Storia Postale dello Stato Pontificio |
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Appunti sulla storia postale di CINGOLI |
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di Francesco Maria AMATO | ||||||||||||||||||||||
Le origini di Cingoli risalgono ad epoca antichissima. Basti pensare i primi insediamenti umani, localizzabili sul colle su cui è oggi ubicata la cittadina, ci portano nell’Eneolitico, ovvero indietro nel tempo di circa 5000 anni. Abitato intorno al IX secolo a.C. da popolazioni picene, Cingulum, il cui significato etimologico sta ad indicare “qualcosa che cinge”, fu fondata nel III secolo a.C. occupando la zona dell’attuale Borgo San Lorenzo. Citata nel De bello civili di Cesare, la città fu fortificata e restaurata, a proprie spese, intorno al 60 a.C., da Tito Labieno, natio del luogo e luogotenente di Cesare in Gallia. In età augustea, divenne municipium della tribù Velina, all’interno del V regio. Devastata dalle invasione barbariche portate dai Goti e dai Longobardi divenne successivamente feudo del vescovo di Osimo. Attraverso il documento Descriptio Marchiae Anconitanae, è possibile ricostruire, a grandi linee, il contesto geo-politico di Cingoli: verso la prima metà del trecento contava circa 5000 abitanti e comprendeva un centro urbano e un vasto contado dove sorgevano i castelli di Castreccioni, Colognola e Sant’ Angelo e le ville Coldelci, Colderaso, Strada, Torre, Colle, Troviggiano e Lavenano. Nella seconda metà del secolo XII, i cingolani fecero della città un libero comune. In età comunale, molto fiorenti furono le attività artigianali, commerciali ed artistiche. Dal XVI secolo Cingoli fu interessata da uno sviluppo economico ed urbanistico piuttosto rilevante e nel 1725, vista l’importanza acquisita, vi fu ripristinata l’antica cattedra vescovile (1). Nel corso della Repubblica Romana del 1798-99 Cingoli, inquadrato nel Dipartimento del Musone, costituì il secondo Cantone con alle dirette dipendenze i comuni Staffolo, Colognola, Castreccioni e Castelsantangelo (2). Caduta la Repubblica Romana, nel corso della successiva occupazione francese dei territori della Chiesa e della relativa ripartizione territoriale amministrativa che ne scaturì, Cingoli venne nuovamente inglobata in seno al Dipartimento del Musone N.40 con capoluogo Macerata. Al 1808, 1811 e 1815 risalgono il bollo lineare in stampatello maiuscolo diritto con il toponimo della località, il bollo accessorio P.P. (Porto Pagato) e l’ovale GOVERNO PROVVISORIO / COMUNE / DI / CINGOLI rispettivamente presentati nelle figure 1, 2 e 3.
Con il riordino dell’amministrazione pontificia e la riorganizzazione del servizio di Posta del 1816, Cingoli venne a fare parte della Provincia della Marca costituendo il circondario amministrativo del Governo Distrettuale di Macerata unitamente ai Comuni di Apiro, Appignano, Civitanova, Monte Cassiano, Monte Cosaro, Monte Granato, Monte Milone, Monte Olmo, Monte San Petrangeli, Morrovalle, Sant’Elpidio a mare, San Giusto e Treja. Al 1820 risale il bollo di franchigia della Brigata dei Carabinieri di Cingoli presentato in figura 4;
e al 1821 e 1822 quelli nelle figure 5 e 6 rispettivamente raffiguranti il bollo accessorio P.P. (in forma speculare) e il bollo lineare in stampatello maiuscolo diritto con il toponimo della località racchiuso in una cartella rettangolare.
Del 1825 è invece il bollo Affrancata riproposto in figura 7.
In virtù dei contenuti del Moto Proprio di Leone XII sull’Amministrazione Pubblica edito il 21 dicembre 1827, Cingoli venne a fare parte della nuova Delegazione di Camerino e Macerata costituendo sempre il circondario di Macerata insieme ai Governi di Civitanova, Mont’Olmo Tolentino e Treja. In figura 8 il bollo circolare POSTA / DI / CINGOLI impiegato fino al 1838, e in figura 9 quello impiegato nel corso della Repubblica Romana del 1849.
Con l’avvento dei francobolli nello Stato Pontificio la posta di Cingoli impiegò quale annullatore il lineare in cartella riprodotto in figura 1. Data l’usura del timbro, spesso il bollo risulta con impronta parziale (fig. 10).
Abrogate le Delegazioni ed introdotte le Provincie, il Governo di Cingoli, alle dirette dipendenze della Provincia di Macerata, ebbe un proprio circondario costituito dai comuni di Apiro e Ficano. Al 1858 risale il bollo in stampatello diritto grande ASSICURATA riportato in figura 11.
Dopo che l’11 settembre 1860 le Marche e l’Umbria vennero occupate dalle truppe Sarde al comando del Generale Manfredo Fanti, con plebiscito del 5 novembre 1860 Cingoli venne annesso al Regno di Sardegna. Note: 1. cfr. turismo.comune.cingoli.mc.it/alla-scoperta-del-comune/la-storia/ (visitata il 15 settembre 2018); 2. Leggi Relative alla Costituzione della Repubblica Romana, Roma, Stampatori Nazionali, Anno VI Repubblicano, 1798, p. 12. |
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