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Appunti sulla storia postale di NORMA
- dalle origini all’adesione al Regno d’Italia -
di Francesco Maria AMATO

Posizionata su di una parete rocciosa della catena dei Monti Lepini a poco più di 400 metri sul livello del mare, la storia di Norma si fonde ed amalgama con quella dell’antica città di Norba la cui origine è da ricondursi quasi certamente al VII secolo avanti Cristo.

Abitata da popolazioni fiere, inizialmente ostili a Roma, nel 492 a.C. divenne colonia romana combattendo al suo fianco in molte guerre vittoriose. Alleanza che continuò intatta fino alla guerra civile che vide come antagonisti i consoli Mario e Silla, evento questo che segnò l’inizio della fine di Norba.

La scelta infatti di appoggiare apertamente il console Mario, fu considerata dai seguaci di Silla, vincitore del conflitto, atto di alto tradimento punito con l’ordine di radere al suolo la città.

Alla luce dei catastrofici avvenimenti, poco prima che le truppe di Lepido, comandante fedele a Silla, giungessero a Norba per distruggerla, gli abitanti decisero di dar fuoco alla città e di uccidersi l’un l’altro pur di non subire la rappresaglia di Roma. Appiano, nel descrivere la presa di Norba, fortemente impressionato dall'atteggiamento dei suoi fieri abitanti, conclude il suo racconto con la frase: Costoro morirono dunque così, da forti (1).

Scomparsa dalla storia per diversi secoli, si ritornò ad avere sue notizie solo nel 771 d.C. quando l’imperatore di Bisanzio Costantino V Copronimo donò a papa Zaccaria i possedimenti di Norba e delle terre di Ninfa.

Venuta nuovamente ad essere ripopolata, la città si arricchì di nuove costruzioni e di nuove chiese sorte sui preesistenti templi di epoca romana. Intorno al X secolo Norba divenne possedimento papale e sede vescovile.

Per ragioni che ancora oggi non sono state chiarite, dopo l’anno mille i norbani lasciarono lentamente la città a favore della vicina Vicolo, primo insediamento di quella che sarà l’attuale Norma. Infeudata ai Frangipane, nel 1159 vi fu incoronato (2) papa Rolando Bandinelli, che salì al soglio pontificio con il nome di Alessandro III.

Prima che questi venisse intronizzato tuttavia, una minoranza di cardinali filoimperiali elevò al soglio pontificio il Cardinale Ottaviano, che prese il nome di Vittore IV. Ed è proprio in tale contesto che si verificò l’indecorosa scena del piviale: quando gli elettori del Bandinelli si accinsero a mettergli sulle spalle il piviale, Ottaviano e i suoi fautori interruppero la cerimonia e strapparono il manto papale.

Come già era accaduto nel 1130 la cristianità si trovò nuovamente nella penosa situazione di dover decidere quale fosse il papa legittimo (3).

Acquistato nel 1298 da Papa Bonifacio VIII, il feudo di Norma venne donato a suo nipote Pietro Caetani. Ultimi feudatari furono i principi Borghese, che praticamente ne mantennero il possesso fino alla sua annessione al Regno d’Italia.

Con l’avvento della Repubblica Romana del 1798-99, Norma fu inquadrata nel Dipartimento del Circeo a costituire il Cantone di Sermoneta unitamente ai comuni di Bassiano, Cisterna e Nettuno (4).

Con la successiva Restaurazione ed il ripristino del potere temporale del Papa sui territori della Chiesa, in forza del Motu Proprio “Quando per ammirabile disposizione” di Pio VII, dal mese di agosto del 1816 il comune di Norma venne a fare parte della Delegazione di Frosinone, alle dirette dipendenze della Direzione di Velletri.

La situazione rimase immutata fino al 1820 quando con Bassiano e Sermoneta vennero a costituire il circondario di Sezze, elevata a Distribuzione Postale di I Classe. Al 1828 e 1830 risalgono i bolli di franchigia che, utilizzati rispettivamente dal Comune e dal Priore di Norma, sono proposti nelle figure 1 e 2.

Fig. 1 - Bollo di franchigia COMUNE/DI/NORMA in ovale

Fig. 2 - Bollo di franchigia PRIORE/DI NORMA/DELEG. DI FROSIN in cartella rettangolare stilizzata

Con Motu Proprio di Gregorio XVI “Luminose Prove” del 5 luglio 1831, Velletri fu distaccata dalla Delegazione di Frosinone per essere a sua volta elevata a Delegazione (5) che, pur se di 3a classe, essendo retta dal Decano del Sacro Collegio prese il titolo di Legazione.

La nuova istituzione, oltre al Governo di Velletri, comprese anche quelli di Segni, Valmontone, Terracina, Cori e Sezze con sempre alle dipendenze Bassiano, Sermoneta e Norma.

Nella figura 3 e 4 i bolli di franchigia del Comune di Norma con l’indicazione della Legazione di appartenenza il primo e della Guardia Civica l’altro.

Fig. 3 - Bollo di franchigia COM.E DI NORMA LEG.E DI VELLETRI con insegne pontificie

Fig. 4 - Impronta del bollo in ovale CAPITANO DELLA COMPAGNIA DI NORMA/GUARDIA/CIVICA con insegne pontificie

Nel corso dei primi moti risorgimentali che portarono alla proclamazione della Repubblica Romana del 1849, Norma aderì alla nuova istituzione adeguandosi alle disposizioni governative anche per il settore del servizio postale relativamente all’abolizione dei simboli pontifici sui bolli di franchigia (fig. 5).

Fig. 5 - Repubblica Romana del 1849. Bollo di franchigia COM.E DI NORMA LEG.E DI VELLETRI con insegne pontificie scalpellate

Caduta la Repubblica Romana e ripristinato il Governo Pontificio, si tornò all’uso dei preesistenti bolli (fig. 6).

Fig. 6 - Restaurazione. Lettera del 23 novembre 1850 da Norma per Velletri presentante nuovamente il bollo di franchigia COM.E DI NORMA LEG.E DI VELLETRI con insegne pontificie

Con il successivo nuovo assetto amministrativo voluto da Papa Pio IX, nel 1857 Norma venne inquadrata nella Provincia di Velletri, alle dirette dipendenze del Governo di Sezze.

Ed è a questo periodo che risale il bollo proposto in figura 7 con l’impronta postale impiegata da Norma sin dal 1856. Invitata ad esprimere il proprio consenso, con Plebiscito del 2 ottobre 1870 la popolazione votò l’annessione al Regno d’Italia.

Fig. 7 - Bollo postale in stampatello inclinato NORMA entro una cornice ovale a triplice filetto ed ornato

 

 

note:

1. Appiano, Bell. Civil. Libro I 94-95;

2. cfr. comune di Norma su www.italiapedia.it (23 maggio 2017);

3. per approfondimenti vedi Gelmi J., I Papi. Da Pietro a Giovanni Paolo II, Biblioteca Universale Rizzoli, Milano 1986, pp. 104-106;

4. Leggi relative alla Costituzione della Repubblica Romana, in Roma presso i Lazzarini Stampatori Nazionali, Anno VI Repubblicano, 1798, p. 7;

5. Disposizioni riguardanti l’erezione della nuova Legazione di Velletri, 1 febbraio 1832, in Raccolta delle Leggi e Disposizioni di Pubblica Amministrazione nello Stato Pontificio, Volume VI, Roma, Stamperia della R.C.A. 1832, pp. 487-500.