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Nei programmi di Frans De Veuster e Cato Wouters, il settimo (e quarto maschio) dei loro figli, nato il 3 gennaio del 1840 e battezzato Jozef sarebbe dovuto restare in famiglia, nel villaggio natio di Tremeloo, nel Brabante fiammingo. La famiglia nutriva forti sentimenti religiosi, tanto che già le due sorelle più anziane, Eugenie e Pauline, erano suore, mentre il fratello Augusto era prete nella Congregazione del Sacro Cuore di Gesù e Maria, però il padre cominciava ormai a sentire il peso degli anni,e Jef (così era chiamato in famiglia) era destinato a portare avanti la fattoria dalla quale il padre traeva la sua fonte di guadagno come mercante di mais. Tuttavia, dopo un primo ciclo di studi in fiammingo e un periodo di perfezionamento della lingua francese, Jozef decise di seguire la propria vocazione iniziando a nemmeno vent'anni il noviziato nel monastero di Lovanio, dove già si trovava il fratello, e trasferendosi in seguito a Parigi, presso la casa madre dell'ordine dove completò la propria formazione religiosa. Pronunciati i voti nell'ottobre del 1860 prendendo il nome di Damiano, prima ancora di essere ordinato sacerdote chiese e ottenne di essere inviato in missione alle isole Sandwich (oggi note col nome di Hawaii) in sostituzione di Augusto, che aveva dovuto rinunciare dopo aver contratto il tifo. Nell'arcipelago del Pacifico Damiano sbarcò nel 1864, e qui fu ordinato sacerdote ed iniziò il suo apostolato dimostrando da subito notevoli doti di organizzatore ed una ottima capacità di rapportarsi con la popolazione delle isole, che all'epoca stavano attraversando un periodo di grave crisi economica, aggravato per di più dall'imperversare di malattie contagiose portate dagli Occidentali, e contro le quali i nativi non possedevano nessun tipo di anticorpo. A mietere vittime erano non solo il vaiolo, il colera e la sifilide, ma anche l'influenza e la pertosse. Inoltre, pochi anni prima dell'arrivo di Damiano, pare portata da alcuni marinai cinesi, aveva fatto la sua comparsa nell'isola di Molokai anche la lebbra, che si era rapidamente diffusa. Nel tentativo di impedire che il contagio si diffondesse in tutte le isole dell'arcipelago il re hawaiano Kamehameha IV decise di trasformare Kalawao, una parte dell'isola stretta tra il mare e una catena montuosa insormontabile, in una sorta di lebbrosario. A fronte di questa decisione l'arcivescovo di Honolulu pensò di organizzare una turnazione di sacerdoti volontari da inviare a Molokai per garantire assistenza spirituale agli isolani. Damiano fu il primo ad arrivare nella colonia di Kalawao, dove si diede da fare per organizzare gli aiuti materiali che il governo inviava e mettere in piedi (dal nulla, perché per le cure mediche non era previsto nessun aiuto statale) un ospedale per curare i malati più gravi. Da Kalawao non sarebbe più ripartito, rifiutando di farsi dare il cambio dai suoi confratelli e fondando con i malati una comunità i cui ideali sociali e le cui realizzazioni furono lodati e assunti ad ispirazione dal mahatma Gandhi per le sue campagne sociali nell'India dell'indipendenza. Nel dicembre del 1884 Damiano, nel lavarsi i piedi, si accorse di stare perdendo la sensibilità al calore: era uno dei primi sintomi della malattia che lo avrebbe ucciso, lebbroso tra i lebbrosi, il 15 aprile del 1889, prima ancora di aver compiuto i cinquant'anni. Otto anni prima re Kalakaua I, successore di Kamehameha IV, lo aveva insignito dell'alta onorificenza di Commendatore dell'Ordine Reale. Beatificato da Giovanni Paolo II nel 1995 e canonizzato da Benedetto XVI l'11 ottobre del 2009, a colui che la "grande anima" Gandhi riteneva essere uno dei più grandi eroi dei nostri tempi è stato nel 1938 dedicato un film intitolato "Il grande cuore".
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