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Tedesco per etnia e lingua, e discendente da una famiglia di potenti vassalli di antica nobiltà, Brunone di Dagsburg nacque a Egisheim (oggi in territorio francese) il 21 giugno del 1002. Il padre, Ugo IV di Nordgau, era cugino primo di Corrado II di Franconia, che fu imperatore del sacro Romano Impero dal 1027 al 1039, primo imperatore della dinastia salica. Educato a Tull (l’odierna Toul, nella Lorena francese, che all’epoca era un ducato tedesco), fu ordinato sacerdote e divenne in giovane età vescovo della città. In questa veste si distinse per la sua serietà, l’apertura verso i movimenti di riforma della chiesa e l’appoggio ai monaci benedettini della congregazione di Cluny. Fu anche molto attivo nell’appoggiare suo zio Corrado, che proprio in quegli anni divenne imperatore. Di Corrado, Brunone fu consigliere influente, e ancora più forte fu la sua influenza sul figlio Enrico III, succeduto a Corrado dopo la sua morte nel 1039. E Enrico ripagò questo appoggio quando, nell’autunno del 1048, si dovette procedere alla successione di papa Damaso II: Brunone venne scelto come suo successore durante una serie di riunioni che si tennero a Worms, ma prima di accettare pose come condizione che la sua elezione venisse canonicamente proclamata dal clero e dal popolo di Roma. Entrò in Roma a piedi nudi e vestendo gli abiti dei pellegrini nel febbraio del 1049 e, accolto favorevolmente da popolo e prelati, salì al soglio di Pietro col nome di Leone IX. Fu un papa aperto al dialogo e, in un certo senso, precursore dei papi dei nostri giorni, perché viaggiò molto sia nella sua natia Europa settentrionale, sia nel sud dell’Italia. Tenne sinodi e concili a Roma, come era normale, ma anche a Pavia, Reichenau, Reims, Magonza, Vercelli, Siponto, Salerno, Ratisbona, Bamberga e Worms, sempre ponendo particolare attenzione al celibato del clero e alla lotta contro la simonia. Tra alterne vicende e alleanze, fu anche molto attivo nel cercare di riguadagnare e mantenere il controllo della chiesa di Roma sulle regioni dell’Italia del sud, dove si stavano affermando da un lato il controllo politico dei Normanni, e dall’altro l’influenza religiosa dei riti greci e bizantini. Nel corso di queste lotte fu addirittura detenuto dai Normanni a Benevento dal giugno del 1053 al marzo del 1054. Rientrato a Roma duramente provato dalla cattività beneventana, Leone IX cadde ammalato e morì il 19 aprile 1054; in quegli stessi giorni a Costantinopoli i legati che lui stesso, impossibilitato a muoversi da Benevento, aveva inviato alla corte dell’imperatore bizantino Costantino IX tentavano una mediazione con il patriarca Michele Cerulario, ma di fronte all’atteggiamento di sostanziale chiusura di quest’ultimo non trovarono altra soluzione che pronunciare il loro anatema nei confronti del rito bizantino. Da questo anatema, e da quello successivamente scagliato da Michele contro la chiesa di Roma, scaturì lo Scisma d’Oriente, conosciuto anche come Grande Scisma, mai più ricomposto: da allora in poi solo la Chiesa di Roma si definì “cattolica”, mentre quella di Costantinopoli si definì “ortodossa”. Benché ormai morto da qualche mese, Leone IX è dunque passato alla storia come il papa sotto il cui pontificato si consumò il Grande Scisma d’Oriente. |
IL FRANCOBOLLO Emesso dal Vaticano il 26 settembre 2002 nel millenario della nascita Yvert 1278 Dentellato 13 x 13½ |
IL SANTINO |