Storia Postale dello Stato Pontificio: non solo bolli... |
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Appunti sulla storia postale di FERENTINO |
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di Francesco Maria AMATO | ||||||||||||||||||||||
Le origini di Ferentino sono antichissime e avvolte nel mito; la leggenda ne attribuisce la fondazione al dio Saturno che, scacciato dall’Olimpo, si stabilì in questo fertile territorio, fondando altre città e diffondendo le arti e le tecniche. In possesso di una posizione geografica di particolare rilevanza strategica, Ferentino è posizionato sulla sommità di un colle che domina l’ampia vallata del fiume Sacco, rilevante crocevia di importanti vie di comunicazione dirette sia lungo l’asse Nord-Sud (dal Lazio alla Campania) che lungo quello Est-Ovest (dal Tirreno all’Adriatico). Il toponimo della città, fatta eccezione per qualche rara deformazione (Florentinum) è da sempre stato Ferentino, e la sua radice scaturirebbe dalla conclamata fertilità del suolo. Il comune “gigliato”, così chiamato per la presenza di un giglio sovrastato da due chiavi incrociate con il motto “Det tibi florere” (fig. 1) nello stemma comunale, fra il VI e il IV secolo a.C. divenne oggetto d’interesse per Ernici, Volsci e Romani che combatterono aspre battaglie per il suo possesso.
Roma trovò in Ferentino dapprima una fiera avversaria e in seguito una fedele alleata, dandole anche illustri personaggi, primo fra tutti Aulo Irzio, luogotenente di Giulio Cesare, conquistatore e governatore della Gallia, console romano nonché valente storico e scrittore. Proprio questo periodo, è da ascriversi la costruzione delle possenti mura di cinta megalitiche che tanto stupore ed ammirazione suscitano ancor oggi per le dimensioni incredibili dei massi, la tecnica sopraffina di costruzione e l’armonia delle forme. Celeberrima in tal senso è la descrizione che ne fece Marianna Candidi Dionigi nella sua opera “Viaggi in alcune città de Lazio che diconsi fondate da dio Saturno” pubblicata nel 1809 e corredata anche da piantine ed illustrazioni pittoriche. Subito evangelizzata (pare già ad opera di San Pietro), Ferentino divenne ben presto sede di diocesi e si arricchì di notevoli luoghi di culto quali la Cattedrale dedicata ai santi martiri Giovanni e Paolo e l’abbazia gotico cistercense di Santa Maria Maggiore; opere queste che per l’alto contenuto artistico in entrambe presente, sono classificate come monumento nazionale. Non meno rilevante è anche il monastero di Sant’Antonio Abate che, fondato da Celestino V, ne ospitò per diversi anni le spoglie, oggi venerate l’abbazia di Collemaggio (Aquila). A Ferentino resta tuttavia ancora il cuore del Santo, gelosamente custodito presso il monastero delle suore Clarisse. Grazie a papa Innocenzo III, che ne fece la sua sede privilegiata, dal 1198 al 1557 Ferentino fu capoluogo delle provincie di Campagna e Marittima che praticamente comprendevano le terre di tutto il Lazio meridionale. Ruolo questo che andò tuttavia sempre più a scemare quando sul finire del XVI secolo, i rettori di Campagna spostarono la loro sede sempre più spesso ad Anagni e a Frosinone. La riorganizzazione religiosa avvenuta tra la fine del ‘500 e tutto il secolo a venire, portò un notevole incremento demografico caratterizzato da un non indifferente processo di rinnovamento edilizio. Ma non solo. L’inizio del XVIII infatti, segnò il via ad una vasta opera di bonifica tendente a liberare le terre a valle dall’insidia della malaria e a favorire, nel contempo, l’estensione delle aree da destinare alla coltivazione (1). Nel corso dell’occupazione francese dei territori della Chiesa e della Repubblica Romana del 1798 il comune di Ferentino, inquadrato nel Dipartimento del Circeo, venne elevato a Cantone con circondario comprendente i comuni di Supino e Morolo (2). La popolazione si ribellò ai francesi ed alla repubblica romana, e venne a formare diversi corpi armati controrivoluzionari. Le lotte che ne seguirono furono tuttavia impari, e la città venne espugnata e sottomessa. Non pochi furono i ferentinati che persero la testa sulla ghigliottina. Con la restaurazione pontificia e la successiva sistemazione delle delegazioni apostoliche voluta da Papa Pio VII nel 1816, Ferentino entrò a fare parte del vastissimo circondario della Direzione di Frosinone, e tale rimase fino al 1817 quando venne elevata a Distribuzione postale di I Classe (fig. 2) con circondario costituito dai comuni di Collepardo, Morolo e Supino.
Nel 1826 la posta di Ferentino ebbe in dotazione i bolli accessori Affrancata e Assicurata (fig. 3, 4) che erano stati utilizzati in precedenza dalla posta di Frosinone.
