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Una strana rossa per Pistoia: la macchina da sportello 170 | ||||
Sergio De Benedictis | ||||
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Le affrancatrici meccaniche vengono introdotte in Italia nel lontano 1927 e per tutto il periodo del Regno ebbero un utilizzo solo da parte di privati, se non teniamo conto di una affrancatrice meccanica di costruzione Anker per servizio raccomandata e assicurata “sperimentale” operativa a Roma Centro nel ‘27 e quindi agli inizi dell’utilizzo delle stesse macchine.
Poi solo nella prima metà degli anni ‘50 si pensò di dotare gli uffici postali con macchine affrancatrici. L’impronta mostrata rientra in questa casistica. Nello specifico era già affrancata in tariffa (50 lire per lettera primo porto e 130 per la raccomandazione – periodo tariffario 16.8.1967-30.3.1974, per cui è stata semplicemente accettata, valorizzando il punzone di Stato con cifra nulla. Il tassello di raccomandata, al centro tra punzone e datario, riporta il numero dello sportello che ha accettato e il progressivo della raccomandazione stessa. All’inizio dell’uso le macchine furono anche numerate prima di essere assegnate (solo successivamente la numerazione fu lasciata libera), Pistoia ricevette il numero 170, come riportato di lato sotto il punzone. Ovviamente ci furono diverse case costruttrice che fornirono le macchine come la Pitney Bowes (solo cinque macchine), Francotyp, Hasler, Citis etc. Nel ‘57 per velocizzare il servizio fu assegnata una grossa commessa alla Francotyp (rappresentata in Italia dalla Audion) che fornì circa 80 macchine denominate Taxograph E, usata per lo più per le raccomandate, ma anche, più raramente, per tassate e conti di credito. In figura l’affrancatrice meccanica con la descrizione delle sue componenti, la stessa in dotazione anche presso l’ufficio postale di Pistoia. BIBLIOGRAFIA M. POZZATI, Le affrancatrici meccaniche negli uffici postali italiani, AICAM n. 206, 1999. Ringrazio Enrico Bettazzi per i dati sull'ubicazione dell'uffico di posta C.P. di Pistoia. Sergio De Benedictis |