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Collezionisti unitevi

diciannovesima riflessione di un novantenne


di Giorgio LANDMANS

 

Le proposte generiche di organizzazioni, secondo me, incontrano ben modesti risultati in filatelia. Non è facile poter vendere francobolli tramite case di vendita su Internet. Raramente esiste un potenziale acquirente veramente interessato all’oggetto.

Vi si trova proposto.

Lo specialista è nelle mani di un qualche certo perito che per quella persona diventa una specie di personale consulente.

Forse la stessa “fame” o “superfame” di qualche rivenditore ha creato in buona parte questa situazione rifilando falsi o altro.

Oggi non nascono che ben poche leve di nuovi collezionisti di francobolli anche perché sono le stesse Poste che, spalancando larghe fauci affamate, stampano sempre più sovente nuove emissioni (solitamente banali) che poi solo inesperti riescono a digerire.

La posta non serve più. C’ è internet dove non è necessario applicare un qualche francobollo per inviare notizie e altro a qualcuno.

Ma ormai anche la posta (di tutto il mondo beninteso) applica sulla busta una patacca in luogo di un francobollo.

A che servono perciò tutte queste nuove emissioni?

Solo a sfruttare l’idea di un potenziale futuro guadagno che si è sparsa ignorando beatamente che risparmio o guadagno non potrà più essere per la massa stessa che viene quasi giornalmente immessa.

Per cui mi è facile predire che la filatelia, intesa come risparmio o guadagno è pronta a logica sepoltura.

Bisogna perciò percorrere una ben diversa strada.

Non bisogna dimenticarsi che raccogliere francobolli può anche voler dire apprendere, conoscere. Però deve agire quello stimolo che si chiama curiosità.

Guardo attentamente un francobollo: mi deve dire qualcosa. Da che paese proviene? Che cosa vi è rappresentato sulla figurina? In che occasione e quindi per quale motivo è stato emesso?

Queste sono le domande che dovrebbero far sorgere volontà di sapere, di conoscere.

Poi può accadere che per me quello è paese di cui non conoscevo l’esistenza oppure ero al corrente dell’esistenza, ma sono curioso di conoscere come vi si vive, chi vi abita, e quali sono le specialità locali.

Sono queste le domande che dovrebbero e potrebbero spingere il curioso alla conoscenza e al sapere. Non diatriba di chiacchiere televisive, di pubblicità perlopiù ingannevole.

E la curiosità che sviluppa positivamente il sapere, il conoscere. La conoscenza di molti dati porta inevitabili vantaggi negli anni a seguire alla persona veramente curiosa.

Quali sono le specifiche caratteristiche che esistono su quel territorio, cosa producono le loro fabbriche e quale tipo di governo e …. e… Un francobollo può spingere al voler sapere. Insegnate questo ai vostri figli e vedrete….

La curiosità alimenta la conoscenza, l’abulia no.

È per questo che ti può essere utile fare una – sia pur modesta – collezione di francobolli.

Oggi succede.

Nuovo? Ah, dicono quelli che “sanno”: ha tutti i suoi denti, ha tutta la freschezza di un giovine virgulto e soprattutto la colla com’è?...

Usato? Ma il timbro che vi giace sopra è veramente originale?... Domande queste che talvolta sento fare anche per francobolli che valgono si e no pochi centesimi…

Un francobollo nuovo oggi viene svalutato in modo drastico se con traccia di antica linguella. Già perché una volta che tu lo hai sistemato per benino nel tuo raccoglitore gli altri e tu stesso ne riesci a vedere il suo di dietro?

L’ idiozia nacque proprio in Italia. A quei tempi (siamo durante la guerra verso gli anni 1940)… a quei tempi le monete non erano liberamente trattabili come avviene oggi, ma bisognava ricorrere ad una Banca per ottenere crediti in altro Pese o vendere in valuta straniera.

Avvenivano cambi forzosi, un marco tedesco valeva al mercato “libero” un paio di lirette ma se dovevi avere documentazione ufficiale dovevi ricorrere ad una Banca dove il marco tedesco lo dovevi pagare 4 o 5 lire non ricordo.  Perché? Chiedetelo a qualche altro. io non sono un politico esperto in materia.

Fatto è che ad un certo punto la Germania occupò militarmente l’ Austria quando cioè la memoria di Mussolini fece cilecca di precedenti sue affermazioni.

In Austria vivevano molti ebrei e chi di loro poteva farlo si organizzò per mettersi  in fuga. I più dovettero viaggiare in treno dove il controllo dei tedeschi era micidiale: sequestri ed ancora sequestri. Un po’ di tutto, anche del cibo.

Così successe che alcuni (che non potevano portare con sé che pochissimo denaro) pensarono di acquistare francobolli recenti presso le poste locali ancora munite di valori austriaci per poi rivenderli nella località di nuovo domicilio.

Già, il Dollfuss, il 10 scellini…non c’era più e si andava a cercarlo…

Poi, passato felicemente un confine quei francobolli venivano estratti dal nascondiglio. Per questioni anche di dovuto inserimento in piccoli spazio i valori erano stati applicati con una linguella su speciali libretti (che allora venivano denominati di “invio a scelta”).

Questi valori austriaci, per lo più di recente emissione, vennero offerti, specie in Italia, paese di transito o di arrivo, ai commercianti locali che li acquistarono visto il prezzo interessante. Sui giornali filatelici erano quotati ben di più e largo ne sarebbe risultato l’utile.

Ora dobbiamo fare un breve passo indietro.

Un solo negozio in Italia faceva “il Servizio Novità”. Per poter fare questo, per le richieste di paesi esteri era indispensabile inviare in anticipo soldi in valuta estera locale. La trasmissione di tale importo di valuta era ottenibile solo in Banca e cioè con cambio “ufficiale” che era quindi forzoso.

Ai rifugiati fu quindi facile vendere i vari Dollfuss e altro a quelle condizioni. I commercianti locali, specie quelli che agivano in Milano, misero subito i valori acquistati in vetrina un prezzo molto più vantaggioso di quello fatturato dalla Sassone.

I clienti della Sassone corsero a lamentarsi.

La risposta fu: quelli che noi abbiamo fornito erano con colla integra quindi senza linguella o traccia di questa ….

Divenne così moda mondiale (quindi sono origini puramente speculative).

Oggi perciò succede che è come se l’uomo avesse occhi che vedono il di dietro anche di un francobollo giacente in un contenitore qualsiasi senza doverlo voltare…

Ma vi sto annoiando?

Giusto giocate e quindi andate a cercare i vari perché e percome e vi divertirete di più che leggere le mie chiacchiere o attendere un futuro giorno che vi vedrà ricchi anzi ancora più ricchi…


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