Linea ferroviaria ROMA-CEPRANO
Un elemento che caratterizza in modo particolare la Storia Postale di Ceprano è la linea ferroviaria che la vede ultimo baluardo pontificio prima di entrare nei territori del Regno delle Due Sicilie.
Il suo progetto iniziale risale al 1849, quando l’amministrazione pontificia affidò l’incarico della sua esecuzione alla Società Pio Latina (5). La mancanza di fondi fu comunque tale che il primo tratto della linea comprendente la stazione di Roma-Porta Maggiore, Ciampino, Marino, Albano venne inaugurato il 1° agosto 1859.
Assorbita la società Pio Latina nel 1860 dalla Società Generale Strade Ferrate Romane (S.G.S.F.R.), si procedé con maggior speditezza ultimando l’intero tratto con le stazioni di Civita Lavina, Velletri, Valmontone, Segni, Sgurgola, Ferentino, Frosinone, Ceccano, Pofi e Ceprano, da dove, grazie ad un collegamento con la stazione napoletana di Isoletta, era possibile proseguire fino a Napoli lungo l’omonima linea ferroviaria Isoletta-Napoli.
Inaugurata il 27 gennaio 1862, motivazioni diverse legate a ragioni politiche e di collaudo fecero sì che il servizio pubblico iniziasse effettivamente dal 1° dicembre 1862 con partenza da Roma Termini (6).
Regolamentato da orari alquanto rispettosi dei tempi programmati, il servizio era articolato su tre corse di andata e tre di ritorno di cui tuttavia solo due atte a coprire l’intero percorso con un tempo medio valutabile intorno alle quattro ore.
L’importanza “postale” della linea ferrata era quella che la stessa diveniva un vettore di trasporto veloce e sicuro della corrispondenza. Per rendere più gestibile il servizio, l’Amministrazione Postale Pontificia acquistò tre vagoni di III Classe che dopo essere stati modificati nell’arredamento interno divennero veri e propri Uffici Postali Ambulanti.
Grazie all’analisi di diverse carte custodite presso il fondo della Direzione delle Poste Pontificie dell’Archivio di Stato di Roma, è possibile riassumere, per grandi linee quali furono i principali lavori di adattamento strutturale operati sui vagoni: costruzione di una scansia composta da 11 caselle grandi con profondità 35 centimetri; di una scansia di 20 caselle più piccole presentanti tre divisioni sottoposte più grandi, due cassetti con partizioni interne e tre credenzini tutti con serrature e scudetti sempre con profonda 35 centimetri; di una scansia a 18 caselle per la suddivisione delle lettere affrancate presentante ognuna una larghezza ed una lunghezza rispettivamente di 63 e 55 centimetri; due piccoli tavolini laterali muniti di cassetti; due bussolotti ad uso di buche postali comprensivi di lucchetti, guarniture in zinco e rivestitura esterna formata da lastre di ferro impermeabilizzate; una coppia di poltrone; una serie di tendine a molla e bacchetta; due rocchetti per avvolgere lo spago; due lumi a cristallo e, per finire, una serie di trentuno targhette in ottone per le indicazione dei diversi uffici postali, due nasetti in ferro con chiave alle due portiere, una tela cerata per sottopiedi. All’interno e all’esterno dei vagoni era riportata, in vernice, la sigla U.P.A. (Ufficio Postale Ambulante) (7).
L’assegnazione del personale addetto, prevedeva un organico di quattro dipendenti distaccati dalla Direzione Postale di Roma. Le mansioni loro assegnate riguardavano il prelievo, lo smistamento e la consegna, in valigia, della corrispondenza al personale postale in servizio presso le stazioni toccate dal treno lungo l’intera tratta.
Sotto il profilo contabile, tutta la corrispondenza, suddivisa come consuetudine presso gli uffici di terra in affrancata, franchigia, tassata e diretta all’estero, era scrupolosamente annotata in un apposito “Giornale per la corrispondenza in partenza”.
Il servizio ebbe inizio su due delle tre coppie di treni giornalieri, sulla prima partenza del mattino da Roma a Ceprano (1° Treno) e sulla terza partenza serale da Ceprano a Roma (3° treno).
I bolli impiegati furono di forma circolare con all’interno la dicitura Roma-Ceprano, il numero ordinale del treno (1° o 3° a seconda della corsa), la data e la scritta in basso Ambulanza (fig. 11-12).
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fig. 11) - bollo ROMA-CEPRANO/1° TR. /20 FEB./64/AMBULANZA (archivio personale) |
fig. 12) - bollo ROMA-CEPRANO/3° TR. /15 APR./65/AMBULANZA (archivio personale) |
Dal 22 aprile 1866 venne attivato anche il terzo ambulante che fece uso di un analogo bollo riportante però l’indicazione 2° treno (fig. 13).
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fig. 13) - bollo ROMA-CEPRANO/2° TR. /3 MAG./70/AMBULANTE (Gallenga-I bolli di Roma) |
Nell’agosto dello stesso anno, questi bolli vennero ritirati per essere sostituiti con altri riportanti la dicitura Ambulante (fig. 14) anziché Ambulanza.
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fig. 14) - bollo ROMA-CEPRANO/3° TR. /1 MAG./68/AMBULANTE (archivio personale) |
Gli Uffici Ambulanti provvedevano ad annullare la corrispondenza quando priva di impronta in partenza mediante bollo a griglia, e dal 1869 con bolli a rombo di trattini. Tuttavia, più frequentemente, si preferì utilizzare come annullatori i bolli a datario che venivano apposti anche sul verso di quelle lettere già annullate in partenza. Ulteriori bolli in dotazione furono il P.D. in stampatello diritto (fig. 15), il PD in stampatello diritto entro una cartella rettangolare (fig. 16) e quello Affrancamento / Insufficiente in cartella rettangolare nelle due dimensioni (8) di millimetri 37x10 e 37x7 ½ (fig. 17).
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fig. 15) - bollo P.D. in stampatello diritto (Burgisser-Stato Pontificio) |
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fig. 16) - bollo P.D. in stampatello diritto contornato da cartella rettangolare
(Burgisser-Stato Pontificio) |
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fig. 17) - bollo AFFRANCAMENTO/INSUFFICIENTE in stampatello diritto contornato da cartella rettangolare
(Burgisser-Stato Pontificio) |
Dato che ognuno dei tre vagoni Ambulanti poteva esplicare il servizio per la 1^, 2^ e 3^ corsa, ogni Ufficio Ambulante ricevette i tre bolli che si possono distinguere per la diversità delle stelline, a 5 o a 6 punte e dai caratteri delle scritte, per ognuno dei tre tipi, sia questo riportante la dicitura Ambulanza che Ambulante.
A datare dal 20 settembre 1870 non si conosce più l’uso dei bolli pontifici dell’Ambulante Roma-Ceprano.
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Note:
5. Archivio di Stato di Roma (A.S.R.), Fondo Direzione Generale delle Poste Pontificie, busta n. 216;
6. Gallenga M., I Bolli di Roma, Italphil Edizioni Studi Filatelici, Roma 1979, p.118-119;
7. A.S.R., Fondo Direzione Generale delle Poste Pontificie, busta n. 216;
8. Burgisser A., Stato Pontificio. Bolli ed annullamenti postali, Firenze 1963, pag. 115.
Per chi volesse approfondire l’argomento si consiglia la lettura dell’articolo di Giuliano Padrin L’Ufficio Postale Ambulante Roma-Ceprano e il catalogo della mostra La Maravigliosa Invenzione. Strade Ferrate nel Lazio 1846-1930 edito dalla Gangemi Editore in Roma.
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