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SAnta notburga | ||
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Se una santa può essere definita “contadina”, questa è senza dubbio santa Notburga di Eben. Nacque infatti in una umile famiglia di contadini tirolesi, e condusse una vita in tutto e per tutto simile a quella di tutte le giovanette di famiglia contadina di quel periodo.
Nel piccolo villaggio di Rattenberg, dove la sua famiglia abitava, Notburga passò l’infanzia e l’adolescenza aiutando la madre nelle faccende domestiche, conducendo al pascolo i pochi animali domestici di cui disponevano e dando una mano al padre nei lavori dei campi. Fin da bambina, seguiva assiduamente le funzioni religiose, e la sua devozione era spesso citata ad esempio dalle madri delle sue coetanee. All’età di 18 anni, come spesso succedeva, la giovane Notburga andò a servizio presso una famiglia di nobili che viveva nella rocca sovrastante la città. La sua abilità di cuoca era molto apprezzata dal conte Enrico e da sua moglie Ottilia, i quali acconsentirono al desiderio della ragazza di distribuire gli avanzi del cibo ai poveri, anziché destinarlo ai maiali come era sempre stato fatto fino ad allora. Quando però la contessa morì la figlia, forse gelosa dell’affetto che il padre dimostrava alla serva, le vietò di continuare la sua attività caritativa e la osteggiò al punto di costringerla a cercarsi un altro lavoro. Finì così in una famiglia di agricoltori benestanti della vicina Eben, e anche qui il suo lavoro in casa e nei campi fu molto apprezzato. A Eben Notburga chiese fin dal suo arrivo di non lavorare nel tempo intercorrente tra i Vespri del sabato e il sorger del sole del lunedì, onde poter degnamente santificare il Signore. All’epoca la giovane donna già godeva di una certa fama per la sua devozione e le sue opere di carità, e il fattore inizialmente accettò la sua proposta. Quando però Notburga volle estendere l’astensione dal lavoro domenicale anche agli altri lavoratori, e perfino ai padroni, il capofamiglia si oppose decisamente. Ne nacque uno scontro molto aspro, al culmine del quale Notburga, per dimostrare le sue ragioni, brandì una falce e la scagliò verso il cielo, chiamandolo a testimone della giustezza delle sue pretese. La falce rimase miracolosamente sospesa in aria, ma questo non bastò a convincere l’agricoltore ad aderire alla richiesta di Notburga, la quale fu costretta ad abbandonare la fattoria. L’episodio però le conferì, ancora in vita, un’aura di santità che mosse il conte di Rattenberg a tornare sulle sue precedenti decisioni e, in contrasto con i voleri della figlia, riprenderla a servizio al castello. Qui Notburga visse, sempre assidua nel lavoro, nella preghiera e nelle opere di carità, fino alla morte, che avvenne il 14 settembre del 1313. Per decidere il luogo della sua sepoltura i suoi compaesani, che già la veneravano come santa, decisero di porre il suo corpo su un carro trainato da buoi, e di lasciarli vagare fino a quando si fossero fermati: lo fecero davanti alla cappella di san Ruperto, a poca di distanza da Eben, dopo aver “miracolosamente” attraversato il fiume Inn, e qui Notburga fu sepolta. La cappella divenne da subito luogo meta dei pellegrinaggi dei contadini tirolesi, che erano soliti raccogliere un po’ di terra intorno alla sepoltura di Notburga per poi spargerla sulle loro terre a protezione dalle carestie e dalle malattie di bestie e cristiani; c’era anche l’usanza di inghiottire sue immaginette, grandi quanto un'unghia, per assicurarsi la sua benevolenza. Col tempo il suo culto si diffuse anche in Baviera, Austria ed Istria, e la piccola chiesa di Eben, venne ingrandita a più riprese: nel 1516 fu abbellita per diretto interessamento dell'imperatore Massimiliano d'Asburgo. Nel 1718 poi le reliquie furono ricomposte, dorate e spostate sotto l'altare maggiore, dove riposano tuttora. Nel 1862, infine, Pio IX autorizzò ufficialmente il suo culto. Venerata come modello della gioventù rurale, santa Notburga è invocata come patrona delle domestiche, dei contadini e delle loro figlie; la sua festa si celebra il 14 settembre.
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IL FRANCOBOLLO Emesso dall'Austria Yvert 2581 |
IL SANTINO |