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SAn martino di tours | ||
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Gli agiografi ritengono che Martino
sia nato a Pannonhalma nel 316 o 317, località denominata Szombathely,
sita nell'odierna Ungheria. Figlio di un ufficiale romano comandante di quell' importante centro della Pannonia Superior, per volontà paterna venne chiamato Martinus in onore di Marte, il dio della guerra. Quando la regione fu colonizzata dall'imperatore Claudio, la Pannonia prese il nome di Colonia Claudia Salaria ed ivi fu proclamato imperatore Settimio Severo. Con la famiglia Martino si trasferì poi a Ticinum (Pavia) e all'età di quindici anni, in quanto figlio di un militare, entrò nella Cavalleria Imperiale ed fu inviato in Gallia. Lasciato l'esercito nel 356, raggiunse a Poitiers il vescovo Ilario (conosciuto alcuni anni prima) che lo consacrò esorcista. Più tardi, recandosi nella natia patria, passò per Milano e, al ritorno, trascorse un periodo di tempo come monaco nell'isola Gallinara di Alberga. Ritornato in Gallia ricevette il sacerdozio ed un anno dopo fondò a Ligugé, presso Poitiers, una comunità d'asceti, considerata il primo monastero databile in Europa). Nel 371 venne eletto vescovo di Tours. Le fondamenta leggendarie di questo santo dalla mantella tagliata, indumento divenuto una sorta di palladio nazionale in Francia; patrono della gente di chiesa, dei soldati, dei cavalieri, dei viaggiatori, degli osti e dei vignaioli vanno ricercate molto lontano. I Celti veneravano un dio cavaliere di cui rimangono tracce nelle tradizioni orali del popolo magiaro. Esso portava una corta mantellina nera e cavalcava un cavallo dello stesso colore. Questo essere nella Pannonia meridionale,- terra celtica per antonomasia e patria di Martino - era considerato il cavaliere dell'Averno, colui che vince gli inferi in sella al suo nero cavallo; l'eroe che trionfa sul "sonno eterno". Era il dio della vegetazione, che superava la morte attraverso se stessa e dunque garante del rinnovamento della natura dopo la "morte invernale". La prova di quest'origine, è nell'iconografia dello stesso santo. Egli, infatti, è spesso accompagnato da un'oca: bipede sacro a quei popoli in quanto simbolo del Messaggero dell'Altro Mondo. Palmipede addomesticato, sacro e intoccabile che, spesso, "accompagnava" i pellegrini nei santuari celtici. Più tardi, in epoca cristiana, la zampa d'oca che si usava dipingere sugli abiti degli artigiani nomadi, era spesso confusa con la conchiglia di san Giacomo . San Martino deceduto l'otto novembre del 397 in Candes (Inde-et-Loire), è venerato come santo dalla Chiesa Cattolica, da quella Ortodossa e da quella Copta nel giorno del suo funerale, avvenuto l'undici novembre a Tours. |
IL FRANCOBOLLO Emesso il 23 dicembre 1932 nella Sarre sotto il mandato della Società delle Nazioni Yvert 150 Dentellato 13 1/2 |
IL SANTINO |