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Pistoiesi ad El Alamein | ||||||||||||
Enrico Bettazzi | ||||||||||||
PERCORSO: le schede > Pistoia: posta militare e dintorni > questa pagina A molti militari del Distretto di Pistoia, che era il normale serbatoio di alcune specifiche unità di fanteria quali il 127° Reggimento o l’83° Reggimento, toccarono i fronti balcanici (Albania, Grecia, Montenegro); altri videro le steppe sconfinate dell’ Est o i deserti assolati dell’Africa Settentrionale.
Qualcuno più a sud, a presidio dell’oasi di Siwa, seppe della battaglia perché si dovette ritirare in una epica corsa all’indietro attraverso le carovaniere interne del profondo Sahara: Giarabub, Gialo, El Agheila le tappe di un percorso fatto di abnegazione e resistenza. E’ il caso già descritto di Edoardo Carifi e dei battaglioni Giovani Fascisti (vedi link in bibliografia). Qualcun altro non fu investito all’inizio dalla massa di manovra avversaria, poi dovette però arginare con impari forze il colpo di ariete dei mezzi corrazzati alleati.
Alla ditta dove lavorava, in attesa dello scontro finale, il 2 novembre, il concittadino scriveva “Zona Operazione” e “cordiali saluti”: forse vista la situazione parvero essergli gli ultimi, ma fortunatamente per lui non appare negli elenchi dei caduti, nonostante la totale distruzione dei carri del reparto... Altri si ritrovarono fin da subito nella mischia. Truppe senza paura che sfidarono coscienti l’impari numero e i mezzi nemici sovrastanti. Primi tra questi, i paracadutisti della Folgore, già cacciatori d’Africa e utilizzati come fanteria, che ressero l’urto per giorni, consentendo alle decimate divisioni di fanteria di ritirarsi coi pochi mezzi a disposizione. Purtroppo nessuna corrispondenza rintracciata di Idalberto Chiappini, sottotenente nel IX battaglione dei paracadutisti ricordato nel libro di Doronzo: “ ...Chiappini, era un pezzo di pane. Toscano, anche lui di fisico atletico. Si diceva a giro che “a soldi e terre” ne aveva in abbondanza dalle parti di Lamporecchio. Certo è che per essere anche lui un giovane ragioniere senza fare torto a nessuno sentivi che in fatto di cultura ne “portava a spasso parecchi” e anche di grado più elevato del suo. Conosceva quattro o cinque lingue, ma non a capocchia, e se poi ti capitava di sentirlo parlare di arte, anche un refrattario come il sottoscritto restava incantato. “Ehi, tenente...ma lei, a casa sua,non aveva altri pensieri?” Scherzavamo, ma mai che ci abbia fatto pesare il grado o la differenza d’istruzione. Lo sapeva bene che noi per lo più eravamo operai e contadini. Ne ha scritte di lettere Chiappini per chi era in difficoltà.” Ma un paio di franchigie di quei momenti e di quel reparto le scrive il caporale Aldo Vidoni: difficile trovarne proprio nei giorni del combattimento, quando la penna lasciava il posto al solo mitra ed i camion dei servizi portavano oggetti più necessari della posta. Casomai nei giorni spasmodici dell’attesa dell’attacco o ancora nei giorni della ritirata, quando si scriveva a casa per tranquillizzare, per dire di esserci ancora, anche se il futuro davanti era assai cupo. La prima cartolina il caporale Vidoni la scrive dal fronte egiziano il 7/10/42; fa parte del plotone comando del 187° Rgt. Paracadutisti Folgore e chiede agli amici pistoiesi di mandargli giornali recenti. Per tutti questi militari l’avventura africana finì nel maggio ‘43 con la resa in Tunisia.
Enrico Bettazzi
Atlante della seconda guerra mondiale, ed.ital. a cura di B.P. BOSCHESI, Milano, 1974 P. CACCIA DOMINIONI, Alamein 1933 – 1962, Milano, 1966 P. CACCIA DOMINIONI – G. IZZO, Takfir, Milano, 1972 R. MIGLIAVACCA, Assalti e contrassalti. I paracadutisti italiani in Africa., Milano, 1996 R. DORONZO, Uomini della Folgore a El Alamein, Milano, 1982 A. CIOCI, Il Reggimento “Giovani Fascisti” nella campagna dell’Africa Settentrionale 1941- 1943, Bologna, 1980, p.202 https://forum.aicpm.net/viewtopic.php?f=60&t=5355&start=0 https://www.ilpostalista.it/pistoia/971.htm
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