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SAnt'uberto | ||
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La leggenda presenta Uberto come discendente da una nobile famiglia; nipote di una certa Oda, sposa di un duca di Aquitania. Un'altro racconto, tardivo, ci racconta che fu padre di Floriberto, divenuto vescovo dopo di lui. Non c'è nulla di vero in tutto ciò mentre è storicamente documentato che egli fu discepolo di san Lamberto e suo successore immediato come vescovo di Tongres-Maastricht. Si tramanda, pure, che negli ultimi mesi di vita, mentre era intento a pescare, sia stato ferito ad una mano da un amo maldestramente manovrato da un servo. Soffrì per parecchi mesi a causa di questa ferita e nel corso di una notte udì una voce celeste che gli annunciava la sua prossima morte. Nel dare subito le sua ultime disposizioni ordinò che la sua tomba fosse scavata nella Chiesa di San Pietro a Liegi. La sera stessa, sentendosi venir meno, raggiunse Tervueren (nei pressi di Bruxelles) dove, vinto dalle sofferenze, dovette fermarsi. Visse ancora sei giorni e spirò all'alba del 30 maggio 727, il suo corpo fu subito trasportato a Liegi e, inumato secondo le sue volontà. Il 3 novembre del 743 Floriberto, che gli era succeduto come vescovo di quella località, portò le sue reliquie dinanzi all'altare. Le spoglie del santo non furono destinate a rimanere nel luogo perché nell'anno 825 il vescovo Walcaud decise, su richiesta dell'abbazia di Andage (Ardenne), di trasferirvi il corpo che era stato inumato a Liegi. In quegli anni si svilupparono numerose leggende. Nella più nota il santo vescovo viene trasformato in un giovane cacciatore perché in quel cenobio venivano allevati dei particolari cani da caccia che poi presero il suo nome. Festeggiato per antica tradizione il 30 maggio, viene invocato contro la collera e la rabbia dei cani ed è patrono delle guardie forestali. |
IL FRANCOBOLLO
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