Storia Postale dello Stato Pontificio: non solo bolli... |
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Appunti sulla storia postale di CAMPAGNANO |
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di Francesco Maria AMATO | ||||||||||||||||||||
Situato a poco più di 30 chilometri a Nord di Roma, sulle pendici del monte Razzano a circa 270 m. sul livello del mare, il paese sorge su un’altura composta da roccia tufacea, circondata da fossi naturali. Il territorio, che comprende anche la costa orientale del lago di Martignano e parte del Parco regionale di Veio, è costituito da altopiani che vengono utilizzati a coltivazioni agricole, da valloni scavati da fossi e da pendici ricoperte da boschi allo stato naturale. Con presenze di insediamenti stanziali sin dall’età del Bronzo, fattispecie a ovest di Monte Razzano, nei pressi della valle di Baccano e del lago di Martignano, dopo aver fatto parte integralmente del territorio posto sotto il diretto controllo degli Etruschi, Campagnano entrò successivamente a fare parte del dominio romano. Un periodo di forte aumento demografico e di nuovi insediamenti abitativi coincise con l’apertura, nella valle di Baccano, subito a ridosso della strada romana, della Mansio ad Vacanas, ovvero una stazione di posta, per il ristoro dei viaggiatori ed il cambio dei cavalli. Costruita su strutture di epoca repubblicana, la mansio era composta da un’area adibita al riposo del viaggiatore (impianti termali e botteghe), da un’area adibita alla cura dei cavalli (stalle e rimesse) e da un’area adibita alle attività pubbliche (caserma dei soldati, piazza del mercato, portico con fontana). Gli scavi che sono stati condotti sul territorio, hanno confermato il percorso della strada, segnalato negli antichi itinerari. Passato sotto l’autorità della Chiesa, il Papa, con l’intento di colonizzare nuovamente la campagna romana ormai disabitata e abbandonata a se stessa, diede vita alle Domuscultae, zone amministrate e difese dal governo della Chiesa destinate ad un’agricoltura mista. Ed è grazie a queste strutture che nel 1076, attraverso lo smembramento della Domusculta Capracorum, che ci viene fornita la prima prova documentale della esistenza di Campagnano. All’inizio del Quattrocento il senato di Roma cedette la città di Campagnano a Gentile Orsini, e con Orsini ebbe inizio il suo periodo d’oro. Campagnano subisce grandi trasformazioni urbanistiche divenendo, intorno al XV secolo meta di soggiorni di papi, cardinali, nobili di alto rango onde poter godere appieno dell’aria salubre della campagna romana, nello stesso momento in cui a Roma infuriava la peste nera. Nel corso della prima metà del Cinquecento gli Orsini edificarono un castello che ebbe notevole importanza militare, strategica e architettonica in tutto l’alto Lazio rinascimentale, opera che purtroppo venne in parte demolita nel Settecento. Nel 1588 Campagnano e altri castelli, vennero annessi al ducato di Bracciano. Viene costruito un nuovo borgo che più a sud rispetto a quello medievale chiamato il Borgo Paolino, oggi corrisponde a Corso Vittorio Emanuele; viene costruita la colossale Porta Romana, dai campagnanesi chiamata l’Arco, simbolo dell’intera cittadina. L’espansione dell'abitato di Campagnano che si ha in questo periodo porta al graduale abbandono e del centro storico, che durerà fino alla fine dell’Ottocento. Il borgo verrà restaurato e rivalutato solo con l’inizio del secolo successivo. Con l’avvento della Repubblica Romana del 1798, Campagnano venne a fare parte del Dipartimento del Cimino a costituire il Cantone di Morlupo unitamente ai comuni di Castel Nuovo di Porto, Civitella, San Paolo, Torrita, Nazzano, Filacciano, Leprignano, Mazzano, Fiano, Rignano, Magliano, Pecorareccia, Scrofano Formello e Posta di Baccano (1). Ripristinato il potere temporale del papa sui territori della Chiesa, con il nuovo assetto territoriale voluto da Pio VII nel 1816, il comune di Campagnano venne a fare parte del territorio della Comarca di Roma, dipendendo postalmente da “Roma Circondario”. E tale rimase fino al 1827 quando la nuova composizione amministrativa del Lazio, regolamentata dal Moto Proprio di Leone XII del 21 dicembre 1827, vide Campagnano, elevato a Governo con un proprio circondario composto dai comuni di Anguillara, Cesano, Formello, Magliano Pecorareccio, Mazzano, Monterosi e Trevignano, inquadrato nel Distretto di Roma. La prima impronta di franchigia postale di cui posso fornire una chiara immagine risale al 1830 e si tratta di un ovale con la dicitura su quattro righe COMUNE / DI / CAMPA=/ GNANO (fig. 1).
Al 1848 risale la franchigia postale GUARDIA CIVICA / DI CAMPAGNANO riportato in figura 3.
Con la Proclamazione della Repubblica Romana del 1849, i campagnanesi, ligi alle disposizioni impartite dal Governo repubblicano, modificarono i bolli di franchigia cercando di rendere non riconoscibile ogni presenza che riconducesse al passato governo. A questo periodo fanno riferimento le impronte di franchigia riportate nelle figure 4 - 7.
Scrive il Gallenga (2) relativamente al movimento della corrispondenza dopo l’adozione dei francobolli: Dall’aprile del 1869 al 1870, l’ufficio di posta di Campagnano ebbe in dotazione il bollo a doppio cerchio con data. Alle figure 9 e 10 vengono presentate due lettere da Campagnano per Roma rispettivamente affrancate con un valore da 1 baj annullato con freghi a penna del febbraio 1866, e con una coppia orizzontale da 5 centesimi annullata con bollo a due cerchi con data di Campagnano del 24 settembre 1869.
Invitata ad esprimere il proprio consenso, con Plebiscito del 2 ottobre 1870 i campagnanesi votarono l’annessione al Regno d’Italia. Note: 1. Leggi relative alla Costituzione della Repubblica Romana, in Roma, presso i Lazzarini Stampatori Nazionali, Anno VI, Repubblicano 1798, p. 5; 2. Gallenga M., I bolli del Lazio, Italphil, Edizione Studi Filatelici, Roma 1976, p. 68. |
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