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SAnTA Francesca saverio cabrini | ||
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"Oggi è tempo che l'amore non sia nascosto, ma diventi operoso, vivo e vero". Sta forse in queste parole tratte da un quaderno di viaggio, uno dei suoi innumerevoli viaggi, il segreto della santità di Francesca Cabrini, undicesima figlia di una coppia di contadini di Sant'Angelo Lodigiano. Dai genitori ereditò la voglia di fare, l'amore per la sua terra e la fede religiosa, e quando rimasta orfana si trovò a dover accudire, assieme alla sorella Rosa, un'altra sorella handicappata, decise che un diploma magistrale l'avrebbe aiutata. Fu grazie a questo diploma che poco tempo dopo il parroco di Codogno la incaricò di gestire un orfanotrofio. La neo diplomata Francesca, oltre ad accudire gli ospiti dell'istituto, riuscì a riunire attorno a sé alcune sue compagne per costituire il primo nucleo di quelle che saranno le Suore Missionarie del Sacro Cuore, ideali continuatrici dell'opera del missionario san Francesco Saverio, di cui ella stessa, pronunciando i voti religiosi, assunse il nome. Era il 1874, e sei anni dopo il nuovo ordine fu ufficialmente riconosciuto. Ma anziché rivolgere la propria opera di apostolato verso l'Oriente (come aveva fatto Francesco Saverio), su indicazione di papa Leone XII le Suore Missionarie del Sacro Cuore, che tra l'altro furono il primo ordine missionario femminile a non dipendere da una parallela organizzazione maschile, trovarono oltre Atlantico il loro terreno di apostolato. Nel 1889 Francesca raggiunse gli Stati Uniti, dove in quegli anni andava vertiginosamente aumentando la presenza di immigrati italiani costretti spesso a vivere in condizioni di indigenza materiale e spirituale. In loro favore, dopo aver superato grazie anche all'influenza di Luigi Palma de Cesnola, console italiano e direttore del Metropolitan Museum, l'iniziale diffidenza delle gerarchie ecclesiastiche locali, Francesca iniziò la sua instancabile opera di assistenza: costruì asili, scuole, convitti per studentesse, orfanotrofi, case di riposo e ospedali in almeno sette stati americani, e si avventurò fino alla California, per poi passare a Panama e finalmente in Argentina. Fu organizzatrice attenta e, nonostante le precarie condizioni di salute, viaggiatrice instancabile. Oltre agli spostamenti sul continente americano affrontò ripetutamente anche la traversata dell'oceano, spinta dal desiderio di accompagnare e assistere fin dall'inizio i nuovi gruppi di emigranti che sempre più numerosi affluivano negli Stati Uniti. Tanta solerzia nel mettere in piedi iniziative caritatevoli a sfondo sociale fa di Francesca Saverio Cabrini uno dei riferimenti religiosi del moderno servizio sociale. E tanto più risalta la modernità del pensiero e delle azioni di questa umile figlia di contadini se si pensa all'impulso da lei dato alla valorizzazione del ruolo femminile nel mondo religioso, missionario e sociale, e allo straordinario impegno da lei profuso nell'assistenza (argomento quanto mai d'attualità ancor oggi) alle fasce più emarginate e socialmente deboli dei migranti. Naturalizzata statunitense nel 1909, continuò ad adoperarsi per aiutare ad inserire gli emigrati nella realtà sociale americana e laica, pur senza rinnegare la loro identità italiana e cattolica Un'opera di inclusione sociale, anch'essa modernissima, perseguita tramite una tattica, già messa in atto ai tempi in cui appena arrivata aveva ottenuto l'appoggio di Luigi Palma de Cesnola, il cui principio era: convincere gli italiani ricchi ad aiutare gli altri italiani meno favoriti. La morte la colse, ancora nel pieno delle sue attività, durante un viaggio da New York a Chicago il 22 dicembre del 1917. Il suo corpo venne traslato a New York, presso la chiesa annessa alla prima scuola da lei fondata in America, la "Mother Cabrini High School", perché potesse per sempre restare vicina a suoi "figli". Proclamata beata nel 1938, fu canonizzata (la prima santa cattolica degli Stati Uniti) nel 1946 e nominata patrona degli emigranti nel 1950. Nel novembre 2010 le è stata intitolata la Stazione Centrale di Milano. |
IL FRANCOBOLLO Emesso dall’Italia il 7 luglio 2016 nel 70° anniversario della canonizzazione Yvert 3687 Dentellatura 11 |
IL SANTINO |