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Appunti sulla storia postale di BRACCIANO
- dalle origini all’adesione al Regno d’Italia -
di Francesco Maria AMATO

Pur se il ritrovamento di numerosi reperti archeologici sono una prova tangibile che il territorio ove sorge Bracciano fosse abitato fin da epoca etrusca, il primo vero insediamento urbano risale tuttavia al medioevo.

Affacciato sul versante ovest dell’omonimo lago vulcanico, a non più di quaranta chilometri a nord di Roma, il primo documento che ne attesta l’esistenza risale al 1234 e riguarda i confini del Castrum Brachiani.

Proprietà della famiglia dei Prefetti di Vico per tutto il XIV secolo con il nome di Brachianum, Brazanum, Brasanum o Barcenium, il territorio venne successivamente assegnato alla nobile famiglia degli Orsini (1).

Nel 1470 Napoleone Orsini diede inizio ai lavori di ampliamento della Rocca costruita dai Di Vico, realizzando l’imponente fortezza che, capolavoro di architettura militare e civile, è ancora oggi perfettamente visibile e conservata.

Alla sua morte, la costruzione fu completata dal figlio Gentil Virginio, che affidò la decorazione del palazzo ad uno dei più famosi pittori romani del tempo: Antoniazzo Romano. Sotto il suo governo Bracciano raggiunse la sua massima estensione territoriale divenendo il più grande feudo dello Stato Pontificio.

Ma il nome di Gentil Virginio è anche legato ad un importante fatto storico che mise a dura prova l’unione degli Orsini con il papato durante la discesa in Italia del re francese Carlo VIII.

Gentil Virginio, alleato di papa Alessandro VI, pur dovendo bloccare il passaggio del re francese sulle sue terre, a nord di Roma, preoccupato tuttavia per la sorte dei suoi possedimenti, incaricò suo figlio Carlo di trattare segretamente con Carlo VIII.

Venuto a conoscenza del fatto, il pontefice, dopo aver scomunicato Gentil Virginio con l’accusa di alto tradimento, diede ordine alle sue truppe di attaccare Bracciano. Fu nel corso di questi tumultuosi eventi che, modificando la preesistente cinta fortificata, venne costruito il bastione detto “della Sentinella”.

Bracciano resistette con tenacia e l'assedio delle truppe pontificie non poté nulla infatti contro le mirabili fortificazioni del castello e del borgo. Dopo qualche mese, le truppe papali rinunciarono all’assedio per spostarsi nel viterbese, sui monti Cimini, dove furono sconfitte dagli Orsini nella battaglia di Soriano.

Riallacciati i rapporti diplomatici con la Chiesa, nel 1560 Paolo Giordano I Orsini ricevette da Papa Pio IV l’investitura di duca di Bracciano e i suoi eredi amministrarono il feudo fino al 1696.

Sposo della figlia del granduca di Firenze Isabella De Medici, diede un forte sviluppo economico al territorio dando vita a nuove attività economiche come la lavorazione del ferro, dello zolfo e quella artigianale degli arazzi (2), rese possibili grazie all'abbondante disponibilità di acqua proveniente da un acquedotto fatto costruire nel 1573-75.

L'acquedotto attingeva dalle sorgenti della Fiora, dove fu edificata una cappella ancora oggi esistente allo stato di rudere (3).

Dei discendenti di Paolo Giordano I ed Isabella De Medici, va ricordato Virginio II Orsini. Educato alla corte medicea di Firenze, ebbe contatti con molti personaggi illustri, come il re di Francia Enrico IV, sposo di sua cugina Maria De Medici, e la Regina Elisabetta I d’Inghilterra.

Contratto matrimonio con Flavia Damasceni Peretti, ebbe 11 figli, dei quali Virginio, entrato nell’ordine dei Carmelitani Scalzi, donò all’Ordine la terra sulla quale, nel 1668, fu costruito l’eremo cui fu dato, in suo onore, il nome di Montevirginio.

Causa l’ingente indebitamento venutosi ad accumulare nel corso degli anni, nel 1660, il Duca di Bracciano Flavio Orsini, per risanare le finanze, cercò di alienare tutti i possedimenti, ma inutilmente.

Alla luce dei fatti ed in risposta alla sempre più pressante richiesta da parte dei creditori, Papa Alessandro VIII, con chirografo del 19 aprile 1690 autorizzerà la Congregazione dei Baroni a vendere “i feudi, castelli, giurisdizioni, titoli, territori e altri beni spettanti agli Orsini e da loro in qualsivoglia modo posseduti”.

Messo all’incanto il 26 agosto 1696, il ducato di Bracciano, verrà aggiudicato a Livio I Odescalchi Duca di Sirmio e Ceri, per la somma di 386.300 scudi e il 1 settembre verrà sottoscritto l’atto d’acquisto presso Marco Giuseppe Pelosi, notaio della Congregazione dei Baroni (4).

Nel corso della Repubblica Romana del 1798-99 Bracciano, inquadrato nel Dipartimento del Cimino costituì il quinto Cantone con alle dirette dipendenze i comuni di Rota, Canale, Oriuolo, Cerveteri, Ceri, Palo, Cesano, Anguillara, Trivignano, Monte Virginio, Monterano, Castel Giuliano e Sasso, Manziana, Pisciarelli, Bagni di Stigliano, Quadroni, Sasso e Santa Severa (5).

Dopo essere stato saccheggiato durante la successiva occupazione francese dei territori della Chiesa, nel 1803 il Castello, per far fronte ad una momentanea difficoltà economica, venne ceduto, con diritto di riscatto, alla famiglia romana dei Torlonia.

