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Tra i 317 caduti del Comune di Quarrata nella Grande Guerra troviamo Marino Giacomelli, figlio di Fortunato e Italia Tesi; nato nel 1896 morirà poco più che ventenne al fronte.
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Da Albo d’Oro dei caduti, Toscana I - (Vol XXIII) , pag.387 |
Di lui rimangono alcune corrispondenze, in parte del 1916 e in parte del 1918, date importanti nella vita militare del giovane quarratino.
Infatti il sottotenente Giacomelli, prima in forza al 75° Reggimento di fanteria (Brigata Napoli) ed in seguito tenente della Milizia territoriale nell'80° Reggimento di fanteria (Brigata Roma) fu decorato al valor militare sia nel 1916 (MBVM) che nel 1918 (MAVM alla memoria).
Gli venne riconosciuta la medaglia di bronzo il 2/11/16 sul Nad Logem, cima a ridosso di Gorizia, che dopo l’occupazione della città divenne una importante postazione di artiglieria: la motivazione recita di una azione di assalto e di una mischia in prima linea.
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Errore di trascrizione del luogo di nascita, successivamente corretto in Gazzetta Ufficiale. |
La seconda medaglia, stavolta d’argento, gli viene riconosciuta alla memoria per l’azione in cui perde la vita:
Marino Giacomelli ci dà quindi la possibilità di analizzare la figura ideale di un “eroe”: fu di sicuro il prototipo di un giovane ufficiale di complemento, istruito (lo vediamo nel lessico e nel modo di scrivere) e socialmente rispettato (si veda poi il modo di porgere le condoglianze del Conte Cellesi, uno dei maggiorenti del paese, alla famiglia del caduto); fortemente motivato nella partecipazione al fronte: già nel 1916 era stato ricoverato all’ospedale da campo 037, a seguito di una ferita agli occhi durante una azione.
Nelle corrispondenze ci vengono però restituiti altri aspetti della sua figura: nella cartolina in franchigia del 10 luglio 1916, scrivendo alla madre del suo viaggio dal fronte alle retrovie sembra descrivere una gita scolastica, dove prevale l’allegria e la spensieratezza della gioventù. Omette naturalmente di dire a casa che la sua Brigata Napoli va al riposo dopo una serie di attacchi contro le alture ad est di Monfalcone, dove ha perso oltre tremila soldati dei quali 96 ufficiali.
“Cara mamma, sono giunto al posto destinato, perciò debbo dirvi che stiate contenti e tranquilli, sto bene, non posso dirvi dove sono vi basti sapere che sono al sicuro e che sono assai allegro; anche durante il viaggio non abbiamo fatto altro che scherzare e ridere perché eravamo in tanti e fra tanti c’è sempre il buffone. Mi raccomando di inviarmi la cassa con la biancheria e subito. Io vi spedirò per vaglia dei denari perché non so che farne. Baci a tutti e state contenti mi raccomando. Marino”
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Cartolina in franchigia con timbro di Posta Militare 14ª Divisione del 10/7/1916 |
Nella cartolina scritta circa una settimana dopo, in barba alla segretezza militare con l’indicazione precisa di dove si trova, continua l’uso abituale di tutti i militari al fronte di tranquillizzare la famiglia a casa:
“Carissimi sono sempre a Strassoldo, qua si sente un’aria fine e pura come costà di Aprile si sta magnificamente bene. Stamani mentre vi scrivo sono andato a vedere il vecchio confine e in questo momento sono in Italia e in Austria. Ci siamo fatti una fotografia appoggiati al termine del confine vecchio. Essendo qua è lo stesso che sia a casa, non manca niente ne salute la quale è ottima ne altro; però sono sempre mesto perché non ho veduto posta, spero in questa sera. Ricevete saluti aff.si e baci tanti Marino”
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Cartolina in franchigia postalizzata tramite Posta Militare 48ª Divisione in data 17/7/1916 |
Di altro tenore la cartolina del 9 agosto 1916, stavolta scritta al capitano Casanuova all’ospedale militare di Pistoia presso S.Giovanni Fuorcivitas. Quando il destinatario è un militare, il giovane Marino offre notizie fresche dal fronte, non tralasciando però, forse anche per la sua formazione religiosa, di accennare ad una volontà di pace accompagnata da un forte vincolo familiare:
“Preg.mo Sig. Capitano, ho ricevuto oggi stesso la sua postale e la ringrazio degli auguri che mi fa, speriamo davvero che quel che ha detto sia vero. Io sono presso il S. Michele, però la guera come avrà sentito dai giornali va benissimo i nostri hanno avanzato su parecchio fronte ed hanno occupato Gorizia perciò i nemici saranno costretti a chiedere pace. Speriamo che ciò avvenga presto affinché i miei genitori cessino di soffrire per me. Lo saluto distintamente Lei e famiglia con la speranza di rivederla presto St. Marino”
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Cartolina in franchigia postalizzata da Posta Militare 48ª Divisione in data 12/8/16 |
Precisa nella descrizione dell’azione militare un’altra corrispondenza indirizzata ad un commilitone, che restituisce nei dettagli le giornate di combattimento attorno al Castello di S. Grado di Merna (ora Miren in Slovenia); l’interno della lettera non è datata, ma è scritta subito dopo l’azione di attacco che la Brigata Granatieri ha compiuto il 15 settembre; tra i battaglioni di rincalzo anche il reparto di Marino.
