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SAn nicola di bari | ||
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Il santo di questo mese, anche se è quasi universalmente venerato come san Nicola di Bari, almeno nella sua vita terrena con la città pugliese non ha mai avuto niente a che fare. Nacque infatti nell’anno 270 nella regione anatolica della Licia a Pàtara, una fiorente città marittima situata lungo quelle che oggi sono le coste mediterranee della Turchia, e trascorse gran parte della sua vita nella vicina Myra, città nella quale si stabilì dopo un pellegrinaggio giovanile in Palestina, e dove fu prima ordinato sacerdote e poi acclamato vescovo. Pare certo che abbia abbandonato la sua città solo una volta, a causa dell’esilio impostogli da Diocleziano nel 305, mentre le notizie che lo vogliono tra gli oltre 300 partecipanti al Concilio di Nicea del 325, dove avrebbe addirittura preso a schiaffi Ario, sarebbero destituite di fondamento, e probabilmente alimentate a posteriori dalla sua fiera avversione per l’arianesimo. In ogni caso fu per Myra un vescovo lungimirante e amato dalla popolazione, al punto di essere venerato come santo già pochi decenni dopo la morte, avvenuta il 6 dicembre del 343. A tal punto la sua fama di santità e il suo culto si diffusero nel mondo cristiano che diversi secoli dopo, e più esattamente nella primavera del 1087, durante l’assedio di Myra da parte dei musulmani, alcuni marinai baresi che partecipavano alla difesa della città forzarono il suo sarcofago situato nella cattedrale della città e ne asportarono le ossa per sottrarle alla profanazione. Di qui dunque l’associazione del santo alla città di Bari, dove le reliquie furono trasferite, e sepolte nella cripta della basilica appositamente costruita. Una ventina di anni dopo, nel corso della Prima Crociata, alcuni marinai veneziani rinvennero tra i resti della cattedrale di Myra altri frammenti ossei, più piccoli ma complementari a quelli di Bari, e li trasportarono a Venezia, dove sono custoditi nella chiesa di San Nicolò al Lido. Diversi sono i patronati attribuiti a san Nicola, tra cui uno, quello dei bambini, trae origine da una leggenda miracolistica abbastanza cruenta (avrebbe riportato in vita tre bambini che un perfido salumiere aveva, durante una carestia, ucciso e messo in salamoia per poi vendere le loro carni) e a sua volta ha fatto nascere un’altra leggenda, molto meno cruenta anche se sempre legata ai bambini: quella di Babbo Natale. Santa Claus, il nome americano di Babbo Natale, è infatti derivato dall’olandese Sinterklaas, a sua volta contrazione di Sint Niklaas, che nella tradizione olandese (e di molti altri paesi dell’Europa settentrionale e orientale) era solito portare doni ai bambini, di cui è protettore, nella notte tra il 5 e il 6 dicembre. Era raffigurato come un corpulento vescovo vestito, come si addice a un vescovo, di rosso e con una gran barba bianca, esattamente come quella del vero san Nicola. Anche di Amsterdam, come dei bambini e di Bari, san Nicola è il protettore e con i coloni olandesi che fondarono Nieuw Amsterdam, la Nuova Amsterdam, Sinterklaas sbarcò in America. Poi i coloni olandesi vendettero la loro città agli inglesi, che la chiamarono New York, e nell’incredibile melting pot della nuova grande metropoli si intrecciarono miti e riti di vecchie e nuove religioni, ingenuità infantile e avidità commerciale, chiese e supermercati… ed è così che il santo vescovo di Myra è diventato Babbo Natale. |
IL FRANCOBOLLO Emesso dal Vaticano il 14 febbraio 2020 1750° anniversario della nascita Dentellato 13×12¾ Yvert 1843 |
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