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GNR: usi postali e caratteristiche delle soprastampe del II e III tipo (parte prima) | |||||||||||||||
di Nicola Luciano CIPRIANI (da www.peritofilatelicocipriani.it/) |
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La storia postale della Repubblica Sociale Italiana è piuttosto complessa a causa delle limitazioni imposte dalla situazione di guerra; una descrizione dettagliata del periodo è riportata in A.I.C.P.M. Ed. (La Repubblica Sociale Italiana, 2011 di Luigi Sirotti). Alcuni documenti postali autentici e non procurati sono decisamente rari e di non facile reperimento per chi vorrebbe cimentarsi con una collezione su questo argomento; ma anche restando agli usi postali meno rari, spesso possono sorgere seri problemi di identificazione a causa dei numerosissimi falsi eseguiti all’epoca di cui molti passati per posta. Oggetto di falsificazione sono state ovviamente le soprastampe utilizzando valori autentici della serie Imperiale, in modo particolare le serie soprastampate GNR, sia di Brescia che di Verona, non mancano però falsificazioni anche per la serie provvisoria denominata “fascetti”. In questo articolo mi limito a focalizzare l’attenzione solo sulle soprastampa GNR del II e III tipo di Brescia. Ma andiamo per ordine e vediamo come sono nate queste soprastampe. Le soprastampe della Guardia Nazionale Repubblicana (GNR) sono state definite di origine speculativa privata (G.L. Messina, reprint 1982), militare (Lucini e Sirotti, 1982), propagandistica (Sirotti, 2010) e addirittura autorizzata da Mussolini che ne scelse anche i caratteri (G. Bifani, sito internet). Ufficialmente sappiamo che la disposizione fu emanata dal Comando della GNR decretando l’apposizione della soprastampa sui francobolli della serie imperiale, nelle sue varie tipologie (PO, PG, PA, EX ed IP); solo in un secondo momento il Governo, attraverso l’Amministrazione Centrale delle Poste della RSI, la fece ufficialmente propria. La stessa Amministrazione provvide ad una seconda ristampa più abbondante nel gennaio 1944 incaricando la Tipografia Chiamenti di Verona la quale realizzò la soprastampa in zincografia. La storia quindi ci dice che inizialmente le soprastampe GNR hanno avuto un carattere strettamente privato e che solo in un secondo momento sono state ufficializzate dal Governo della RSI. Ad ogni modo, a seconda di come vogliamo interpretare la situazione, stiamo trattando un pezzo importante della storia d’Italia e non solo postale; inoltre, indipendentemente dal valore che ognuno di noi vorrà attribuire a questi francobolli, essi comunque sono una realtà della nostra storia e come tali meritano una trattazione tecnica che è poi quella che interessa sopra ogni altra cosa. I periodi postali Il periodo di vita della Repubblica Sociale Italiana è stato molto breve, poco più di un anno e sette mesi: dal 23 settembre 1943 fino al 2 maggio 1945. In questo periodo si sono avuti due periodi tariffari, il primo fino al 30 settembre 1944 e l’altro fino alla fine della RSI (tabella 1).
Chiaramente i fatti bellici ostacolavano in qualche modo le comunicazioni postali sia per l’interno che per l’estero. Si rimanda alle opere citate per il dettaglio delle tariffe in vigore, qui mi limito a quelle degli invii più comuni e quindi di più facile reperimento. Le soprastampe di Brescia Le soprastampe di Brescia furono eseguite presso la Tipografia Austoni e Bontacchio sotto il controllo del Comando della Milizia Postelegrafonica dal 17 al 23 dicembre 1943. Molti particolari legati alla modalità di produzione dei soprastampati sono ignote, ad ogni modo, molte informazioni sono state ricostruite grazie soprattutto ad alcuni studi curati da Luigi Sirotti, sia come autore che come editore (G.N.R., F. Lucini e L. Sirotti, 1982; La Repubblica Sociale Italiana, L. Sirotti et al., 1991; idem seconda edizione, 2010). Le tavole per la soprastampa tipografica furono allestite con caratteri mobili e di queste si conoscono varie composizioni. Senza entrare nel dettaglio delle composizioni (per le quali si rimanda alle pubblicazioni di Sirotti) che hanno interessato con più tavole essenzialmente i piccoli valori, qui si puntualizza solo che le soprastampe utilizzate furono di 4 tipi (figura 1); i primi 3 per i francobolli ed in dipendenza del loro formato, il IV tipo (carattere bastoncino) fu utilizzato per gli Interi Postali.
Tralasciamo le composizioni di prova e fermiamo l’attenzione solo su quelle utilizzate per la soprastampa cosiddetta definitiva. Per i francobolli di piccolo formato verticale (tipo effige del re) fu adottata la soprastampa del I tipo (eseguita con carattere Raffaello) e fino a 3 composizioni composte da un totale di 5 tavole. Per i francobolli di piccolo formato orizzontale (tipo lupa) la soprastampa di I tipo è stata eseguita con due composizioni diverse per un totale di 3 tavole.
