Stato Pontificio: non solo bolli... Storia Postale dello
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Il riuso delle Lettere: ovvero l’importanza di non sprecare la carta | ||||||||||||||||||||||||||||||
Luca Dermidoff | ||||||||||||||||||||||||||||||
Scopo di questo articolo è pertanto quello di mettere in risalto, mediante alcuni esempi di corrispondenza inviata e rispedita riutilizzandone l’involucro cartaceo anche a distanza di anni, quanto fosse importante e necessario non sprecare la carta potendo avere, almeno, una seconda vita. Oggigiorno diamo per scontata l’esistenza e la disponibilità quotidiana della carta intesa come materiale di scrittura e di stampa, sia ad uso privato che professionale, ma nell’800 ciò non lo era affatto. Lo Stato Pontificio è stato un grande utilizzatore di carta, per lo più di ottima qualità, proprio per la sua funzione di amministrazione dello stato interno e di divulgazione del credo religioso nel mondo. Esso si avvalse di diverse cartiere situate in territorio pontificio, come ad esempio le Cartiere Pietro Miliani di Fabriano e Graziosi di Subiaco, ed estere come la francese Canson Frerès e la britannica Bath. Esse furono usate anche in ambito filatelico per la produzione di carta per stampare i francobolli. Notoriamente i francobolli dello Stato Pontificio non avevano filigrana, ma la carta sì, assieme ad impronte a secco presenti anche su alcuni francobolli sulla cui carta erano stampati (carta Bath). La prima doppia lettera (fig.1-2-3) del 24/10/1857, non affrancata, parte da Ischia ora Ischia di Castro (VT), via Acquapendente, per Gradoli (VT). Da Gradoli stessa fu successivamente rispedita ad altro destinatario il 30/10/1857 a Viterbo sempre via Acquapendente, qui fu ritenuta di affrancatura insufficiente e tassata in arrivo per altri 2 baj. Entrambe le lettere presentano manoscritto il testo interno con vicendevoli comunicazioni commerciali.
Il 28/08/1866 parte la lettera da Ripi per arrivare a Ceprano, via Frosinone, il giorno stesso.
La terza doppia lettera (fig. 7-8-9-10) è uno stampato di un tariffario carni, spedito e rispedito tra Anagni (FR) e Ferentino (FR), del 29/07/1869, con rispedizione arrivata il 02/08/1869. Lo stampato, spedito tra Gonfalonieri di 2 comuni distanti 13 km tra loro, è estremamente nitido nell’affrancatura e la coppia del 5 centesimi presenta la varietà con l’assenza del punto dopo la cifra 5 (varietà non citata nel certificato fig.9). All’annullo di Ferentino è stato assegnato il punteggio di 7 punti. Rispedizioni con affrancature di composizione diversa, a parità di tariffa, sono meno frequenti rispetto a quelle uguali tra loro e più infrequenti nella seconda e terza emissione dato il ridotto periodo di utilizzo rispetto alla prima emissione.
Continuando nel percorso della serie “non si butta via niente” e dell’importanza che aveva la carta all’epoca, esploriamo la storia di questa quarta doppia lettera (fig.11-12), senza testo interno, la quale fu indirizzata al medesimo destinatario, il Marchese Carlo Gualtiero, che in qualità di destinatario delle missive si trovava, in tempi diversi, in due città diverse ed in due nazioni diverse. Il primo uso, corrispondente ad un lato della lettera, descrive un percorso da Orte a Bagnorea, oggi Bagnoregio, entrambe in provincia di Viterbo ed all’interno dello Stato Pontificio, ed è affrancato con un francobollo da 2 baj con annullo pontificio di Orte (fig.11), dove però non è possibile identificare la data di partenza o arrivo.
Il destinatario di questa lettera in 2 tempi è, come precedentemente menzionato, il Marchese Carlo Gualtiero, antica famiglia nobile di Orvieto (Marchesi di Corgnolo, Patrizi Romani, Patrizi di Orvieto, Nobili di Viterbo, Nobili di Loreto). Questa lettera ha attirato la curiosità della rivista americana “Vatican Notes” che ne scrisse un articolo a riguardo nel novembre del 2007, per mano del Rev. Edward J. Mullowney importante collezionista americano, come riportato nelle immagini allegate (fig.13 e 14).
- Vatican Notes novembre 2007 Luca Dermidoff
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