introduzione il postalista le schede di pistoia la storia postale toscana | ||||||
Un contadino tizzanese al fronte | ||||||
Enrico Bettazzi | ||||||
PERCORSO: le schede > Pistoia: posta militare e dintorni > questa pagina La Grande Guerra è stata una esperienza coinvolgente per tutta la nazione. Vi è una dicotomia di interessi tra le classi sociali; borghesi, nobili, studenti delle scuole superiori hanno a cuore gli interessi più alti della Patria, nel quale mito di costruzione risorgimentale sono stati allevati; i contadini, cioè la massa dell’allora Italia popolare, lasciando famiglie numerose per andare al fronte, avevano obbiettivi più semplici durante la guerra: il sostentamento della famiglia e riportare la pelle a casa. Di questo sostanzialmente parlano le residue corrispondenze a disposizione dell’epistolario tra Pietro Giacomelli, contadino di Tizzana (ora Quarrata) e la sua famiglia. Pietro, pur essendo un contadino, dimostra la bontà del livello di scolarizzazione raggiunto, scrivendo fluentemente e senza errori grammaticali al padre Giuseppe ed alla moglie Gemma. “Caro babbo ho scritto alla Gemma comunicandole il mio nuovo indirizzo ed ora anche a te te lo ripeto nel caso non sia giunto a vostra conoscenza. Ti scrissi pure da Brescia domenica sera. Ora siamo in vicinanza di Udine a fare le istruzioni per lanciafiamme che avranno una durata dicono di due mesi. I reparti che formano qui provengono da tutti i corpi, e a sentita dire, di quelli anche più anziani pare che sia meglio qui che negli altri corpi dopo l’artiglieria. Siamo armati di sola rivoltella e non andremo alle avanzate. Io di salute sto bene e lo stesso spero sia di te e di tutta la famiglia. Scrivimi subito perché non ho più saputo notizie vostre, e ti prego a occuparti anche di quella partita che non so la cagione come sia andata a vuoto, mentre mi avevano accennato che dovevo andare a Verona. Per mio conto qui non mancherò di fare tale domanda e speriamo che mi venga accordata. Qui siamo alloggiati in belle caserme di legno fa abbastanza caldo con bella stagione. Fammi sapere se il tempo costà è stato cattivo e se ti ha impedito ancora di preparare il terreno a granate e se hai incominciato a piantare. Tanti saluti affettuosi insieme alla Gemma. Tanti saluti a Bistino e baci ai bambini. Affmo Pietro”
La seconda corrispondenza, scritta il 16 giugno 1918 e spedita alla moglie, trova in buona salute Pietro, in Zona di Guerra con la 58ª Divisione. Il momento è importante per le armate italiane: dal 15 al 23 giugno si sviluppa la battaglia sul Piave detta “del solstizio”; Pietro con la 58ª Divisione schierata nella zona di Nervesa, prende parte agli scontri di Montello del 15 giugno. “Carissima Gemma ieri ti scrissi una lettera e una la scrissi al babbo. Io sto bene di salute come voglio sperare sia di te e dei cari bambini e del babbo. Ti prego di stare allegra e con animo forte in questi giorni di ansiosa attesa che le nostre armi ottenghino la prevalenza sul nemico. Le notizie sono confortanti. Abbi fiducia e spera...” E la speranza sembra avverarsi, Pietro supera indenne quel giugno 1918, così nefasto per tanti altri suoi concittadini; non risulta infatti presente nelle liste dei caduti tizzanesi della Grande Guerra.
Enrico Bettazzi
G. MARCHESE, La posta militare italiana. 1915-1923, Catania, 1999 M. MAGGINI, La memoria dispersa. Soldati di Tizzana alla Grande Guerra, Pistoia, 2012 E. BETTAZZI, Corrispondenze tizzanesi nella prima guerra mondiale, in QF, n.3 (set/dic 2015).
|