Sorta e sviluppatasi nel tempo su di un territorio ricco di una storia millenaria: basti pensare che i resti più antichi confermano la presenza di civiltà sin dal terzo millennio a.C., la data di nascita della Città di Filottrano non è tuttavia convalidata da dati certi, se non alcune informazioni desunte da un documento ecclesiastico del 1187 nel quale Papa Gregorio VIII conferma all’Eremo di Fonte Avellana il possesso della chiesa di San Cristoforo di Mons Filiorum Optrani. Elemento questo di assoluta rilevanza in quanto apre una possibile risoluzione del problema. Etimologicamente, infatti, la parola “Filottrano” essendo la sintesi proprio della formula Mons Filiorum Optrani ovvero “Monti dei Figli di Otrano”, si collega, indirettamente, alla figura di Otrano, condottiero Longobardo cui la leggenda vuole sia accreditata proprio la fondazione della città.
In principio Monte Filottrano, come anticamente chiamata, si presentava come un nucleo abitato recinto da mura di fortificazioni, una vera e propria oppidum romana (1).
Nel tempo, dopo aver subito numerose scorrerie specialmente per mano del Marchese della Marca Anconitana, il dispotico Marcualdo, la situazione tese a normalizzarsi nel corso della seconda metà del XIV secolo, quando il Cardinale spagnolo Egidio Albornoz, abile legato del pontefice e Vicario generale dello Stato Pontificio, pose fine alle invasioni, ripristinando l’ordine civile e religioso, con le famose Leggi Aegidiane che, pubblicate per la prima volta nel 1357, imponevano la protezione della Chiesa sulla Marca.
Nell’aprile del 1466 tuttavia, presso la località conosciuta come “lu passu grande”, nelle vicinanze di quello che oggi viene indicato con il nome di Ponte Musone, gli abitanti di Osimo effettuarono dei saccheggi in territorio di Monte Filottrano. Nel corso di una di queste nefande incursioni, i filottranesi furono sul punto di catturare un cavaliere osimano che, pur di fuggire, lasciò nelle loro mani lo stivale per il quale veniva trattenuto. Il “trofeo” divenne così il simbolo della rivalsa della città, ed ogni anno i giovani filottranesi, in ricordo dell’evento, portavano in giro per le vie del paese, su di un cavallo, un fantoccio di paglia che calzava lo storico stivale.
Per volere di Papa Pio VI, Giovanni Angelo Braschi, nel 1790 Monte Filottrano venne elevata da terra a città con il nome in Filottrano (2).
Successivamente alla proclamazione della Repubblica Romana del 1798, la città venne inquadrata nel Dipartimento del Musone andando a costituire, unitamente ai comuni di Monte Fano e Santa Maria Nova (3), il quinto Cantone. Dipartimento questo mantenuto anche con l’annessione delle Marche al Regno d’Italia di Napoleone. Al 1809, risale il primo timbro postale della città. Costituito da una cartella rettangolare a lati punteggiati (fig. 1), al suo interno è inserito, con caratteri in stampatello diritto, la dicitura FILOTTRANO.
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Fig. 1) - bollo in stampatello diritto FILOTTRANO entro cartella rettangolare a lati punteggiati (archivio personale) |
Superata una fase transitoria di Governi Provvisori: quello di Murat da febbraio 1814 a maggio 1815, e quello Austriaco da maggio 1815 a giugno 1816, quando a seguito del Trattato di Vienna l’Austria fu costretta a cedere tutte le Marche al Pontefice, dal 9 febbraio al 4 luglio 1849 Filottrano aderì alla Repubblica Romana, e nel corso dei cento quarantasei giorni “repubblicani”, continuò ad utilizzare il precedente bollo (fig. 2).
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Fig. 2) - bollo in stampatello diritto FILOTTRANO entro cartella rettangolare a lati punteggiati apposto sul lato verso della missiva viaggiata in data 15 febbraio 1849
(collezione Djana Isufaj) |
Impiegato fino al 1853, lo stesso venne quindi sostituito con uno analogo che, costituito questa volta da una cartella curvilinea con all’interno sempre il nome FILOTTRANO riportato in stampatello diritto (fig. 3), troverà pratico impiego fino a tutto novembre 1861.
