Stanotte nessuno ha bussato alla mia porta, solo mi è apparso in sogno mio Padre.
E di cosa, noi due, si poteva parlare se non di filatelia?
Lui ricordò quanto io mi opponevo ai suoi incitamenti alla ricerca di un più consono giro d’affari.
Era la nostra una veduta differente dello sviluppo della filatelia.
Io ero diffidente.
Se i francobolli aumentano di valore – Lui diceva – il collezionista non solo ne resta felice, ma la sua passione aumenta e così diventa più disposto a spendere, mentre io ne ero scettico: avevo da poco preso in mano la sua attività in attesa e nella speranza di un Suo rientro in Italia dopo la prigionia.
Durante la guerra era corsa voce che i francobolli erano un sicuro rifugio di capitali, e così molti erano quelli che erano accorsi agli uffici postali.
Tutto era oro: i francobolli venivano acquistati a man bassa: spezzature, serie incomplete, valori isolati.
Gli americani avrebbero poi acquistato…
Mio Padre tornò da Auschwitz e così fu possibile conoscere quella incredibile verità.
Poi arrivarono gli americani a comandare. Ma non chiesero di essere aggiornati sulle emissioni filateliche del periodo bellico e fu così che io vissi una realtà diversa dalle attese.
Piovvero allora offerte di francobolli isolati, ma era solo roba da pacchetti e forse nemmeno tale.
Trascorso il periodo postbellico ben sapevo quanto sarebbe stato incerto il nostro futuro dopo la diffusione di tante false previsioni e notizie.
Molti avevano creduto che la lira avrebbe avuto una violenta crisi post-bellica e si erano dati da fare comprando francobolli nella speranza di aver trovato il migliore investimento.
Io avevo faticato per riavere il nostro negozio. Viaggio a Salsomaggiore e parole, parole, parole…
Poi ci sono riuscito, ma la Vetrina alla strada non produceva che silenzio.
Poi Lui, mio Padre, ritornò e qualcosa successe. Sapeva muoversi, conosceva clienti e fornitori.
Ma proprio allora percepii che qualcosa non quadrava.
Con regali e pubblicità il negozio ritornò fonte attiva.
Giorgio Landmans
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