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  Dall’Etiopia al Kenya
Enrico Bettazzi

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La guerra in Etiopia, quella ufficiale, si è conclusa quando la camicia nera Savonarola Marchetti scrive a casa la cartolina in franchigia, spedita alla moglie.
Apparteneva alla 135ª Legione detta “L’Indomita”, facente parte della Divisione CC.NN. 23 Marzo e con questa aveva partecipato alla seconda battaglia del Tembien.

Si avvicinano le feste di Natale ed al nostro legionario preme una unica cosa: far felici i bimbi a casa e quindi si rivolge alla moglie perché non guardi a spese per il regalo ai piccoli, che vuole felici per la Befana anche in mancanza del padre lontano.

Cartolina in franchigia postalizzata il 22/12/1936 tramite PM101.

Ualdia li 17/12/36 XIIII E.F.

Cara Ida: Ti faccio una raccomandazione che mi preme molto; io ti manderò i soldi ancora più di quelli che ti credi ma però devi fare la Befana ai Bimbi Bella e senza miseria, perché voglio che non le manchi nulla di tutto ciò che le bisogna se ti manca qualche cosa, tu non fai altro che scrivere e io penserò a provvedere in proposito. ...

Fronte della cartolina in franchigia, del tipo con cartina del Africa Orientale Italiana

Marchetti cambia reparto, dalla 5ª compagnia del secondo battaglione, all’autodrappello del Quartier Generale della Divisione, quando scrive il 17 gennaio 1937 da Quoram alla madre.

Cartolina in franchigia postalizzata in data 18/1/37 tramite PM101.

In mancanza di altre notizie supponiamo che Savonarola Marchetti resti in colonia per tutto il periodo della “polizia coloniale” che caratterizza la prima parte del 1937, dopo l’attentato al Vicerè d’Etiopia Rodolfo Graziani. Passa quindi nei ruoli dell’ Esercito mantenendosi ancora in Africa Orientale fino allo scoppio della seconda guerra mondiale.

A casa l’aspetteranno ancora per lunghi anni perché il militare segue le vicende di quella campagna di guerra e quindi le sorti delle nostre truppe in quelle terre.
Come molti altri suoi commilitoni coi primi mesi del 1941 viene catturato dai Britannici e viene quindi trasportato nei limitrofi territori dell’Impero britannico.

Ancora nel 1943 risulta internato in Kenya, nel campo 360 di Ndarugu, prigioniero di guerra n. 41905; nel campo erano presenti ben diecimila altri nostri militari degli oltre cinquantamila internati tra Kenya, Uganda e Tanganyka.
Non sappiamo con quale scaglione rientrò alla fine della guerra, ma non risulta tra i caduti nella seconda guerra mondiale e quindi potè riabbracciare alfine i suoi cari bambini.

Cartolina postale emessa per l’Africa Orientale Italiana, cosiddetta “decapitata”. L’endemica carenza di supporti per scrittura fece sì che i Britannici riutilizzarono gli interi postali italiani quali moduli di scrittura per i prigionieri di guerra. Utilizzarono diverse cartoline postali, tutte quelle presenti in colonia, ritagliandole e coprendone i resti che le avrebbero potute identificare come tali. Quella scritta dal nostro militare è in questo caso una cartolina postale da 50 centesimi, si intravede l’immagine ritagliata dell’indicazione di tassa e il fascio divisorio e le scritte coperte a stampa.
Postalizzata il 7 maggio 1943 si vedono anche i diversi timbri di censura del campo, di transito ed italiano in arrivo.

Enrico Bettazzi
05/05/2022

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

G. MIGLIAVACCA, Italian P.O.W. and internees in Africa, Pavia, 1980

https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_World_War_II_prisoner-of-war_camps_in_Kenya