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Fig. 3) - bollo in stampatello diritto FILOTTRANO entro cartella curvilinea
(Burgisser A., Stato Pontificio, p. 53) |
Nuovamente località pontificia dopo la caduta della Repubblica Romana per ancora poco più di una decina di anni, dopo l’invasione militare delle Marche da parte delle truppe sarde al comando del Generale Manfredo Fanti, con Plebiscito del 4 novembre 1860 la popolazione di Filottrano, votando l'annessione alla monarchia costituzionale di re Vittorio Emanuele II, entrò a fare parte del nascente Regno d’Italia.
Sotto un punto di vista amministrativo e storico postale, Filottrano dopo aver fatto parte della Provincia della Marca, alle dirette dipendenze del Governo Distrettuale di Osimo, unitamente ai comuni di Castel Fidardo, Monte Fano e Staffolo, e dopo essere passata nel 1827 in seno alla Delegazione di Camerino e Macerata, alle dirette dipendenze del Governo Distrettuale di Recanati, nell’ultima ripartizione territoriale del 1857, diviene sede di Governo in seno alla Provincia di Macerata (4).
Ufficio secondario dal 1 novembre 1861, utilizzerà il bollo a due cerchi con data riportante la dicitura FILOTTRANO / MARCHE (fig. 4).
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Fig. 4) - bollo a doppio cerchio con data FILOTTRANO/MARCHE/1/MAR/66 in uso dal 1861 (archivio personale) |
Dei diversi i bolli amministrativi utilizzati per la franchigia, di cui posso fornire un’adeguata documentazione fotografica, riporto quello del Governo, del Gonfaloniere e della Municipalità (fig. 5-8).
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Fig. 5) - Lettera da Filottrano ad Albano, viaggiata in periodo Repubblica Romana del 1849, recante il bollo di franchigia GOVERNO/DI/FILOTTRANO in colore nero brunastro (archivio personale) |
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Fig. 6) - bollo di franchigia in cartella rettangolare IL GONFALONIERE/DI FILOTTRANO in colore nero brunastro (archivio personale) |
Fig. 7) - bollo di franchigia COMUNE/DI FILOTTRANO in colore verde scuro
(archivio personale) |
Fig. 8) - bollo di franchigia in cartella stilizzata MUNICIPALITA’/DI FILOTTRANO in colore verde scuro (archivio personale) |
Della Guardia Civica fornisco invece l’impronta priva degli emblemi pontifici, utilizzata nel corso dei 146 giorni della Repubblica Romana del 1849 (fig. 9).
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Fig. 9) - bollo della GUARDIA CIVICA/DI FILOTTRANO con le insegne pontificie scalpellate in colore verde scuro (archivio personale) |
NOTE:
1). I Romani chiamavano oppidum una città fortificata priva di un confine sacro, detto pomerio, che caratterizzava invece l’urbe;
2). cfr. www.comune.filottrano.an.it;
3). Leggi relative alla Costituzione della Repubblica Romana, Roma, Lazzarini Stampatori Nazionali, anno IV Repubblicano (1798), pp. 12-13;
4). cfr. Gallenga M., I bolli delle Marche, Collana Raybaudi di Studi Filatelici, Volume n. 3, pp. 12-15.
Bibliografia:
- Dizionario di Erudizione Storico Ecclesiastica da S. Pietro sino ai giorni nostri, Compilazione di Gaetano Moroni Romano, Primo Aiutante di Camera di sua Santità Gregorio XVI, Volume II, in Venezia, dalla Tipografia Emiliana, MDCCCXL;
- www.comune.filottrano.an.it.;
- Burgisser A., Stato Pontificio. Bolli ed Annullamenti Postali, Firenze 1963;
- Gallenga M., I bolli delle Marche, Collana Raybaudi di Studi Filatelici, Volume n. 3, pp. 12-15;
- Amato F. M. – Isufaj D., Storia Postale della Repubblica Romana del 1849, 9 febbraio - 4 luglio, Francesco Maria Amato Editore, Anzio 2011.
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