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SAn cipriano di cartagine
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Santa Pazienza




Poco o nulla sappiamo dei primi quarant'anni di vita di un personaggio destinato a diventare uno dei personaggi di maggior rilievo nella storia della Chiesa cristiana antica. La maggior parte delle informazioni su di lui ci giungono attraverso la Vita Cypriani, scritta poco dopo la sua morte da un suo diacono, Ponzio, la quale, come è ovvio in una agiografia, si occupa principalmente del campo religioso.

Ma Tascio Cecilio Cipriano, nato a Cartagine molto probabilmente nel 205 da una famiglia di benestanti pagani, si era convertito al cristianesimo alla non più tenera età di 40 anni ad opera di un anziano presbitero di nome Cecilo, e i cenni alla sua vita prima della conversione sono abbastanza rarefatti. Quello che è certo, è che aveva ricevuto una educazione in linea con quella delle famiglie di ricchi romani, sviluppando in particolar modo le naturali doti di eloquenza e retorica fino a guadagnarsi una solida fama di oratore.

Era anche uomo d'azione, capace di coltivare rapporti con personaggi di tutte le classi sociali, e questo faceva di lui, nella Cartagine della prima metà del terzo secolo, un uomo stimato e influente. E fu senz'altro grazie a queste qualità che, battezzato nel 246, fu ordinato sacerdote l'anno successivo, e all'inizio del 249 proclamato vescovo di Cartagine.

Non erano tuttavia anni facili per la nascente religione: nella Roma imperiale la tolleranza nei confronti del cristianesimo poteva facilmente, a seconda delle convinzioni dell'imperatore o delle opportunità politiche, lasciare il passo all'intolleranza e alle persecuzioni.

Fu così sotto Decio, nel 250, e l'appena nominato vescovo di Cartagine fu costretto a rifugiarsi in un nascondiglio nei pressi della città, dal quale continuò ad esercitare il suo ministero. Ma con la morte dell'imperatore, quando Cipriano rientrò in città, si trovò a confrontarsi, oltre che con le critiche di chi gli rimproverava la sua "fuga", con il problema dei lapsi, cioè quei cristiani che cercando una via di scampo alle persecuzioni avevano abiurato la fede e ora erano desiderosi di tornare in seno alla Chiesa.

Secondo alcuni gli apostati erano indegni di essere nuovamente ammessi nella comunità dei credenti, altri sottoponevano il rientro alla somministrazione di un nuovo battesimo, e c'era chi sosteneva che la semplice imposizione delle mani da parte di un ministro di culto non compromesso dall'abiura potesse bastare. Senza contare il problema costituito dal riconoscimento dei battesimi impartiti dai componenti del clero che, dopo avere formalmente abbandonato il cristianesimo, avevano tuttavia continuato ad esercitare il loro ministero in clandestinità.

Fu una disputa molto aspra, che portò anche all'elezione di un antipapa, Novaziano, nella quale Cipriano dispiegò tutte le sue qualità di retore e diplomatico, e che fu ricomposta solo grazie all'intesa finalmente ritrovata con il papa Sisto II.

Ma dopo alcuni anni di relativa tranquillità un nuovo periodo di persecuzioni, dettate principalmente dalle necessità politiche dell'imperatore Valeriano, preoccupato di trovare un nemico interno che distogliesse l'attenzione dai suoi insuccessi militari in Persia, si abbatté sui cristiani.

Nel mese di agosto del 258 Sisto II fu messo a morte, e solo un mese dopo Cipriano, che questa volta aveva scelto di restare a Cartagine dichiarando che per un vescovo era giusto morire nella propria città, fu catturato e condannato alla pena capitale.

Il culto di Cipriano valicò ben presto i confini della Chiesa africana, e insieme al culto ebbero una diffusione straordinaria i suoi scritti (13 trattati e 65 lettere), unitamente alle memorie scritte intorno alla sua vita e al suo martirio. Già pochi mesi dopo fu santificato, e ben presto il suo nome fu annoverato, insieme a quello dell'altro grande cartaginese Tertulliano, tra i Padri della Chiesa, riscuotendo anche l'ammirazione di sant'Agostino.

Tra tutti questi grandi figli della Chiesa d'Africa, nel 1914 Cipriano fu proclamato da Pio X protettore dell'Algeri e dell'Africa del Nord. La sua memoria viene celebrata in diverse date (dal 30 agosto, al 26 settembre) da diverse chiese cristiane. Il Martirologio Romano fissa la sua celebrazione al 16 settembre.

IL FRANCOBOLLO



Emesso dal Vaticano
il 5 maggio 1959
nella serie dedicata ai
martiri delle persecuzioni di Valeriano

Dentellato 14
Yvert 278

IL SANTINO