Il circondario rimase immutato fino alla riforma sull’amministrazione pubblica introdotta da Leone XII con Moto Proprio del 21 dicembre 1827, quando venne a perdere il comune di Collepardo, transitato nel circondario di Alatri. Alla figura 5 il nuovo lineare in uso dal 1847 dall’ufficio di posta di Ferentino.
Superata la breve parentesi risorgimentale della Repubblica Romana del 1849, alla luce della nuova suddivisione amministrativa, nel 1857 il Governo di Ferentino dipese dalla Provincia di Frosinone mantenendo inalterato il proprio circondario postale. Al periodo della restaurazione pontificia risalgono i bolli di franchigia riproposti nelle figure 6, 7, 8. Nella figura 9 invece il bollo a griglia impiegato per obliterare i francobolli apposti sulle lettere in partenza dall’ottobre 1855 al luglio 1869.
Nel 1864 Ferentino divenne Ufficio Governativo e tale rimase fino alla caduta dello Stato Pontificio quando con voto plebiscitario dell’ottobre 1870, i ferentinati espressero la propria volontà di aderire al costituito Regno d’Italia. La figura 10 e 11 ci propongono la griglia e il doppio cerchio con data, impiegati dall’agosto del 1869 al 1870.
1. Popolazione: anime 10,500 circa; 2. grado della Distribuzione: Distribuzione di 1ma Classe; 3. Località dell’Ufficio attuale: situazione buona sulla Piazza, ma ufficio assolutamente improprio, umido, senza fenestre, e senza ferrate; 4. stemmi esistenti, iscrizioni ecc.: nessuno stemma, nè iscrizioni; 5. descrizione dè mobili: banconcino usato. Scansia a caselle soverchiamente ristretta. Altra scansia per carte d’ufficio usatissima. Cancellata in legno cadente che dimezza l’ufficio per distribuire le lettere. Due sedie andanti; 6. descrizioni dè timbri di ufficio, utensile, ecc.: timbro a nero lungo Anagni logoro, timbro a nero lungo Assicurata logoro, timbro a nero lungo Affrancata, mancante timbro rotondo Distribuzione di …, e l’altro a cera lacca; bilancia piccola a cordoni inservibile, e per il peso di pieghi obbligato il distributore a rivolgersi al farmacista; 7. nome e cognome del distributore: Giuseppe De Andreis; 8. età: anni 32; 9. anni di servizio: anni 4, ed altri 8 d’interinato; 10. soldo mensile retribuito dal Comune: scudi 6,25 comprese le spese d’ufficio; 11. informazioni sulla condotta del distributore: buonissime notizie sulla condotta specialmente da parte di Monsignor Vescovo; 12. idoneità del distributore stesso: abbastanza capace, ed istruito; 13. impiegati sussidiari: senza alcun impiegato di soccorso; 14. distanza in miglia Romane dalla Distribuzione al Capoluogo da cui riceve la corrispondenza: miglia 3 dalla stazione; 15. qualità della strada che si percorre: rotabile, e piuttosto buona; 16. mezzi attuali di trasporto: postino Ambrogio Pettorini che ha attivato un legnetto con 4 posti; 17. idoneità del postino o conduttore: poca esattezza nel servizio, perché obbligato al comodo de viaggiatori; 18. assegnamento mensile al medesimo postino: Scudi 15 mensili assegnati quasi esclusivamente per l’attivazione richiesta dal Comune di un comodo per i viaggiatori; 19. anni di servizio: da moltissimi anni; 20: compatibilità del nuovo circondario: non si trova incompatibile l’attuazione del nuovo Circondario; 21. distanza in miglia da ciascun luogo, o paese alla Distribuzione da cui deve dipendere, e qualità della strada da percorrersi: per Genzano miglia 9 (vedasi l’annotazione al n. 22), per Trevigliano miglia 10, per Vico miglia 12, per Collepardo miglia 12, per Fumone miglia 5, per Alatri miglia 7; 22. osservazioni generali: le eccezioni mosse da Monsig. Delegato sull’attuazione del predetto Circondario vengono combattute dalle Autorità locali, le quali sostengono che i suddetti Paesi possono benissimo concentrarsi a Ferentino, passando Guarcino, Trevigliano, Vico per l’Osteria di Pitocco, e la Madonna di Fumone, e gli altri per strade traverse buone per cavalcatura, siccome lo prova il fatto che sono costrette a prelevare il sale dalla dispensa di Ferentino. Avvertire che Alatri vuole ad ogni costo concentrarsi a Frosinone, e che dal Governo di Alatri dipendono i Comuni di Torre, Fumone, Collepardo. Note: 1. cfr. www.laciociaria.it/comuni/ferentino.htm e www.comune.ferentino.fr.it (visitati in data 10 gennaio 2018); 2. Leggi relative alla Costituzione della Repubblica Romana, in Roma presso i Lazzarini Stampatori Nazionali, Anno VI Repubblicano, 1798, p. 6.
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