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La vicenda biblica di Giacobbe, patriarca venerato da tutte le tre grandi religioni monoteistiche nate in terra di Palestina, ha del romanzesco, come spesso succede con le storie di quello che per le religioni cristiane è il Vecchio Testamento. "Colui che soppianta"... anzi, alla lettera, "colui che tiene il tallone del piede": questa sarebbe l'origine del nome di Giacobbe, che così fu chiamato perché uscì dal ventre della madre stringendo il tallone del gemello Esaù, nato per primo e quindi detentore, secondo gli usi del tempo, del diritto di primogenitura. Diritto di primogenitura che gli fu abilmente sottratto proprio dal fratello Giacobbe, in cambio del proverbiale piatto di lenticchie. Così come gli fu sottratta, sempre da Giacobbe e con l'aiuto della madre Rebecca, la benedizione del padre Isacco, ormai giunto in punto di morte. Per sottrarre Giacobbe al desiderio di vendetta di Esaù la madre lo convinse a recarsi presso la sua famiglia di origine, e fu durante questo viaggio che egli fece un sogno: una scala che da terra si protendeva sino in cielo, con angeli che salivano e scendevano, e nel sogno Dio gli promise la terra sulla quale stava dormendo ed un'immensa discendenza. Giunto nella casa dello zio materno Labano, Giacobbe lavorò per lui sette anni, ottenendo in cambio la promessa di avere in moglie la giovane e bella cugina Rachele, della quale era innamorato, ma arrivati al momento di celebrare il matrimonio lui, che per due volte aveva ingannato il fratello, venne a sua volta ingannato dallo zio, il quale gli fece trovare nel letto nuziale la sorella maggiore Lia, ancora nubile e molto meno avvenente di Rachele. Alle giuste rimostranze di Giacobbe, Labano si offrì di riparare offrendogli in moglie anche Rachele, in cambio di altri sette anni di lavoro. Così Giacobbe restò nella casa dello zio, in una situazione di bigamia tollerata dai costumi dell'epoca, e diviso tra Lia, non amata ma feconda, e Rachele, amata ma sterile. Sempre secondo i costumi dell'epoca, Giacobbe ebbe figli anche da due schiave, fino al giorno in cui, secondo il racconto biblico "Dio si ricordò di Rachele", concedendo anche a lei il privilegio di avere due figli, Giuseppe e Beniamino, da Giacobbe. Ormai padre di undici figli, Giacobbe decise di ritornare alla sua terra di origine per chiedere al fratello Esaù il perdono, e durante questo viaggio ebbe un altro sogno: un angelo di Dio lo affrontò e lottò con lui per tutta la notte; all'alba l'angelo, ormai sconfitto, gli domandò il suo nome e gli disse: "Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e gli uomini e hai vinto". Giacobbe divenne così patriarca ed eroe eponimo del popolo di Israele, e dieci dei suoi figli (con l'esclusione di Giuseppe che i fratelli, gelosi dalla predilezione che Giacobbe aveva per lui, avevano venduto come schiavo al Faraone d'Egitto) furono i capostipiti di dieci delle dodici tribù di Israele. Le rimanenti due furono originate dai figli di Giuseppe, che Giacobbe poté riabbracciare alla fine dell'esilio in Egitto, e del quale adottò i figli Efraim e Manasse. Una storia romanzesca dunque, le cui interpretazioni hanno tuttavia ripercussioni significative anche sulla storia contemporanea, perché la rivendicazione del popolo ebreo sulle terre di Palestina viene giustificata proprio dal significato attribuito ai due sogni di Giacobbe: quello "della scala", rappresentato nel nostro santino, e quello della "lotta con l'angelo", che il nostro francobollo reca in effigie. San Giacobbe è festeggiato dalla Chiesa Cattolica il 24 dicembre, perché il Martirologio Romano fissa in questo giorno, immediatamente antecedente al Natale, la celebrazione di quelli che possono essere considerati come antenati terreni di Cristo, elencati nell'incipit del Vangelo secondo Matteo (Mt 1, 1-17), e definiti come "tutti quei padri che piacquero a Dio e che, trovati giusti, pur senza avere ricevuto le promesse, ma avendole soltanto guardate e salutate da lontano, morirono nella fede". |
IL FRANCOBOLLO Emesso dalla Francia il 2 marzo 1963 Yvert 1376 Dentellato 12½ x 12 |
IL SANTINO |