(Opera - Milano). I francobolli entrano in carcere. Fino al 10 dicembre la Casa di reclusione di Opera ospita la mostra filatelica: “Oltre le dure sbarre nel variopinto giardino filatelico con le ali leggere della poesia”.
Quattro le aree espositive. In apertura la corposa raccolta – articolata in trecento e passa fogli – attraverso la quale i reclusi che formano il Gruppo filatelico attivo all’interno del carcere (Matteo Nicolò Boe, Vito Baglio, Antonio Albanese, Nicola Mocerino, Diego Rosmini, Luigi Di Martino, Carmelo Latino e Marcello D’Agata), “raccontano” mediante una serie di variopinti francobolli di tutto il mondo diciotto poesie che presentano come filo conduttore la ruralità. Un omaggio, sicuramente originale, a “Expo 2015”.
A seguire una “breve e modesta raccolta di francobolli inerenti la religione cattolica”. Due le sezioni che formano questa collezione: la prima concernente le emissioni vaticane del Pontificato di Giovanni XIII, in maniera ordinata ed esauriente; la seconda, al contrario, rappresenta un insieme informale e fortuito che racconta vicende, aspetti e oggetti sparsi qua e là nel tempo. Pure questo lavoro è stato realizzata nell’ambito del Progetto filatelica nelle carceri promosso dai ministeri della Giustizia, dello Sviluppo economico, da Poste Italiane, dalla Federazione fra le società filateliche italiane e dall’Unione stampa filatelica italica italiana. Un’iniziativa che secondo Pietro La Bruna, responsabile di Filatelia di Poste Italiane, consente di “dar voce ai detenuti, senza trascurare il loro processo di riabilitazione e reinserimento nella società civile”.
Le due collezioni sono state realizzate utilizzando dentelli postali ed altro materiale postale messi generosamente a disposizione da alcuni donatori.
Nell’occasione in carcere sono momentaneamente tornate anche una serie di cartoline postali, molte delle quali sottoposte a censura, scambiate tra reclusi, avvocati e congiunti. L’importante documentazione, proposta da Flavio Pini, prende le mosse con una cartolina nella quale un carcerato scrive al fratello “piangendo con le lacrime agli con occhi”. Accanto a cartoline con testi fitti fitti, messaggi più laconici e fondamentalmente essenziali, come quello di L.A. che si rivolge al suo avvocato semplicemente salutandolo e richiedendo al tempo stesso notizie.
Fino al 1975, ricorda lo studioso postale Flavio Pini, i “detenuti non potevano inviare o ricevere missive senza che prima fossero lette vistate dall’autorità preposta, il direttore o un suo delegato, che aveva un autonomo potere di sequestro e di censura.
Molti e diversi i timbri e i ‘segni’ che indicano l’avvenuto controllo che, nella maggio parte dei casi, sia pur non facendo specifico richiamo alla censura, ne attestano comunque il passaggio attraverso un ‘sistema’ di verifica e di controllo”.
Ottantatrè i luoghi di reclusione presi in considerazioni con i documenti suddivisi tra posta dei detenuti, carceri militarti, riformatori e manicomi giudiziari.
In chiusura la collezione collettiva promossa dal Centro italiano di filatelia tematica e coordinata da Marco Occhipinti che tratta della sostenibilità nei vari campi. Dal clima al cibo. L’iniziativa ha visto impegnati, con altrettanti elaborati, dodici collezionisti.
Un apposito spazio della mostra, alla cui realizzazione ha contribuito il Circolo filatelico di Rho, è riservato al francobollo “Filatelia nelle carceri”, uscito il 23 ottobre nel quadro della Giornata della filatelia. L’illustrazione della carta valore postale propone un’illustrazione realizzata da un recluso, Matteo Nicolò Boe, per ingentilire la collezione poetico-rurale. Manca, di conseguenza, qualsiasi riferimento al mondo carcerario, per solito caratterizzato da pesanti e oppressive sbarre o volatili di vario genere. Un volatile, a dire il vero c’è, è la delicata upupa col caratteristico ciuffo erettile, che dal muricciuolo annuncia il mutare delle stagioni. Della natura e della vita. Un richiamo, assieme ai restanti elementi che formano l’immagine, alla libertà perduta.
Il giorno 4 dicembre è prevista una visita alla Mostra.
I lettori de “il postalista” sono tutti invitati.
Occorre comunicare a Danilo Bogoni (danilo.bogoni@gmail.com) nome, cognome, luogo e data di nascita dei partecipanti; se si intende portare la macchina fotografica o una cinepresa va comunicato per la necessaria autorizzazione. Occorre comunicare: nome, cognome, luogo e data di nascita.
disegno di Matteo Nicolò Boe dalla collezione "sulle poesie rurali"