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Il fututo della Filatelia

ventottesima riflessione di un novantatreenne


di Giorgio LANDMANS

Gentil signor Maurizio,

grazie per avere sollecitato un mio parere sul futuro che vedo per la filatelia.
Da quando scrivevo di filatelia su "Il Giornale" di Montanelli ho abbandonato la penna, salvo qualche piccola parentesi.
Purtroppo la filatelia, o meglio quasi tutti coloro che ne reggono oggi le fila, non la pensavano come me e così cercano di diffonderne il verbo con voce diversa. Io avevo vissuto difficili vicissitudini durante la guerra che mi hanno indotto forse a pensarla diversamente dai più giovani.
Successe allora che alcune persone sostennero che, finita la guerra, sarebbero avvenute molte richieste di francobolli di quel periodo viste le mutate frontiere... Di conseguenza molti ipotizzarono futuri generosi affari. Ciò non avvenne subito e forse l‘aver io vissuto quei momenti ha fatto nascere in me questa mia diffidenza.
Per logiche ragioni, finita la guerra, fu a me chiaro che tale voce era stata sparsa per puro interesse commerciale.
Il francobollo è un "bene rifugio" si sentiva sbandierare, finita la guerra nulla successe, anzi vi furono anni di profonda crisi.
A quei tempi, avevo vent'anni, dopo varie vicissitudini riuscii a riaprire lo studio-commerciale di filatelia di mio Padre. Questi, al ritorno da Auschwitz, mi mise in mano i cataloghi, che in quei tempi pubblicavamo e, "ora pensaci tu", mi disse.
Molti Stati e staterelli iniziarono in quel periodo ad emettere serie "commemorative" con chiaro scopo speculativo (e non propagandistico) e così io, forte di precedenti esperienze, e forse anche timoroso, scrissi alle redazioni dei cataloghi, anche a quel tempo internazionali: Yvert, Michel, Gibbon's e Scott che forse sarebbe stato conveniente, a tutti noi, l'evidenziare, nelle nostre edizioni, le varie emissioni che gli Stati facevano a carattere puramente speculativo.
Sostenevo che tutti noi ci si doveva mettere d’accordo e consigliare di pubblicare, nelle nuove edizioni, un capitolo dedicato alle emissioni fatte a scopo “speculativo di Stato" o qualcosa del genere.
Quindi: posta ordinaria, posta aerea, vari servizi postali e, al di fuori e in un capitolo a parte il nuovo elenco. Chi voleva aveva una lista da poter seguire, gli altri potevano tralasciare di fare tali acquisti.
Rispose solo la Michel ribadendo che era illogico quanto affermavo. Loro avrebbero continuato la catalogazione delle nuove emissioni e perché dover fare nuove ed ulteriori edizioni?
Da allora io vedo la filatelia come dover donare un gioco, un passatempo che però dovrà essere sviluppato per dare miglior cultura e sereno riposo mentale.
L'ansia del "valere e quanto" ...che finisce per pesare in..."Io avevo... io avrei potuto..."
In fondo in questo mondo c'è chi gioca a scacchi, chi gioca a scopa, chi gioca a bridge, c'è chi gioca a bocce o c'è anche chi tifa per tale squadra di quello sport. E tu non chiedi loro il perché lo fanno.
Tutti cercano di allontanare la noia, finiti i tempi della fanciullezza.
Ora lei mi chiede e io cerco di darle una risposta.
Avviene e succede c'è chi dice SI, mentre altri rispondono NO.
Se tu trovi monotona la tua esistenza può forse questa essere una soluzione che ti potrà dar quel fiato che forse tu cerchi?
Un francobollo è solo un pezzetto di carta che riporta un'immagine e viene ceduto contro denaro, come ogni altro oggetto, dovrebbe servire per un ipotetico uso postale ma ora viene richiesto anche per collezione.
L'allargamento di tali possibili richieste ne farà salire il costo iniziale. La mancanza di richieste quindi ne potrebbe far scendere il prezzo richiesto. Succede come per ogni altra merce.
Molti di questi pezzetti di carta stampata possono essere raccolti in mille modi diversi, con sempre una diversa impostazione.
Ne possono nascere degli studi. Diversi e anche apparentemente contrastanti tra loro.
Una lettera che parte "via mare" può interessare chi raccoglie documenti sui mezzi di trasporto. Ma potrebbe anche interessare a chi colleziona il luogo di partenza o il periodo di uso ecc. Tutto può diventare oggetto di raccolta che finisce in collezione. E collezione è piacere personale. Si possono ricercare suggelli usati, esistono infinite scuse e si possono scegliere infiniti ed interessanti percorsi e temi. Diventano lunghi studi ed il piacere di poterli esporre in qualche manifestazione dopo averne parlato con qualche amico. Quando decidi di andare al cinema ne scegli anche il titolo.
Raccogliendo documenti della località di partenza o di quella di arrivo o altri percorsi collegabili ne puoi sempre fare il tuo gioco.
Io non so come e cosa succederà in campo speculativo e finanziario e non posso darle alcuna risposta, se lei mi chiede se tale azione avrà successo non posso rispondere. Però la ricerca le darà piacere.
In filatelia c' è chi cerca un certo linguaggio, chi cerca un certo tema, c'è chi vuol ricordare avvenimenti o le invenzioni di qualche personaggio. C'è chi raccoglie solo francobolli emessi da un certo Stato, c' è chi cerca e raccoglie solo uomini illustri e talvolta c'è anche chi ambisce mostrare le sue ricerche in mille tesi. Diventa così un fantasioso "giro del mondo".
Una pausa nella tua giornata - era questa la pubblicità che io facevo, là dove altri dicevano e parlavano di meravigliosi futuri guadagni da mettere in cassaforte.
Forse altri parlavano di qualche grandiosa speculazione possibile... ma forse così parlava proprio quell'individuo che tentava di poter sottrarre qualcosa a chi gli credeva.
Chi raccoglie deve essere per il piacere di trascorrere ore liete e per conoscere e sapere.... tutto è possibile in filatelia.
Ma se guardiamo bene un Gronchi rosa, anche se ti è stato regalato, è il risultato della tipica fosca speculazione che potrebbe essere stata anche di Stato o di chi per lui che ti fa solo perdere tempo e voglia di fare, voglia di sapere... quindi, anche voglia di collezionare...

Giorgio Landmans

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