pagina iniziale le rubriche storia postale filatelia siti filatelici indice per autori

Cinema e Filatelia:
risposta ad un lettore


ventisettesima riflessione di un novantatreenne


di Giorgio LANDMANS

Un tuo lettore mi scrive:

Egregio Landmans,

Leggo da diverso tempo con interesse le sue riflessioni sul postalista che trasudano buon sense e saggezza. Lieto di poterle scrivere alcune mie osservazioni sulla filatelia.

L'imprinting filatelico risale ai primi anni settanta quando da bambino i francobolli erano la mia finestra sul mondo.
Poi la passione è andata in letargo fino al 2008 quando si è risvegliata con il ritrovamento in cantina dei vecchi album con quei rettangolini di carta colorata italiani (e di tanti paesi per me all'epoca così misteriosi e affascinanti) ordinati per annata che qualcuno voleva conferire nella differenziata. Ho evitato che si consumasse il delitto.
Un breve excursus storico.
Attualmente obtorto collo acquisto le novità italiane ma negli ultimi anni cerco di sviluppare la tematica cinema (italiano/europeo) di cui sono appassionato quindi concordo pienamente con lei quando scrive:
"...il mio consiglio era di far sviluppare al cliente un "tema" perchè avrebbe raccolto maggiori stimoli,...".

Ho acquistato i cataloghi CEI, dell'Unificato, i primi due volumi del Novellario filatelico e in ultimo ho letto "I Francobolli italiani" di Federico Zeri che mi ha rivelato che la serie virgiliana del 1930 è un esempio perfetto di classicismo filatelico; i soggetti tratti dall'Eneide, dalle Georgiche e dalle Bucoliche, sono interpretati secondo una formula che fonde richiami talora scoperti a modelli antichi, a ricordi rinascimentali, manieristi e neoclassici; nè vi mancano spunti e soluzioni che presuppongono le tecniche e le formule fotografiche e cinematografiche.
...
Non per nulla il Mezzana, tra il 1919 e il 1922, era stato scenografo presso la Tespi Film".

Mi sono dilungato e mi deve scusare.
Ma sento che mi manca qualcosa per migliorare e sviluppare le mie competenze filateliche.
Cosa mi consiglia per sviluppare la tematica cinema (italiano e non). E potrebbe consigliarmi una bibliografia filatelica "universale".
Lo scopo intimo o anche il fine ultimo della filatelia è per me il piacere e lo stupore della conoscenza.
Non credo assolutamente nella filatelia come forma d'investimento finanziario ma piuttosto come impresa culturale.
La saluto una volta di più con stima e affetto

(email firmata)

La mia risposta:

Gentile signor D.,
Leggo con piacere le sue parole, però sono un po' meravigliato per il fatto che lei, seguendo gli attuali incentivi sparsi da eminenti interessati, alla fine si rivolga a me che non ho strane finalità ed ho sempre creduto e sperato nello sviluppo di una filatelia che dovrebbe essere la base per il proprio piacere di ricerca, piacere come elemento di base. Che si sviluppa prima o poi in un "sapere".
Lei desidera da me un consiglio?
Ecco come vedrei lo sviluppo della sua collezione.
Il cinema è figlio della commedia e della tragedia antica. Io non ne tralascerei il ricordo.
Un Pirandello ha scritto ciò che avrebbe cinematografato se avesse avuto solo qualche anno in più. Perchè dimenticarsi che tutto nasce dalla cultura del momento se il desiderio è quello di capire l'uomo anche nei suoi pensieri ed sue azioni più intime?

Invece lasci perdere le nuove emissioni italiane che ora hanno il solo sapore di quella inaudita e vergognosa speculazione che le poste di tutto il mondo fanno ed hanno fatto a danno del piacere del singolo di poter sapere e di poter conoscere.
Una immagine si dovrebbe poter tradurre, e quindi ne nasce lo svelarsi di un perché, di un percome. Ne nasce quindi traccia di nuovo sapere che è ben più di ben vedere. Oggi dilaga il "ben vedere" e non so quali frutti donerà alle future generazioni.

Un albero? E quale albero? Fa frutti? A cosa serve? Dà frutti che sostentano alcuni animali? Anche uomini o quali animali? Oppure.....

Si aprono mille domande per lo sviluppo di mille e più tematiche.

Sappia che a suo tempo, quando era responsabile delle emissioni di San Marino, un certo rag. Vicini, gli consigliai di immettere, al retro di ogni francobollo, in minuscola stampa, un testo che doveva riportare le caratteristiche d'ogni francobollo.
Un topo? Darne quindi anche una breve spiegazione: una eventuale suddivisione delle diverse famiglie di topi, i paesi nei quali vive, ecc. ecc.

L'idea avrebbe forse avuto un seguito in altre nazioni e così una certa generale cultura si sarebbe ottenuta senza gli assilli scolastici, che raramente poi producono qualcosa.
È poco?

Mille cordialità e grazie della sua curiosità.

Giorgio Landmans

ritorna a riflessioni di un novantenne