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APPUNTI SULLA STORIA POSTALE DI PALOMBARA
- dalle origini all’adesione al Regno d’Italia -
di Francesco Maria AMATO

A poco meno di quaranta chilometri da Roma, nella bassa Sabina, sorge, alle pendici del Monte Gennaro, il Comune di Palombara. Arroccato su di una collina di tufo ad un’altezza di circa 370 metri dal livello del mare, le sue origini si perdono nel tempo e lasciano, ancora oggi, un alone di incertezza.

Se taluni studiosi le identificano con l'antica Cameria o l'antica Regillum, che entrò a far parte della lega Sabina contro l’espansionismo romano, altri le fanno invece risalire addirittura all’uomo di Cretone, frazione di Palombara in cui vennero ritrovati resti fossili tutt’oggi studiati dagli esperti del Museo Pigorini di Roma. Anche per la derivazione del nome non vi è certezza assoluta. Il paese, il cui toponimo si identifica con Palumbaria (1), viene per la prima volta ufficialmente indicato con il termine Columbaria (2) (Palombara) in una bolla di Papa Giovanni XIX del 1029.

Intorno all’anno 1000, causa le frequenti incursioni barbariche che interessarono questi territori, si assisté al fenomeno dell’incastellamento, ovvero all’agglomerarsi di popolazioni rurali sparse intorno ad un castello o ad una rocca costruita in cima ad un monte. In caso di bisogno, le popolazioni erano in grado, in brevissimo tempo, di rifugiarsi all’interno della fortezza portando al seguito viveri e quant’altro in attesa di tempi migliori.

La struttura urbanistica di Palombara ricalca in maniera perfetta il tipico feudo medioevale, dove dai livelli più bassi si raggiunge comodamente il centro cittadino con un'unica strada che percorre la collina seguendo un andamento a spirale.

Intorno al 1279, per altri 1276, il feudo divenne proprietà della famiglia Savelli che in un modo o nell’altro riuscì a estendere il suo potere fino a diventare feudataria assoluta del territorio per tutto il XVI secolo.

Tra la fine del quindicesimo e l'inizio del sedicesimo secolo, i Savelli si allearono con la famiglia Colonna contro gli Orsini, che, favoriti da Papa Alessandro VI ebbero la meglio. La guerra che vide protagonisti Papa Paolo IV, alleato dei Francesi da una parte, e gli Spagnoli del duca d’Alba dall’altra, coinvolse pesantemente Palombara, che venne in gran parte distrutta nel 1556.

Dopo che alterne vicende videro i Savelli rientrare in possesso del territorio di Palombara, nel XVII secolo, causa un inarrestabile tracollo economico, la famiglia fu costretta a rinunciare al feudo, che passò ai Borghese. Il Castello Savelli, centro d’aggregazione sociale dell’intera comunità, è stato nel corso dei secoli testimone oculare di eventi storici alquanto rilevanti.

Nel 1180 vi venne arrestato l’antipapa Innocenzo; nel 1285 Papa Onorio IV vi confermò il suo testamento; nel 1310 venne ospitata una delle più importanti sessioni del Tribunale Ecclesiastico contro i Templari (3); nel 1532 vi si rifugiò Benvenuto Cellini e nel 1602 vi nacque la Venerabile Virginia Savelli Farnese, fondatrice delle Oblate Agostiniane di Santa Maria dei Sette Dolori.

Con l’avvento della Repubblica Romana del 1798, Palombara si trovò compresa nel Dipartimento del Tevere andando a costituire, unitamente a Monterotondo, Lamentana, Sant’Angelo, Castel Chiodato, Monticelli, Stazzano, Cretone, Riano, Borghettaccio e Prima Porta, il Cantone di Monterotondo (4).

Caduta la Repubblica Romana e restaurato il potere temporale del pontefice sui territori della Chiesa, trascorse poco meno di un decennio che lo Stato Pontificio si trovò sotto la dominazione dell’impero napoleonico. Riaffermato il potere del Papa sul territorio pontificio dopo la caduta di Napoleone e il transitorio periodo di occupazione di Murat, Palombara, con il nuovo assetto amministrativo-postale scaturito dalla Notificazione del 24 agosto 1816 a firma del Cardinale Camerlengo Bartolomeo Pacca, dipese postalmente dalla Direzione di Tivoli di cui componeva, unitamente ad altre quarantatré località, il relativo circondario.

Una decina di anni dopo, con il Moto Proprio di Papa Leone XII del 1827 e la nuova composizione amministrativa del Lazio:

- quattro Delegazioni (Comarca di Roma, Delegazione di Viterbo e Civitavecchia, Delegazione di Frosinone e Delegazione di Benevento);

- dodici Distretti (Roma, Tivoli, Subiaco, Poggio Mirteto, Viterbo, Orvieto, Civitavecchia, Frosinone, Anagni, Terracina, Pontecorvo e Velletri posto sotto la Giurisdizione del Cardinale Decano);

- quarantacinque Governi e dodici Luoghi Baronali;

Palombara si trovò compresa nella Comarca di Roma, alle dirette dipendenze del Distretto di Tivoli, di cui costituiva uno degli otto Governi con alle proprie dipendenze Castel Chiodato, Cretone, Mentana, Monte Flavio, Monte Libretti, Monte Rotondo, Montorio Romano, Moricone e Nerola.

