Storia Postale dello Stato Pontificio: non solo bolli...
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La ricevuta di pagamento di un telegramma nello Stato Pontificio | ||||||||||||
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Una cosa semplice e simpatica, mi direte. Ma vediamola meglio. Porta il Numero 6 e visto che è Dall’Ufficio Telegrafico in Roma li 1 marzo 1856 alle ore 2.40 pomeridiane, la numerazione, ripartendo sempre ogni mese, è giustificata. Quindi percorrere, via filo, il territorio pontificio da Roma a Bologna, da qui a Modena (ducato) e da qui non andare più nel regno Lombardo Veneto passando per Guastalla, Luzzara, Borgoforte, Mantova come fino a qualche anno prima, ma per Reggio, Parma, Piacenza arrivare a Milano. Per questo dispaccio di 24 parole (nel primo scaglione pontificio per l’interno per cui era prevista una tariffa di 48 baiocchi) pagò ben 4 scudi e 48 baj per solo “Telegrafamento”, una cifra enorme, equivalente a più di 24 lire italiane. Se pensate che una lettera da Roma a Milano veniva allora affrancata con un francobollo da 8 baj, vedete che il telegramma è costato, per sole 24 parole, ben 58 volte una lettera! Una lira a parola! Certamente importantissimi affari avranno imposto questa spesa e richiesto questa costosissima urgenza, dato che allora una lettera da Roma a Milano impiegava in media solo tre giorni. Queste informazioni le abbiamo tratte dall’opera di Valter Astolfi “Il telegrafo in Italia 1847-1946”, AICPM 2011, che censisce queste ricevute di telegramma dallo Stato pontificio solo dal 1857. Questa è del 1° marzo 1856 ed è per Milano, allora estero, essendo austriaca.
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