“Carissimo, credo avrai ricevuto le mie cartoline dei giorni precedenti; io ti ripeto che da tre giorni mi trovo in trincea e precisamente dietro ad i granatieri i quali hanno occupato valorosamente il famoso castello di S.Grado di Merna senza che noi gli dassimo aiuto. Il mio reggimento non si è battuto ma essendo in seconda linea ha subito parecchie perdite perché le granate e gli snrapel cadevano proprio lì come sempre succede. Oltre a questo non ti descrivo la marcia da S. Michele a S. Grado basti il dirti che per otto ore di marcia fu una bufera continua e per tre km una strada era trasformata in un fiume che passammo impavidi con l’acqua poco sotto il ginocchio e si capisce che ci siamo dovuti far asciugare i panni indosso.
Mentre ti scrivo non si vede che i feriti trasportati da barelle e le nostre artiglierie seguitano il bombardamento intenso che incominciò il 14, fanno tremare le montagne e sconvolgono il nemico. Al castello come già saprai presero un 1000 prigionieri veduti con i miei occhi armi e munizioni. Il primo giorno che giunsi qua credevo che per il grande bombardamento di doventar sordo e pauroso invece non mi so render ragione della calma che sussiste in me, forse Iddio mi guiderà perché avrà esaudite le preghiere che fanno e che faranno i miei e io pure.
Tante altre cose vorrei raccontarti ma capirai che di giorno abbiamo un sonno terribile perché la notte si passa in piedi e lavorando.
Speriamo presto finisca tutto. Addio baci tanti tuo affmo Marino”
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Interno di lettera senza data
(ma 17/9/16 durante la 7ª battaglia dell’Isonzo) |
La residua corrispondenza ci consegna solo una cartolina, illustrata da Nanni, scritta il 19 giugno 1918 da Marino alla sorella Fiammetta: uno stringato ed affettuoso messaggio di saluti forse scritto nell’imminenza di una azione. Era il periodo dell’ultimo tentativo di sfondamento austriaco sul fronte del Piave; il 15 giugno la Brigata Roma di Marino si schiera sul fronte. Nella giornata del 20, l’80° reggimento respinge in direzione di S. Pietro Novello nuclei armati nemici infiltratisi, lanciando pattuglie in contrattacco oltre il Canale Palumbo. È uno scontro sanguinoso nel quale cadono 367 soldati del reggimento. Alla testa della sua unità Marino Giacomelli cade in uno di questi assalti, quattro giorni dopo aver mandato “saluti e baci tanti” a tutta la famiglia.
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Cartolina illustrata da Nanni postalizzata da Posta Militare 54 del 20/6/1918 |
A chiusura della sua vicenda riportiamo il testo del biglietto di condoglianze che il Conte Tommaso Amati Cellesi, proprietario della Villa La Magia a Quarrata, scrive al padre del caduto:
“Caro Giacomelli,
il suo dolore, quello della madre, delle sorelle, è troppo grande perché possa esser lenito dalla parola confortatrice di un amico! Pure, nella tragica ora della grande sciagura, le sarà di conforto e sollievo il sapere che al lutto della sua famiglia si uniscono tutti quelli, che come me, lo conobbero ed hanno appresa la sua esemplare condotta, la morte eroica a faccia del nemico.
Chi per la patria, come Marino, serenamente sacrifica la giovinezza, gli affetti più cari e più sacri, non muore ma trapassa ad una vita migliore. Suo figlio è un martire, e sulla sua tomba mi inchino riverente e commosso….”
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Biglietto di condoglianze scritto al padre di Marino Giacomelli dal Conte Tommaso Amati Cellesi, con data 9/6/18 (ma probabilmente 9/7) da Villa La Magia -Tizzana (telefono n.2) |
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Foto della lapide ai caduti alla Chiesa di Santallemura a Quarrata.
Marino è il primo della lista. |
Enrico Bettazzi
29/04/2022
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
A. GIBELLI, La guerra grande. Storie di gente comune, Bari, 2014.
E. BETTAZZI, Corrispondenze tizzanesi nella prima guerra mondiale, in QF, Quaderni di Farestoria, a.XVII (2015), pp. 35-43.
www.istitutodelnastroazzurro.org
www.cadutigrandeguerra.it
www.cimeetrincee.it
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