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La festa di san Valentino ha a Torino
un significato tutto particolare che risale al tempo dei druidi. La tradizione dice che era organizzata in onore dei giovani e che nel corso di essa ogni ragazzo o ragazza sceglieva un partner scrivendone il nome su un "foglietto" che veniva collocato in un vaso. Per gli antichi Galli era credenza che tra il 12 e il 14 febbraio avvenisse l'accoppiamento degli uccelli. Durante questo periodo particolari cerimonie erano celebrate in una zona boscosa presso il fiume Po (l'attuale parco del Valentino) e in una selva che esisteva all'incirca ove ora sorge il ponte della "Giaconera" sul torrente Dora di Borgone, in Valle di Susa. A questi riti partecipavano i giovani e le giovanette in età adatta al matrimonio. Nell'antico idioma le parole "valet, vales e valez" significavano giovane uomo non sposato in età puberale. Le reliquie di un santo, martire giovinetto del '200, sono conservate dal 1700 in una teca di cristallo nella chiesa di San Vito, sulla collina prospicente al parco del Valentino. Qui furono trasferite in seguito alla distruzione di una chiesetta ivi esistente. L'uso di chiamare i giovani in età da matrimonio Valentino o Valentina, a seconda del sesso, rimase in tutta l'Europa. Presso i Greci, gli Italici ed i Romani il 15 febbraio si tenevano festeggiamenti in onore del dio Pan, Fauno e Luperco. Questi festeggiamenti erano legati alla purificazione dei campi e ai riti della fecondità. Divenuti col tempo troppo orridi e licenziosi, furono proibiti da Augusto e poi soppressi da Gelasio nel 494. La Chiesa cristianizzò quel rito pagano dedicando questo giorno alla commemorazione di san Valentino, primo vescovo di Terni, autore di numerosi miracoli, che si guadagnò l'appellativo di Santo protettore degli innamorati o "santo dell'amore" quando celebrò il matrimonio fra il legionario romano Sabino e Serapia, una giovane cristiana. San Valentino venne ucciso il 14 febbraio 273 d.C. per ordine del prefetto romano Placido Furio, durante le persecuzioni ordinate dall'imperatore Aurelio. La sua colpa fu quella di aver sostituito con un sacramento religioso cristiano l'antico rito pagano della festa della fertilità. Da questa vicenda sorsero alcune leggende: la più interessante è quella che vuole il santo martire amante delle rose, che regalava alle coppie di fidanzati per augurare loro un'unione felice come quella dei fidanzatini di Peynet. |
IL FRANCOBOLLO Emesso dalla Francia il 4 novembre 2000 Dentellato 13 1/4 x 13 Yvert 3359 |
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