Storia Postale dello Stato Pontificio: non solo bolli... |
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Appunti sulla storia postale di PROSSEDI |
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di Francesco Maria AMATO | ||||||||||||||
Le prime tracce di insediamenti umani nel territorio di Prossedi risalgono al periodo pre-romano. Tracce, non testimoniate da fonti scritte ma da diversi ritrovamenti archeologici che, individuati sull’altopiano del Borgo, hanno portato alla luce la presenza di antichi muri, realizzati con pietre di piccole dimensioni che dovevano costituire primitive abitazioni. Fra le varie storie e leggende che circolano sulla nascita di Prossedi, forse più veritiera e accreditata potrebbe essere quella secondo la quale Prossedi sia stato fondato da sei famiglie dell’antica Privernum che intorno al VII secolo d.C. si rifugiarono su una collina non molto lontana dal paese natio, dalla quale si poteva controllare l’intera valle dell’Amaseno, attraversata molto spesso da nemici ed eserciti stranieri. Queste famiglie si riunirono costituendo un piccolo villaggio, primo nucleo abitato della futura comunità di Prossedi, chiamato prima Castrum e successivamente Persei (dalle sei famiglie privernate che lo fondarono). Testimonianza scritta del fatto, si trova nel libro La Regia, & antica Piperno (1). Nel corso dei secoli il nome Persei venne sostituito da Proxeudi con probabile riferimento al verbo greco Proséidon, ovvero guardare verso; sicuramente in riferimento alla posizione strategica del paese, dalla cui altura si gode, ancora oggi, della veduta di tutta la valle dell’Amaseno. La prima fonte storica sulla esistenza di Prossedi risale al 1125, anno in cui il paese venne distrutto e dato alle fiamme dalle truppe inviate da papa Onorio II. Successivamente ricostruito, questa data segna l’inizio di un susseguirsi di continui passaggi di proprietà tra famiglie nobiliari. Divenuto proprietà dei Conti di Ceccano nel 1128, intorno al 1391 passò ai Raimondo De Cabanis, che lo tennero fino al 1425 quando passò nuovamente sotto l’amministrazione dei Conti di Ceccano. Ceduto nel 1534 ai Chigi di Siena, dopo appena dieci anni lo vediamo di proprietà di Luca e Anna De Massimi che, alla loro morte, lo lasciarono in eredità al nipote diletto Cardinale Lorenzo Altieri. Passato di mano al marchese Livio De Carolis nel 1726, e al Marchese Girolamo Belloni nel 1746, dopo quattro anni tornò fra le proprietà degli Altieri. L'ultima famiglia alla quale appartenne Prossedi fu quella dei Gabrielli che lo acquistò nel 1758 dagli Altieri. Con scritto del 1º ottobre 1762 Angelo Gabrielli ottenne da papa Clemente XIII il titolo di principe riunendo i feudi di Prossedi, Pisterzo e Roccasecca dei Volsci in un unico principato. Placido Gabrielli fu il quarto e ultimo principe di Prossedi. Diversi interventi operati nel corso del XVIII secolo hanno modificato lo spazio urbano medievale, come quello del Belvedere e dell'area della chiesa. L’avvento della prima Repubblica Romana del 1798 e dell’occupazione dei territori pontifici da parte delle truppe francesi, vede Prossedi incamerata nel Dipartimento del Circeo a costituire il circondario del Cantone di Ceccano unitamente ai comuni d Vallecorsa, San Lorenzo, Santo Stefano, Giuliano e Pisterzo (2). Con la Restaurazione dello Stato della Chiesa e la successiva riforma del 1816 il comune venne incorporato nel circondario della Direzione di Velletri, e tale rimase fino al 1817, quando, divenuta Piperno Direzione Postale di I Classe, transitò nel suo circondario amministrativo congiuntamente ai comuni di Maenza, Pisterzo, Roccagorga, Rocca Secca e Sonnino. Al 1826 risale il bollo di franchigia ovale COMUNE / DI / PROSSEDI riportato in figura 1.
Nel 1827, in esecuzione delle disposizioni contenute nel Moto Proprio di papa Leone XII, i Governi di Piperno e Sezze, con i relativi comuni dipendenti, vennero a far parte dalla Delegazione di Frosinone costituendo il circondario amministrativo del Distretto di Terracina. In figura 2 e 3 i bolli postali in stampatello diritto PROSSEDI, nei colori nero e bruno impiegati dall’ufficio di posta dal 1840 al 1870.
Prestando giuramento di fedeltà all’instaurata Repubblica Romana del 1849, la comunità ispirandosi ai dettami burocratici imposti dal neo nato Governo, modificò i propri bolli di franchigia rimuovendo, alla bene meglio, ogni presenza di impronte pontificie (fig. 4).
Nell’ambito della successiva riorganizzazione amministrativa che portò al ripristino dei bolli pontifici (fig. 5) e all’istituzione delle Provincie in luogo delle Delegazioni, Prossedi venne incorporato nella Provincia di Frosinone sotto le dirette dipendenze del Governo di Piperno unitamente Maenza, Pisterzo, Rocca Gorga e Rocca Secca.
E tale rimase fino al voto plebiscitario dell’ottobre 1870, con il quale i prossediani espressero la propria volontà di aderire al Regno d’Italia. . Note: - 1. opera di Fra Teodoro Valle da Piperno pubblicata nel 1673; - 2. Leggi relative alla Costituzione della Repubblica Romana, in Roma, presso i Lazzarini Stampatori Nazionali, Anno VI, Repubblicano 1798, p. 6; Per ulteriori approfondimenti si consiglia la visita dei siti www.lepinimagazine.it/storia-di-prossedi-paese-dallorgoglioso-spirito/ e www.provincialatina.com/Comuni/prossedi.asp entrambi visitati il 15 marzo 2017. |
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