Le soprastampe del II e III tipo (Figura 2) sono state utilizzate per i valori da 15c, 25c, 35c, 1,25£, 20£ e 25£ di Posta Ordinaria; il 25c, 2£ (azzurro), 2£ (grigio), 5£ di Posta Aerea, i due Espressi (£ 1,25 e 2,50) ed i 12 valori di Propaganda di Guerra. Tranne i francobolli per il servizio Espresso e di Propaganda di Guerra, tutti gli altri hanno avuto una tiratura molto bassa, come vedremo più avanti. In particolare i valori di Posta Ordinaria con queste soprastampe sono considerate prove ed i fogli da 100 avevano la metà superiore con la soprastampa del II tipo e quella inferiore del III, di questi, ovviamente, non esistono più fogli interi e gli studi fatti fino ad ora si basano su ricostruzioni parziali fatte su alcuni blocchi e confrontati con la composizione dei francobolli tipo espresso. Dopo la stampa dei francobolli di piccolo formato (composizione C1 secondo Sirotti, 2010), la griglia delle 100 impronte è stata riutilizzata per comporre la nuova griglia per i fogli doppi da 50 francobolli formato espresso (Figura 3).
In particolare, le colonne dispari (1, 3, 5, 7 e 9) della composizione C1 sono state utilizzate per comporre il foglio destro da 50 formato espresso; le colonne pari (2, 4, 6, 8, e 10), invece, sono andate a formare la composizione del foglio sinistro. Come è noto e come si può intuire, anche i doppi fogli da 50 formato espresso hanno la metà superiore con la soprastampe del II tipo e quella inferiore del III tipo. Dei francobolli per Espressi e di Propaganda di Guerra non è raro trovare fogli interi e pertanto il mio studio sulle soprastampe del II e III tipo è stato svolto su questi fogli, vale a dire le composizioni C2 e C3 secondo Sirotti (2010).
2. il trittico nelle posizioni 25-30-35 della tavola sinistra (Figura 5).
3. le coppie verticali con le due soprastampe (Figura 6).
4. Difetti di alcuni caratteri di stampa che hanno dato vita alle cosiddette posizioni note.
Da notare che il CEI riporta tirature differenti per lo stesso francobollo con i due tipi di soprastampe. Come spiegare questo se le due soprastampe sono nello stesso foglio? Uno strumento ormai superato Tutte le soprastampe GNR sono state sempre un argomento molto delicato a causa della stragrande quantità di falsificazioni (Figura 7) che hanno interessato sia i francobolli di alto valore facciale, sia quelli più comuni.
Falsificazioni che sono state stimolate fin dall’inizio a causa degli alti prezzi a cui venivano venduti. Facendo un ricalcolo del loro costo alla moneta euro, alcuni di questi francobolli vennero venduti ad un prezzo superiore a quello attuale già subito dopo la loro emissione. Non penso di esagerare nel dire che, almeno per certi valori, ci siano in circolazione più soprastampe false che vere. Da qui l’importanza della perizia quando si vuole acquistare qualche francobollo o documento postale. La perizia è sempre caldamente consigliata perché di soprastampe false ne esistono tanti tipi, alcune molto evidenti che non ingannerebbero nemmeno un bambino, ma ce ne sono tante altre di difficile riconoscimento. Di queste, purtroppo, alcune sono state periziate, tanto è che, oltre a quelli realmente autentici, circolano sul mercato diversi falsi certificati come veri. È fuori di dubbio che in molti casi il riconoscimento della soprastampa falsa può diventare un lavoro improbo in quanto gli strumenti a disposizione per l’analisi sono sempre stati arcaici. Un valore enorme era, ed è tuttora, la grande esperienza del perito che, anche se con strumenti limitati, riesce a riconoscere le soprastampe autentiche. Ma quali sono gli strumenti che abbiamo appena definito arcaici? Quali erano e quali sono gli strumenti per poter riconoscere un falso? Alcuni di voi certamente hanno visto all’opera un amico perito e ricorderanno che il sistema di riconoscimento si basava, e si basa per molti ancora oggi, su un sostegno di cartoncino su cui vengono incollate le due metà di uno stesso francobollo, normalmente di colore rosso per il forte contrasto con il nero della soprastampa (Figura 8).
Come si prepara questo strumento. Si taglia una linguetta di cartoncino lunga circa 5 cm e poco più larga del francobollo, si taglia un francobollo impiegato come riferimento, avendo cura di dividere la soprastampa in due metà orizzontali. Le due metà del francobollo vengono incollate alle estremità del cartoncino lasciando sporgere all’esterno per circa 7-8 mm la parte tagliata. In questo modo possiamo tenere tra le mani con una certa facilità lo strumento che utilizzeremo semplicemente appoggiandolo sulla soprastampa del francobollo da analizzare. Se con la metà sul cartoncino copriamo esattamente una parte della soprastampa sul francobollo in analisi, vuol dire che le due soprastampe coincidono in larghezza; in questo caso siamo a metà strada per poterne dichiarare l’autenticità. Il punto più importante è però l’analisi delle forme di ciascuna lettera e di ciascun punto. Questa è la parte più impegnativa ed è qui che entra in gioco molto pesantemente l’esperienza del perito. Stiamo parlando di lettere di dimensioni ridotte e con differenze tra le lettere vere e false molto contenute, potete quindi capire come l’esperienza sia inevitabilmente il fattore più importante.
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