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Giuseppe Geri-Fiorini, da Gavinana al Monte Valderoa, senza ritorno | ||||||||||
Enrico Bettazzi | ||||||||||
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Il ventenne Giuseppe Geri-Fiorini scrive utilizzando una cartolina in franchigia, di quelle usualmente distribuite, per scrivere all’amico Giuseppe dalla zona di guerra in data 7 settembre 1918: “Carissimo Peppe ti ringrazio dei tuoi voti; saluta tutti quelli che sai che conosco; mandami, quando puoi, la quarta pagina del Gazzettino di Gavinana. Saluti dal tuo paesano.”
All’epoca il sottotenente Geri – Fiorini era in forza alla Brigata Aosta, più precisamente alla 812ª compagnia mitraglieri Fiat, 5° Reggimento di fanteria. Quando il giovane ufficiale nativo di Gavinana scrive si sta avvicinando la battaglia finale della Grande Guerra sul fronte italiano. Anche il reparto di Geri – Fiorini parteciperà alla battaglia di Vittorio Veneto; la sua Brigata avrà un ruolo importantissimo, tale da fargli conseguire una medaglia d’oro al valor militare assegnata alla bandiera di entrambe i reggimenti che la formavano (5° e 6° Rgt. Ftr.).
Giuseppe Geri – Fiorini muore per le ferite riportate in combattimento, lui studente di medicina all’Ateneo fiorentino. In sua memoria e a quella degli altri studenti dell’ Università di Firenze caduti, è stata posta nell’atrio della segreteria universitaria di Piazza S. Marco a Firenze , una lapide che li ricorda. Il giovane ufficiale di complemento gavinanese è il n. 8 in quella lista in ordine alfabetico. La cartolina scritta poco più di un mese prima della morte è indirizzata al poeta Giuseppe Geri, compaesano gavinanese, operaio presso le officine Limestre per poi emigrare a Fornaci di Barga negli anni trenta per lavorare alla Società Metallurgica Italiana, di proprietà Orlando come l’altro opificio di Campotizzoro. Giuseppe Geri, destinatario della corrispondenza, di nove anni più grande dell’amico, si farà chiamare per tutta la vita Geri di Gavinana, e con tale pseudonimo si farà conoscere come poeta. Pur avendo studiato fino alla terza elementare, iniziò a scrivere ben presto e le sue poesie maggiori furono raccolte nel volume “Fiori di Bosco”. Un testo che si meritò l’elogio di Benedetto Croce e porta la prefazione del grande critico letterario Luigi Russo che scrisse: “La poesia del Geri è arguta e fresca. Senza pretese, poesia elementare del popolo, ma merita accoglienza dal lettore proprio per quel principio d’arte che la trasfigura. Se nel Geri non c’è elaborazione letteraria, c’è pure una capacità di elaborazione artistica. E se egli vi giunge non per curriculo di studi, questo non importa, vi giunge per assidua meditazione, e per affinamento interiore. Anzi, i poeti, per giungere all’arte, non conoscono altra via che questa”. Mentre il poeta ebbe tempo per una lunga meritata vita letteraria (morì il 22/9/1975), il suo più giovane e sfortunato amico ci ha lasciato traccia grazie alla loro corrispondenza.
Enrico Bettazzi
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA A. GIBELLI, La guerra grande. Storie di gente comune, Bari, 2014. https://www.cadutigrandeguerra.it/ http://www.frontedelpiave.info/ https://www.barganews.com/2015/12/22/geri-di-gavinana-poeta-e-operaio/
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