a privativa della Zecca, confermata da una legge luogotenenziale del 1944 che ho citato in una delle varie puntate), ma di fatto tollerato, anche perché gli impiegati postali ignoravano queste finezze. Il motivo della mancanza del timbro ufficiale penso abbia tre cause: fretta di avere il timbro (il cartolaio o l'incisoria locale era sicuramente più celere della Zecca); ignoranza dell'esistenza della privativa; riduzione della spesa, dato che la Zecca faceva pagare il timbro all'ente richiedente (questa motivazione forse non so se ci fosse in passato, ovvero se il timbro fosse fatto pagare. Ultimamente costava 90 mila lire).”

Timbro repubblicano dell’Ufficio del Genio Civile di Pistoia.

Eclatanti alcune difformità nella resa grafica dei timbri, come quella dell’ovale del Comune di Piteglio del “primo periodo”, altre altrimenti più accettabili nei caratteri e dizioni nella scrittura del testo. Certo è che tali evidenze non sono riconducibili a situazioni emergenziali del territorio, che esistono ed alle quali si è visto rispondere con improvvisate mutilazioni delle impronte già presenti (vedasi nei passaggi storici di cambiamento durante gli avvenimenti novecenteschi).

Timbro RR. Poste (anziché R.Poste) e completa diversità di composizione del timbro di Piteglio (apposto il 22/6/1906) (Collez. Giovacchini Stefano).

Va notato che le difformità nell’indicare la autorità utilizzatrice la franchigia postale poteva confliggere con la precisione della normativa, che per i Comuni restringeva il campo di utilizzo “solo agli atti del Sindaco quale ufficiale di governo”. Tra le tante eccezioni fa quasi stupore vedere una applicazione precisa della norma come nel caso del Sindaco del Comune di Montecatini Terme, con tanto di specificazione della norma con timbratura esplicativa.

Su busta del Comune di Montecatini Terme oltre all’ovale si specifica trattarsi di atti del Sindaco quale ufficiale di governo (immagine dal web).

Enrico Bettazzi
15/01/2024