Storia Postale dello Stato Pontificio: non solo bolli...
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I Cappelli del Parroco | ||||||||||||
Thomas Mathà dell’Accademia Italiana di Filatelia e di Storia Postale |
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PERCORSO > S.P. Stato Pontificio > questa pagina Queste due lettere inviate da Roma a Fusine del 1833/1834 svelano alcuni particolari di storia postale interessanti.
Nella prima lettera (7.2.1833) il commerciante ricorda della “spedizione delli denari per la posta della Cappellania Fumiatti”. Interessante la nota sulla prassi commerciali, “La pregavo di darmene subito riscontro perchè questo sarebbe come una ricevuta e serve anche per una mia cautela. Spero che lei mi vorrà favorire e ne fare come fanno tanti altri che dopo hanno ricevuto il loro intento no si curano d’altro, ma qui si tratta di denaro, perciò mi pare che sia giusto di avere le mie giustificazioni perché da un momento all’altro può nascere qualche inconveniente ed io mi troverei con le mosche in mano (…)”. Seguono i conti tra i due: Che il denaro non era poi tutto nella vita si scopre dalla nota finale del commerciante, che scrive “Riguardo all’incomodo pregovi potendo celebrarmi qualche Messa, acciò quella ricompensa che dovrei avere in questo Mondo la possa trovare nell’altro che sarà la migliore.” Purtroppo non sono riuscito a scoprire dove si trovava la Cappellania Fumiatti (forse in Valtellina?).
Solo le lettere totalmente prepagate, dove tutto era stato pagato in partenza (e nulla era più da incassare da un altro ufficio postale) potevano essere bollate da un timbro del genere. Non ha cancellato l’importo (errato) di 3 baj, ma è stato aggiunto l’importo corretto di impostazione attraverso il solito timbrino rosso 5 (Gallenga n. 16) che solo l’ufficio della capitale usava. Un comportamento non proprio rigoroso, da biasimare. Si vede che l’ufficio è stato migliore nella lettera successiva, dove vediamo il bollo non comune P / ROMA / 4 SETT. / 1834 (non impresso proprio nitidamente), sul retro ancora il timbro d’impostazione 5. L’uso del bollo a 4 righe è interessante: secondo il Gallenga (che lo ha catalogato al n. 12) è stato utilizzato dal febbraio a novembre 1834 (a partire dal 6.2.), quindi è la prima data nota di questo bollo. La P sta a mio avviso per pagato ed evidenzia il prepagamento (in questo caso parziale e non totale) della lettera. Entrambe le lettere sono state tassate 18 (Kreuzer) all’arrivo e portano il bollo di Sondrio (16.2. e 10.9.) sul retro. Vediamo quindi un tempo di percorso di 9 e di 6 giorni Roma-Sondrio, forse a febbraio, in pieno inverno, era ancora più faticoso per la diligenza postale. La tassa applicata si spiega in questo modo: all’importo di 14 Kr per la massima distanza interna austriaca (oltre 12 stazioni di posta dal confine, tariffa 1823) sono stati aggiunti 4 Kr diritti di transito (dal 1827) in quanto la lettera evidentemente era transitata a Bologna. Che cosa abbiamo imparato: oltre insegnamenti di vita, anche postali! Thomas Mathà |