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Il Governo Provvisorio toscano e l’unione d’Italia in una corrispondenza di Atto Vannucci | ||||||
Massimo Bernocchi | ||||||
PERCORSO: le schede > Pistoia: racconta > questa pagina > Storia Postale toscana 1851-1861
Atto Vannucci nacque il 30 dicembre 1810 a Tobbiana di Montale, paesino sulle pendici appenniniche sito tra le province attuali di Pistoia, a cui appartiene, e Prato. Nato in una famiglia di contadini e terzo di sei fratelli, fu educato dallo zio abate, entrò giovanetto nel Seminario di Pistoia. Insegnante al Liceo Cicognini di Prato, nel 1843 andò a Parigi, dove entrò in contatto con diversi patrioti italiani in esilio e dove si accostò alle idee mazziniane. Fu direttore di varie riviste. Nel 1847 collaborò con L'Alba, giornale democratico e repubblicano che si proponeva un sostanziale rinnovamento politico e sociale del paese. Dal 10 febbraio 1848 al 22 marzo ne fu il direttore. Si dimise per protestare contro la censura granducale nel marzo 1848. Nel febbraio 1848 divenne Accademico della Crusca. Quello stesso anno abbandonò l'insegnamento al "Cicognini" e si dedicò all'attività politica. Si candidò nel collegio di Montale ma pur ottenendo 164 voti non venne eletto. Il 9 febbraio 1849 quando il granduca Leopoldo II fuggì da Firenze per le pressioni dei democratici, il Triumvirato formato da Francesco Domenico Guerrazzi, da Giuseppe Montanelli e da Giuseppe Mazzoni affidò a Vannucci il governo della città di Prato. L'11 febbraio 1849 assunse l'incarico di inviato straordinario del Governo Provvisorio Toscano a Roma. Vannucci si schierò con Mazzini per la proclamazione della Repubblica Toscana e per l'unione con la Repubblica Romana, ma la politica temporeggiatrice di Guerrazzi e del governo Toscano furono un ostacolo a questa sua politica. Il 15 marzo fu eletto membro dell'Assemblea Toscana. Il Governo Provvisorio fu rovesciato e i moderati presero il posto di Guerrazzi, instaurarono un Governo presieduto da Bettino Ricasoli e richiamarono il Granduca. Vannucci andò a Livorno e da lì poi in esilio in Francia, a Marsiglia. Il Vannucci si stabilì a Parigi, poi a Londra, di nuovo a Parigi, poi in Belgio ed in Svizzera. Durante l'esilio scrisse molte delle sue opere. Rientrò in Toscana alla fine del 1854, ma non riprese l'impegno politico. Nel 1857 fondò a Firenze la Rivista di Firenze che da rivista culturale divenne prettamente politica. Nell'aprile 1859 aveva una posizione nettamente unitaria e monarchica. Il 27 aprile scoppiò in Toscana un'insurrezione dei democratici mazziniani guidata da Bettino Ricasoli. Il Granduca non accettò l'alleanza con il Piemonte e fu costretto ad abbandonare il Granducato. Il governo provvisorio toscano offrì a Vittorio Emanuele II il governo; questi si limitò a inviare un Commissario Regio. È di questo periodo la lettera sotto riportata.
Nel 1861 venne eletto deputato di Firenze al Parlamento Italiano. Il 9 ottobre 1865 è nominato Senatore. Frequentò le sedute fino a che il parlamento rimase a Firenze, in seguito per la sua salute precaria seguì raramente i lavori parlamentari. Le sue idee politiche erano passate dalle posizioni mazziniane del 1848-49, a una posizione più vicina a Cavour. Il Vannucci accettò l'ordine monarchico e assecondò la politica cavouriana delle annessioni per non compromettere l’Unità che era stata infine realizzata. Massimo Bernocchi
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
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