Storia Postale dello Stato Pontificio: non solo bolli...
|
|
|||||||||||
Rispedizioni con bolli di tassazione | ||||||||||||
Thomas Mathà (A.I.E.P.) | ||||||||||||
La lettera non reca bolli di transito, per cui si può concludere che sia transitata per la Toscana in plico chiuso (passando via di Milano invece ci sarebbero delle impronte).
Nella prima metà del XIX secolo, Vincenzo Bossi (1789-1857), figlio di Domenico Bossi, già stampatore a Spoleto, fu tipografo, con sede nella Piazza della Libertà. Nella seconda metà del 1800, e più precisamente nel 1851, la tipografia maturò un nuovo assetto societario attraverso la fusione della ditta Vincenzo Bossi con Gherardo Gherardi proveniente da Forlì. Entrambi furono tipografi e negozianti di libri e stampe a Spoleto e, oltre all'attività editoriale, si occupavano anche della stampa di manifesti, prima per lo Stato Pontificio e successivamente per il Regno d'Italia, come ad esempio proclami, editti e bandi. La tassa di 12 baj era prevista dalla Notificazione Tosti del 1844 per lettere provenienti dagli Stati Sardi e dirette a direzioni della prima distanza. Orbene, la lettera veniva aperta, e il primo destinatario a Spoleto decise di rispedirla al Sig. Gherardi a Forlì (Romagne, 3ª distanza). Come sappiamo questa cosa? La rispedizione in questo caso venne effettuata ripiegando la lettera, così il primo retro spariva ed appariva il secondo. Arrivava dunque a Forlì il 22 marzo. La rispedizione comportava il pagamento di un ulteriore tassa per le poste pontificie, che per il loro servizio chiedevano 5 bajocchi, la tassa prevista dal Decreto Tosti per lettere spedite dalla prima distanza, primo raggio, alla terza distanza. Spoleto era una delle quattro Direzioni postali pontificie che si erano dotate di bolli particolari la tassazione delle lettere a carico del destinatario (diverse quindi dai bolli di impostazione per le lettere affrancate).
In questo caso vediamo l’impiego del bollo “5”, che rispecchia la tassa. Non mi sono note altre lettere provenienti dall’estero e rispedite utilizzando un bollo di tassazione pontificio. Da notare che il “5” di Spoleto è uno dei bolli più rari (sono comuni i bolli 1, 2, 3, 4 e 6).
Thomas Mathà |