Con il riordino dell’amministrazione pontificia e la riorganizzazione del servizio di Posta del 1816 Bracciano venne a dipendere direttamente dalla Direzione di Roma, dipendenza rimasta inalterata anche alla luce del Moto Proprio di Leone XII sull’Amministrazione Pubblica edito il 21 dicembre 1827.

I primi bolli di franchigia di cui posso fornire documentazione certa risalgono agli anni 1832, 1834 e 1836 rispettivamente riportati nelle figure 1, 2 e 3.

Fig. 1 - Bollo di franchigia GONFALONIERE DI BRACCIANO con stemma comunale

Fig. 2 - Bollo di franchigia GONFALONIER/DELLA CITTA’/ DI BRACCIANO

Fig. 3 - Lettera da Bracciano a Roma del 15 maggio 1836 riportante il bollo di franchigia COMUNITA’ DI BRACCIANO/COMARCA DI ROMA con insegne pontificie

Nella successiva figura 4 viene invece presentato il bollo postale in corsivo inclinato che verrà utilizzato dall’ufficio di posta di Bracciano dal 1843 a tutto il 1851 e nei mesi gennaio-aprile del 1864.

Fig. 4 - Bollo lineare in corsivo grande BRACCIANO (Gallenga M., I Bolli del Lazio)

Aderendo al nuovo Governo della Repubblica Romana del 1849, Bracciano si adeguò alle nuove normative postali sia modificando la struttura dei bolli di franchigia attraverso la rimozione degli stemmi pontifici (fig. 5), sia impiantandone dei nuovi riportanti le nuove insegne Repubblicane rappresentate da un’aquila artigliata ad un fascio con scure (fig. 6).

Fig. 5 - Repubblica Romana del 1849. Bollo di franchigia COMUNITA’ DI BRACCIANO/COMARCA DI ROMA con insegne pontificie scalpellate

Fig. 6 - Repubblica Romana del 1849. Bollo di franchigia REPUBBLICA ROMANA MUNICIPIO DI BRACCIANO/COMARCA DI ROMA con aquila repubblicana

Svanito il sogno d’indipendenza durato poco meno di cinque mesi, vennero ripristinati i preesistenti bolli di franchigia riportanti le insegne pontificie (fig. 7).

Fig. 7 - Restaurazione pontificia. Bollo di franchigia GOVERNO DI BRACCIANO con insegne pontificie

Tornato a Roma dopo l’esilio di Gaeta il pontefice promulgò un editto sul governo delle province e sull'amministrazione provinciale che modificò nuovamente l'assetto territoriale dello Stato della Chiesa raggruppando le delegazioni originarie in quattro grandi legazioni, tranne la Comarca e il Patrimonio di San Pietro che confluirono nel Circondario di Roma.

Decaduto come Luogo Baronale, Bracciano, con il proprio circondario costituito dai comuni di Oriolo e Trevignano, fece parte della Provincia di Roma e Comarca. Al 1851 risale il bollo di franchigia della Gendarmeria Pontificia riportato in figura 8.

Fig. 8 - Bollo di franchigia GENDARMERIA PONTIFICIA/LEGIONE DI ROMA/DISTAC. /DI/BRACCIANO con insegne pontificie

Per il movimento della corrispondenza successivo all’avvento dei francobolli nello Stato Pontificio, così il Gallenga a pag. 66-67 della sua opera sui Bolli nel Lazio:

1852-1863. Lettere per Bracciano in porto assegnato, pre-annullate nei diversi tipi dallo sportello di Roma Circondario, della Direzione Postale di Roma:

1854-1863. Lettere di Bracciano per località differenti da Roma, a Roma marcate col bollo “Roma Circondario”.
Nel periodo 1852-1863 Bracciano annullava con freghi a penna le lettere affrancate in partenza.

Il 1 gennaio 1864 Bracciano venne elevato a Ufficio Governativo ed ampliò il proprio circondario acquisendo anche i comuni di Anguillara, Canale, Manziana e Monte Virginio.

L’ufficio di posta, oltre al bollo in corsivo grande di cui accennavo in precedenza (fig. 9) ebbe in dotazione un doppio cerchio con datario (fig. 10) e dal 1868 anche un bollo a losanga di trattini.

Fig. 9 - Lettera da Bracciano a Roma del marzo 1864 affrancata con un valore da 4 bajocchi annullato con bollo lineare in corsivo grande BRACCIANO
(catalogo Filatelia Fischer-Roma, lotto n. 161/105)



Fig. 10 - Lettera da Bracciano a Roma affrancata con un valore da 10 centesimi annullato con bollo a doppio cerchio con data BRACCIANO/2/FEB./68
(catalogo Filatelia Fischer-Rom, lotto n. 111/103)

 

Con voto plebiscitario dell’ottobre 1870, la popolazione di Bracciano espresse la propria volontà di aderire al Regno d’Italia.

 

 

note:

1. la data che segna l’avvento di questa famiglia non è nota, ma per consuetudine è stata scelta quella del 1 settembre 1419, corrisponde all’assegnazione del vicariato di Bracciano agli Orsini fatta da papa Martino V;

2. da cui la via dell’Arazzeria, nel borgo medioevale;

3. Santa Maria della Fiora;

4. per ulteriori approfondimenti vedi Santocchi A. (a cura di), I luoghi dell’acqua. Nel territorio di Bracciano, Archivio Storico Comunale di Bracciano, Bracciano 2010;

5. Leggi relative alla Costituzione della Repubblica Romana, in Roma presso i Lazzarini Stampatori Nazionali, Anno VI Repubblicano, 1798, p. 5.