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SAn bartolomeo | ||
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Benché il suo nome evochi immediatamente la "notte di san Bartolomeo", e cioè il massacro degli ugonotti per mano dei cattolici parigini nella notte tra il 23 e il 24 agosto del 1572, san Bartolomeo, la cui festa si celebra appunto il 24 agosto, è una figura ben lontana da ogni forma di sopraffazione e di violenza. Bartolomeo, che secondo il vangelo di Giovanni si chiamerebbe in realtà Natanaele, era infatti "uno dei dodici", uno cioè di quelli che hanno seguito la vita pubblica di Gesù fin dal principio. Il doppio nome Bartolomeo-Natanaele si spiegherebbe con il patronimico (Bar-Talmai: in aramaico, figlio del coraggioso) del bambino che, secondo uno dei vangeli arabi dell'infanzia, avrebbe conosciuto Gesù fin dai primi anni di vita, condividendone addirittura il letto durante una malattia. Secondo altre tradizioni, riprese anche da pittori come Antonio del Massaro, detto Il Pastura (Viterbo, 1450-1516) Bartolomeo è invece presente già alla Natività, come risulta dal dipimto in effigie del nostro francobollo, e questo ci lascia supporre che avesse fatto parte della cerchia del Battista. Era originario di Cana di Galilea, e non è improbabile che fosse stato presente al primo miracolo di Gesù, la trasformazione dell'acqua in vino, avvenuta appunto durante un banchetto nuziale a Cana. Il vangelo di Giovanni invece ci dice che Natanaele, seduto all'ombra di un fico, venne raggiunto dall'amico Filippo che con tono entusiastico gli disse di aver "...trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti: Gesù, figlio di Giuseppe di Nazareth..."; al che il "figlio del coraggioso" rispose con un certo scetticismo: "Da Nazareth può mai venire qualcosa di buono?" A Bartolomeo pareva impossibile che il Messia potesse essere venuto al mondo in quel polveroso villaggetto sulle rive del lago dove lui si guadagnava da vivere facendo il pescatore, ma la sua incredulità era destinata ad essere ben presto spazzata via dall'incontro con Gesù. Poche battute, non prive di una certa ironia, bastarono a convincerlo: "Rabbi, tu sei il Figlio di Dio. Tu sei il re d'Israele!" affermò infatti. Immediatamente rimbeccato dal maestro, quasi a stemperare la tensione dell'incontro in una battuta: "Perché ti ho detto che ti ho visto sotto il fico, tu credi? Ebbene, io ti dico che vedrai cose ben più grandi di queste." Bartolomeo da allora seguì Gesù, e sebbene i vangeli non lo nominino mai, lo ritroviamo a Gerusalemme, dopo la Pentecoste, tra coloro che, come riferiscono gli Atti degli Apostoli, sono "assidui e concordi nella preghiera". Tutto il resto è tradizione: alcune fonti parlano di una sua predicazione in Armenia, dove avrebbe convertito anche il re, attirandosi però le ire dei sacerdoti pagani. Per questo, sempre secondo la tradizione, sarebbe stato condannato a essere scuoiato vivo e poi decapitato. E' per questa ragione che l'iconografia lo mostra sovente con in mano la sua stessa pelle, della quale è stato "svestito" dagli aguzzini. Celeberrimo il particolare del Giudizio Universale di Michelangelo, dove la pelle del volto del santo è da molti ritenuta un autoritratto dell'artista Ed è sempre per questa ragione che conciatori di pellame, macellai, rilegatori di libri, calzolai e pellicciai lo invocano come loro santo patrono. Si ritiene anche che la sua intercessione sia preziosa per la guarigione di ogni tipo di malattia della pelle. |
IL FRANCOBOLLO Unificato 3410
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