Storia Postale dello
Stato Pontificio

Stato Pontificio: non solo bolli...
di Francesco Maria AMATO

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Appunti sulla storia postale di SANT'AGATA FELTRIA
- dalla origini all’adesione al Regno d’Italia -
di Francesco Maria AMATO

Narra una leggenda locale che un giorno tre illustri personaggi, saliti successivamente agli onori degli altari: Agata, Leone e Marino, risalivano la valle del Marecchia in cerca di luoghi solitari, ove stabilirsi.

Per sfuggire alle tentazioni carnali, e per ricercare la quiete dello spirito rivolto alla sola preghiera e contemplazione, a un certo momento decisero di separarsi. Marino scelse di salire sul Monte Titano, Leone sul Monte Feltro e Agata sul Monte di Perticara.

Ma anche dalle vette di questi monti i Santi erano attratti a scambiarsi dei saluti e allora Agata scese ad abitare negli anfratti di una roccia detta “Sasso del lupo” o anche “Pietra anellaria”. Questo luogo si chiamò prima "Rocca di S. Agata", e poi, per le numerose abitazioni sorte tutt’intorno al sacello, Pagus di S. Agata (1).

Lasciando alla credenza popolare la veridicità o meno del fatto, gli studiosi fanno risalire le sue origini al periodo Pre-Romano, quando in questi luoghi si insediarono alcune tribù umbre di agricoltori, pastori e cacciatori.

In modo particolare si ipotizza che nel VII secolo a.C. una tribù Sapinia, costituita da popoli Sarsinati e Solonati diedero vita a municipalità separate, fra le quali celebri le città di Solonia e di Sarsina (2). Nel territorio Solonate era compreso quello che ora costituisce il territorio del Comune di Sant’Agata Feltria.

Dopo essere appartenuto ai romani, ai bizantini e ai longobardi, nell’VIII secolo d.C., il castrum Sanctae Agatae passò sotto il vescovado del Montefeltro. Confermato da Onorio II nel 1125, venne successivamente ceduto ai Carpegna, che lo tennero, attraverso varie vicissitudini, fino al 1228 quando Sant'Agata si sottomise a Rimini.

Nel 1315 Ludovico IV infeudava la proprietà ad Uguccione Della Faggiola, cui si alternarono, negli anni a venire, i Tarlati d'Arezzo, lo Stato della Chiesa e la famiglia dei Malatesta che la tenne fino al 1464 quando fu conquistata da Federico da Montefeltro che ne divenne, per concessione di papa Pio II, feudatario.

Ricevuto in dote dalla figlia di Federico, Gentile Feltria, sposa del genovese Giovan Battista Fregoso, nel 1660 il feudo tornò a fare parte dei territori della Chiesa.

Durante il Regno d'Italia napoleonico, Sant'Agata venne inglobata nel Dipartimento del Rubicone, ed è appunto a questo periodo che si riferiscono i bolli postali riproposti nelle figure 1-3.

Fig. 1) - Lineare in cartella rettangolare SANTAGATA F. (Gallenga M., I bolli delle Marche)

 

Fig. 2) - Lineare in stampatello maiuscolo STAGATA FELTRIA (Gallenga M., I bolli delle Marche)

 

Fig. 3) - Bollo accessorio P.P. (porto pagato)


Si tratta rispettivamente del lineare in cartella rettangolare con il toponimo SANTAGATA F., del lineare senza cartella con la dicitura ST.AGATA FELTRIA e del bollo accessorio P.P a significare che la tassa dovuta per il recapito della missiva era già stata pagata.

Con la Restaurazione pontificia del 1816, entrò a far parte della Delegazione apostolica di Pesaro e Urbino, a costituire, unitamente ad altri 24 comuni, il circondario del distretto di Urbino.

La ristrutturazione territoriale del 1817 la pose sotto il governatorato di Pennabilli, con appodiati: Caioleto, Fragheto, Libbiano, Maiano, Monte Benedetto, Palazzo, Petrella, Pereto, Rivolpara, Rocca Pratiffa, Russiano e Poggio, San Donato, Scavolo, Sarsiano, Vacaldola, Villa di Fragheto.

