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SAnt'Olav
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Santa Pazienza




Benché alcuni storici moderni arrivino addirittura a contestare la sua appartenenza alla dinastia dei Bellachioma, ritenendola frutto di una ricostruzione tardiva risalente al XII secolo, Olav II Haraldsson (noto ai suoi contemporanei come il Coraggioso, e conosciuto oggi come Olav il Santo) fu senz'altro il primo dei re di Norvegia a stabilire un regno duraturo e i cui confini non fossero limitati a quelli di uno staterello in perenne lotta con i suoi altrettanto piccoli e precari confinanti.

In realtà la genealogia della dinastia Bellachioma affonda le sue radici nelle complicate vicende storiche che negli ultimi tre secoli del primo millennio videro intrecciarsi i destini dei popoli anglosassoni della Northumbria e di altre regioni confinanti, come Bernicia e Deira, con quelli delle tribù vichinghe provenienti dalla sponda opposta del mare del Nord. E se si pensa che Harald I ebbe 23 figli da 7 mogli diverse, ecco che mettere ordine nell'albero genealogico dei primi re di Norvegia diventa impresa da far tremare le vene dei polsi anche agli storici più agguerriti.

Comunque sia, se Harald I il Chiaro, detto anche Bellachioma, è riconosciuto dagli storici come primo re di Norvegia principalmente a causa della sua visione politica unitaria, a Olav II spetta senz'altro il merito di avere portato a compimento quanto iniziato dal suo, come abbiamo detto contestato, antenato; non a caso gode del titolo di Rex Perpetuus Norvegiae.

Olav nacque nel 995, nell'anno cioè in cui assumeva il potere il suo predecessore Olav I Tryggvason, e per avere un'idea della situazione in cui versava all'epoca la Norvegia, basti pensare che il padre di Olav I, Tryggve Olafson, nipote del Bellachioma, trovò la morte per mano di Harald Pellegrigia, a sua volta figlio di Erik il Sanguinario, figlio e primo successore del Bellachioma stesso.

A educare cristianamente Olav, cosa tutt'altro che scontata nella Scandinavia dell'epoca, fu la madre Åsta Gudbrandsdatter, a sua volta pare battezzata proprio da Olav I, che si era avvicinato al cristianesimo dopo aver conosciuto durante l'esilio a Kiev san Vladimiro, per poi convertirsi definitivamente durante un soggiorno in Inghilterra.

Dopo essere stato battezzato nel 1010, Olav trascorse diversi anni in Inghilterra, combattendo contro i Danesi di re Sweyn il Barbaforcuta, che nel frattempo aveva sottomesso la Britannia e parte della Norvegia. Fece ritorno in Norvegia nel 1015, e dopo essersi assicurato l'appoggio di cinque dei coreggenti della regione ed aver sconfitto in battaglia Sveinn Hákonarson, erede nominale della corona, si autoproclamò re della Norvegia liberata dai Dani.

Durante il suo regno lottò con i suoi vassalli del sud del paese, che costituivano una minaccia per l'integrità dello stato, conquistò le isole Orcadi strappandole ai danesi, e concluse la pace con Olof I di Svezia. Si adoperò inoltre per imporre il cristianesimo come religione di stato, distinguendosi per l'aiuto e l'appoggio forniti ai missionari nella loro attività di evangelizzazione della popolazione.

Generalmente raffigurato in armi, ed in molte rappresentazioni della sua morte dipinto con le tre ferite (al ginocchio, al collo ed al petto) che, secondo la tradizione, gli sarebbero state inflitte durante la battaglia da suoi tre nemici Thorir, Kalv e Harek, Olav II morì il 29 luglio del 1030 nella battaglia di Stiklestad contro la cosiddetta "Armata dei Contadini", formata da alcuni nobili suoi avversari legati a Canuto I d'Inghilterra, figlio del Barbaforcuta.

Il ritorno al potere della dinastia danese (anche se in realtà Canuto seppe in seguito stabilire buoni rapporti con la Chiesa) era vissuto nell'immediato come una minaccia per la religione, e fu proprio questa la ragione che spinse Grimkell, vescovo di Nidaros a proclamare Olav santo e martire appena un anno dopo la sua morte. La canonizzazione fu confermata nel 1164 da papa Alessandro III; nel frattempo sul luogo della sua sepoltura, sempre a Nidaros (l'odierna Trondheim) era stata edificata una cattedrale che con i suoi 63° di latitudine è la più vicina al polo Nord mai costruita.

 

IL FRANCOBOLLO



Emesso dalla Norvegia
il 1° aprile 1930
nel nono centenario
della morte

Yvert 147
Dentellatura 14½ x 13½


IL SANTINO