I primi bolli di posta di Palombara, cui si ha oggi conoscenza documentata, risalgono appunto all’arco di tempo compreso tra questi due riassestamenti amministrativi e più precisamente al 1823. Costituiti da una serie di timbri in cartella rettangolare riportanti le diciture, in stampatello diritto, PALOMBARA (fig. 1), AFFRANCATA (fig. 2) ed ASSICURATA, dell’ultimo, non dispongo, al momento, alcuna impronta da riportare in figura.



fig. 1 - bollo in stampatello diritto PALOMBARA entro cartella rettangolare
(archivio personale)


fig. 2 - bollo in stampatello diritto AFFRANCATA entro cartella rettangolare
(archivio www.annullisabini.altervista.org)

Sempre a questo periodo si riferiscono i bolli di franchigia (fig. 3-5) di cui posso fornire documentazione relativi alla Segreteria del Censo, al Gonfaloniere e alla Segreteria Comunale.

fig. 3 - bollo ovale CANCELLERIA DEL CENSO DEL DISTRETTO DI PALOMBARA (archivio personale)

fig. 4 - bollo ovale COMARCA DI ROMA/GONFALONIERE/DI/PALOMBARA
(archivio personale)

fig. 5 - bollo ovale SEGRETERIA COMUNALE DI PALOMBARA (tipo I)
(archivio personale)

Con l’avvento della Repubblica Romana del 1849, nel breve periodo dei soli cento quarantasei giorni della sua esistenza (9 febbraio - 4 luglio), Palombara ottemperò alle disposizioni emanate dal nuovo Governo sulla rimozione degli emblemi pontifici dai timbri, sia modificando alcuni bolli di franchigia preesistenti (fig. 6-7), sia realizzandone di nuovi con le diciture repubblicane (fig. 8-11).

fig. 6 - bollo ovale GOVERNATORE DI PALOMBARA con insegne pontificie scalpellate
(archivio personale)

fig. 7 - bollo ovale SEGRETERIA COMUNALE DI PALOMBARA (tipo II) con insegne pontificie scalpellate e scritta manuale su tre righe Repubblica/Romana/Anno I°
(archivio personale)

fig. 8 - bollo ovale REPUBBLICA/ROMANA/BATTAGLIONE/CIVICO/DI PALOMBARA (archivio personale)

fig. 9 - bollo ovale REPUBBLICA/ROMANA/GOVERNO/DI/PALOMBARA
(archivio personale)

fig. 10 - bollo ovale REPUBBLICA/ROMANA/MUICIPIO/DI/ PALOMBARA (archivio personale)

fig. 11 - bollo ovale REPUBBLICA/ROMANA/ SEGRETERIA/COMUNALE/PALOMBARA (tipo III) (archivio personale)

Caduta la Repubblica Romana venero riutilizzati i timbri con le insegne pontificie o, nel caso di una loro avvenuta distruzione, ricomposti ex novo, come avvenuto per la franchigia utilizzata dalla Segreteria Comunale (fig. 12).

fig. 12 - bollo ovale SEGRETERIA COMUNALE/DI PALOMBARA (tipo IV) con insegne pontificie
(archivio personale)

 

Nel 1857, le quattro Delegazioni furono trasformate in sei Province, e mentre si procedeva ad abolire i Distretti ed i Luoghi Baronali, le sedi di Governo furono portate ad un complessivo di ben cinquantatré unità. Palombara fu confermata Sede di Governo, postalmente dipendente da Tivoli, inscritta nella Provincia di Roma e Comarca con alle proprie dipendenze i comuni di Mentana, Monte Flavio, Monte Libretti, Montorio Romano, Moricone e Nerola. Come di norma, la corrispondenza in partenza da Palombara veniva inoltrata tramite l’ufficio di posta di Tivoli (fig. 13).

fig. 13 - lettera da Palombara a Roma del 2 agosto 1958 affrancata con un 2 baj annullato con griglia di Tivoli. La missiva presenta il bollo lineare in stampatello diritto TIVOLI unitamente al bollo in cartella PALOMBARA e al bollo accessorio ASSISURATA sempre di Palombara.
(archivio www.annullisabini.altervista.org)

 

Con l’adesione al Regno d’Italia si costituì in Comune e nel 1872 fu stabilito, con regio decreto, di aggiungere, al nome, anche quello di Sabina.

 

Note:

  • 1. dal latino Palumbus, ovvero colombo, ad individuare una sorta di costruzione rurale che veniva utilizzata per l’allevamento dei colombi;
  • 2. Columbaria è il nome utilizzato per indicare il feudo dei discendenti del duca longobardo Alberico;0
  • 3. Ufficialmente, nella storia di Palombara Sabina, Templari compaiono soltanto nel processo che li vide imputati nei primi anni del XIV sec. Il processo si concluse, il 17 luglio 1310, con la condanna di Gualtiero Di Natale, l'ultimo dei Templari italiani;
  • 4. cfr. Leggi relative alla Costituzione della Repubblica Romana, Roma, Lazzarini Stampatori Nazionali, Anno VI, 1798, p. 13-14.

Bibliografia:

www.tibursuperbum.it;
www.angolohermes.com;
Gallenga M., I Bolli del Lazio, Italphil, Edizioni Studi Filatelici, Roma 1976.