E tale rimase in definitiva anche nel corso del nuovo assetto amministrativo voluto da Papa Leone XII nel 1827, che la vede sede di Governo sempre alle dirette dipendenze del Distretto di Urbino.

Del 1832 e del 1845 sono il bollo tondo di franchigia militare con all’interno la dicitura CI.PI. / BRIGATA / DI / S. AGATA FEL.A (fig. 4) utilizzato per la corrispondenza dei Carabinieri e il bollo tondo MAGISTRATURA DI S. AGATA FELTRIA riproposto in figura 5.

Fig. 4) - Bollo CI.PI. / BRIGATA / DI / S. AGATA FEL.A apposto su lettera per Sant’Agata Feltria città del 9 dicembre 1832 (3).

Fig. 5) - Bollo di franchigia MAGISTRATURA DI S. AGATA FELTRIA con insegne pontificie al centro


Attivamente partecipe ai moti risorgimentali del 1849, dopo aver prestato giuramento alla Repubblica Romana, provvide a modificare i bolli di franchigia postale scalpellando, alla bene meglio, ogni presenza di impronte facenti riferimento al deposto governo (fig. 6).

Fig. 6) - Repubblica Romana. Bollo di franchigia con le insegne pontificie scalpellate


Il 4 luglio 1849, a poco meno di cinque mesi dalla sua proclamazione, la Repubblica cadde, e con essa anche ogni simbolo rivoluzionario (fig. 7) che lascerà nuovamente il posto (fig. 8-9) alle insegne pontificie.

Fig. 7) - Restaurazione pontificia. Bollo repubblicano DELEG.E DI URB.O E PES.O / GOV.O DI S.AGATA con le insegne repubblicane (Aquila Romana) abrase

Fig. 8) - Bollo di franchigia circolare GENDARMERIA PONTIFICIA / LEG. MARCHE / BRIGATA / S. AGATA FELTRIA con insegne pontificie Fig. 9) - Bollo di franchigia in ovale COMANDO DELLA GUARDIA CIVICA / DI / S. AGATA / FELTRIA con le insegne pontificie


In figura 10, riporto il frontespizio di una lettera che Mario Gallenga così commenta dalle pagine del Nuovo Corriere Filatelico (3): Di S. Agata. Feltria ebbi un bollo inedito impresso su di una lettera diretta il 2 maggio 1851 a Talamello – regalo del comm. Fiecchi pochi anni fa. E’ del solo ufficio postale comunale della Delegazione di Urbino che provvide a farsi fare un bollo di franchigia.
In un doppio cerchio è iscritta la dicitura “officio Postale”, ed al centro le lettere “S.A.F.” per Sant’Agata Feltria. E’ certamente una rarità, e sarò sempre grato all’illustre e compianto amico per il gentile pensiero di avermi fatto questo dono.

Fig. 10) - Bollo di franchigia della posta di Sant’Agata Feltria (Il Nuovo Corriere Filatelico “44”, Anno VIII n. 6, Dicembre 1982)

 

Con la successiva riforma amministrativa del 1857, che aboliva le quattro Delegazioni ed introduceva le Province, il Governo di Sant’Agata Feltria venne ad essere compreso nella neonata Provincia di Pesaro e Urbino. Il suo circondario comprendeva il solo comune di Talamello. Nell’ottobre del 1860 aderì al Regno di Sardegna proseguendo il cammino verso l’unità d’Italia.


 

Note:

1. cfr. www.appenninoromagnolo.it/comuni/santagataf_storia.asp (visitato il 7 gennaio 2018);

2. cfr.www.cittadeltartufo.com/item/santagata-feltria (visitato il 7 gennaio 2018);

3. AA. VV., Studi Storico-Postali sui Carabinieri, Soc. Coop. Ric. Artevisive e Cultura Contemporanea, Macerata 1985;

3. Gallenga M., Rettifiche di bolli e bolli inediti delle Marche, seconda parte, in Il Nuovo Corriere Filatelico “44”, Anno VIII n. 6, Dicembre 1982, p. 340.