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SAn vincenzo ferrer | ||
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Nato a Valencia nel 1350, Vicent Ferrer occupò fin da giovane un posto di rilievo alla corte dei re di Aragona, ai quali la sua famiglia era strettamente legata. Entrato molto presto nell'ordine dei Domenicani, studiò dapprima a Barcellona e poi presso le principali scuole di teologia europee, mantenendo sempre stretti legami con l'ambiente delle corte aragonese dove suo fratello Bonifaci, anch'egli monaco, ma certosino, aveva già un ruolo come consigliere. Fu proprio alla corte aragonese che entrò in contatto con il legato pontificio cardinale Pero de Luna, futuro braccio destro di Clemente VII, l'antipapa avignonese dello Scisma d'Occidente, al quale addirittura succederà nel 1394 col nome di Benedetto XIII. Normale dunque che Vincenzo, avvezzo a trattare con sovrani e alti prelati, fornisse tutto il suo appoggio alla causa del papa avignonese, del quale fu addirittura confessore, anche se rifiutò sempre la nomina a cardinale. Nel 1412 quando il re Martino I di Aragona morì senza lasciare eredi, Vicent Ferrer fu tra i giudici incaricati di stabilire la successione al trono. Fu Ferdinando I, sostenuto da Ferrer che ovviamente agiva per conto di papa Benedetto XII, a spuntarla. Inopinatamente però, solo tre anni dopo, il nuovo re di Aragona scelse di negare obbedienza al papa avignonese per schierarsi con quello romano, e fu proprio Vincenzo ad annunciarlo pubblicamente. Dopo tale fatto però Vincenzo decise di ritirarsi definitivamente dalla scena delle corti reali e pontificie, rinunciando a partecipare, benché sollecitato e nonostante il suo fino a quel momento costante impegno a ricomporre lo scisma, al Concilio di Magonza. Da questo momento diventò per lui preponderante l'attività di predicatore, già intrapresa con successo diversi anni prima. Predicò per tutta Europa, ma in particolare nella penisola iberica, ottenendo, grazie alla sua abilità oratoria, al tono apocalittico dei suoi sermoni e alla fama di taumaturgo, numerose conversioni di pubblici peccatori e anche di musulmani ed ebrei. I suoi sermoni vedevano sempre un grande afflusso di fedeli, tra cui gruppi di fanatici flagellanti che lo seguivano ovunque e che gli causarono diversi attriti con le autorità ecclesiastiche. Le sue prediche si facevano intanto sempre più apocalittiche, tanto che arrivò ad autodefinirsi "l'angelo dell'Apocalisse", dedicando l'ultima parte della sua vita alla battaglia contro l'Anticristo, che basandosi su calcoli da lui stesso fatti, era nato nel 1402. L'iconografia lo rappresenta spesso proprio con gli attributi tipici della sua attvità di predicatore apocalittico: le ali d'angelo, un libro nella mano sinistra, la fiamma sulla fronte, il dito levato verso il cielo e talvolta, più esplicitamente come nel nostro santino, con il versetto "Timete Deum et date illi honorem quia venit hora judici eius" (Temete Dio e dategli onore poiché è giunta l'ora del suo giudizio). Morì a Vannes, in Bretagna, il 5 aprile del 1419, quando ormai lo Scisma d'Occidente che lo aveva visto tra i protagonisti, era definitivamente ricomposto. Canonizzato da Callisto III, il 3 giugno 1455, il suo culto è ancor oggi assai diffuso in tutto il mondo, in particolare nelle zone che hanno avuto contatti con l'Ordine Domenicano o con gli Spagnoli. Tra queste vi è anche l'Italia, in particolare le regioni meridionali, dove spesso è considerato quasi come un santo italiano: con il nome di san Vincenzo Ferreri è infatti oggetto di celebrazioni popolari a Gesualdo, in provincia di Avellino, e a Napoli, nel popolare quartiere Sanità. |
IL FRANCOBOLLO Emesso dalla Spagna il 20 dicembre 1955 nel 5° centenario della canonizzazine Yvert 876 Dentellato 13 |
IL SANTINO |