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santa eulalia di barcellona | ||
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Buona pulcella fut Eulalia. Bel avret corps, bellezour anima. A presentarcela così è un manoscritto di enorme importanza storica, linguistica e letteraria: si tratta infatti della prima attestazione scritta dell'antico francese, all'epoca definito roman. Più esattamente, è una "sequenza", cioè una composizione ritmica che veniva cantata durante il rito gregoriano, e i filologi moderni sono ormai concordi nel datare il manoscritto intorno all'anno 880. La Sequenza di sant'Eulalia sarebbe dunque una delle opere che contribuirono a spargere il culto della santa giovinetta in tutta Europa, all'indomani del ritrovamento, nell'878 a Barcellona, del suo corpo, del quale secondo la tradizione si erano perse le tracce dal 713, quando era stato nascosto per sottrarlo alla profanazione durante la prima conquista araba della penisola iberica. Da allora il culto di sant'Eulalia è vivissimo a Barcellona, dove la ricorrenza del suo martirio, avvenuto il 12 febbraio del 303, è preceduta da una settimana di festeggiamenti e celebrazioni. La vicenda terrena di Eulalia si sovrappone a quella di un'altra Eulalia, anch'essa adolescente, e anch'essa torturata a morte in Spagna durante le persecuzioni contro i cristiani scatenate da Diocleziano, tanto che la maggior parte degli studiosi è oggi propensa ad affermare che si tratti della medesima persona, la cui storia è giunta fino a noi attraverso canali differenti. Troppi sono infatti i tratti in comune tra la vita di Eulalia di Barcellona e quella della sua omonima di Merida, a cominciare dall'anno di nascita, il 290. Ambedue le giovinette, secondo quanto tramandato, erano cresciute in famiglie cristiane che, nell'intento di sottrarsi a quella che è passata alla storia come "la grande persecuzione", si erano rifugiate in campagna. Tuttavia, spinte dalla loro fede, entrambe si presentarono spontaneamente davanti ai giudici per professare il loro cristianesimo, rifiutando di compiere il rituale gesto di culto verso gli dei romani ed esprimendo il loro disprezzo nei confronti dei pagani. Furono dunque messe a morte, dopo essere state sottoposte ad atroci torture. A Eulalia di Barcellona la tradizione dice che furono amputate le mani e i seni, che venne gettata tra le fiamme (che tuttavia risparmiarono il suo corpo), rinchiusa in una botte piena di chiodi fatta poi rotolare lungo una discesa che oggi è chiamata Baixada de Santa Eulalia, crocifissa su una croce di sant'Andrea, e finalmente decapitata. Si narra che una colomba, simbolo della sua anima, volò dal suo petto alla fine del martirio riempiendo di paura e sgomento i suoi carnefici. Questa è un'altra somiglianza con la storia di Eulalia di Merida, di cui però si tramanda che la colomba spiccò il volo dalla bocca. Altra discordanza tra le due storie, è quella della data della morte, che nel caso di Eulalia di Merida sarebbe avvenuta il 10 dicembre del 304. Al martirio di sant'Eulalia è anche dedicata una poesia del grande poeta spagnolo Federico Garcia Lorca. |
IL FRANCOBOLLO Dentellato 13 |
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