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SAn floriano di lorch | ||
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Di Floriano, soldato romano di stanza nella provincia Norica (che comprendeva parte delle odierne Austria occidentale, Bavaria, Stiria e Carinzia) e impegnato nella difesa del confine settentrionale dell'impero nel III secolo d.C., ignoriamo anche il luogo esatto e la data di nascita, situati approssimativamente in Austria intorno all'anno 250. Le poche informazioni che abbiamo su di lui ci giungono da alcune passio scritte nell'ottavo secolo e dal suo inserimento, poco dopo, nei martirologi romani più importanti all'epoca, come quello di Lione e quello Geronimiano. Da questi, e da altre rare scarse fonti, veniamo a sapere che si trattava di un veterano dell'esercito imperiale romano asceso alla carica di princeps officii, e che oltre agli incarichi puramente militari aveva anche la responsabilità di addestrare e organizzare la militia vigilum, vale a dire i reparti di vigili del fuoco istituiti già nei primi anni dopo la nascita di Cristo dall'imperatore Augusto. Il corpo dei pompieri, a Roma, era nato già in epoca repubblicana, per rispondere ai rischi di incendio che accompagnavano la crescita, all'epoca tumultuosa, dell'Urbe: a vigilare sui sonni dei nostri progenitori latini erano i tresviri nocturni, poi trasformati nel corpo degli aediles curules, ed infine inquadrati dall'autorità imperiale nella militia vigilum, i cui modelli operativi vennero esportati praticamente in tutte le città dell'impero. Tra queste, anche Cetia, dove era di stanza il nostro Floriano, che negli ultimi anni del III secolo si era avvicinato alla religione cristiana, praticandola tuttavia di nascosto a causa delle persecuzioni volute dall'imperatore Diocleziano. Giunse tuttavia a Roma la notizia che egli non fosse troppo propenso a far rispettare, nel territorio di sua giurisdizione, i divieti contro i cristiani: fu così inviato il prefetto Aquilino, con il compito di indagare su tali voci. Secondo altre fonti, venne invece smascherato come cristiano perché aveva tentato di proteggere un gruppo di quaranta correligionari prigionieri nella vicina città di Lauriacum (oggi Lorch), e per questo inquisito dal governatore Aquilino. Comunque sia, quando Aquilino ordinò a Floriano di sacrificare agli dei romani per mettere alla prova la sua fedeltà all'imperatore, questi rifiutò e fu condannato a essere bruciato sul rogo. In piedi sulla pira, Floriano osò addirittura incitare i soldati romani ad accendere il fuoco, dicendo: "Fatelo, cosicché io possa salire in cielo con le fiamme." Intimoriti, i soldati rinunciarono ad appiccare il fuoco, e lo misero a morte gettandolo nel fiume Enns con una macina da mulino legata al collo. E' per questa ragione che, oltre agli incendi, viene invocato anche per avere protezione dalle alluvioni. Noto per avere una volta spento un incendio con la sola forza della preghiera e con l'aiuto di un piccolo secchio di acqua, è patrono, oltre che naturalmente dei pompieri, dell'Alta Austria. Il suo culto è particolarmente vivo nella vicina Bassa Baviera. E' anche patrono della città marchigiana di Jesi, dove tutti gli anni, nella prima decade di maggio e in occasione della sua celebrazione liturgica, si tiene il Palio di San Floriano: il Martirologio Romano fissa infatti la data del suo martirio al 4 maggio del 304. |
IL FRANCOBOLLO Emesso dall'Austria il 1° maggio 2005 Yvert 2363 Dentellato 13 ¾ |
IL SANTINO |