Dal cardinale Angelo Scola, in visita alla Casa di reclusione di Opera dove ha inaugurato la mostra “Vangelo filatelico” e celebrato l’Eucaristia, l’invio a “ripensare in profondità” la questione dell’ergastolo ostativo. “Questo ergastolo – ha proseguito l’arcivescovo di Milano – non può essere una ‘tomba anticipata’ “Già conoscevo – ha proseguito il porporato - la questione, e vedendo questa sorta di scultura (autori della quale sono Alfonso Agnello e Orazio Paolello, n.d.r.) in cui è stato identificato il carcere ostativo con una tomba, non può non venire in mente a tutti noi che una scelta di questo genere è troppo schiacciante l’uomo e quindi diventa schiacciante per la società. Condannare oggi un uomo al carcere perpetuo non è una cosa buona per né per lui, né per i suoi cari e neppure per la società”. Dopo aver raccolto il convinto, caloroso applauso dei reclusi, l’arcivescovo ha soggiunto: “se camminiamo insieme, se restiamo uniti possiamo realmente far procedere la nostra civiltà e cultura”. Ancora: “quello che fate qui sta costruendo società nuova. Sentitevi attori sociali e non solo personali. Dovete vivere e l’uomo vive solo nel presente. Fate la mattina un segno di croce, che porta in sé il segno perfetto della Trinità, e la sera recitate un’Ave Maria: Ricordatevi della Madonna – Myriam più o essere pregata anche dai nostri fratelli musulmani che la venerano – perché è una madre che ci porta suo Figlio”.
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Il direttore della Casa di reclusione Giacinto Siciliano, apre l’incontro “Visitiamo i carcerati” (foto Laura Secci) |
Dopo aver visitato, accompagnato dal direttore del carcere, Giacinto Siciliano e dal recluso Matteo Nicolò Boe in veste di cicerone la collezione “Visitare i carcerati” e i vari elaborati realizzati da “Scintille prigionieri”, il cardinale Scola ha ammesso: “Oggi è nato, in me, un atteggiamento di gioia e di speranza vedendo quale espressione creativa avete realizzato con questa esposizione filatelica, con i vostri commenti, i disegni, la bella dedica al Papa. Ciò che qui si sta facendo rompe le sbarre di ferro, perché è vero che l’uomo comunica con il corpo, ma la sua capacità di spostamento è legata allo Spirito che permette di entrare in relazione con chi è lontano nello spazio e nel tempo”. Di qui il ringraziamento ai reclusi: “In questo che è un periodo inevitabile di espiazione, se ovviamente giusta e proporzionata, avete trovato la strada di investire questo tempo e non di subirlo, vivendolo come un presente che cambia e converte la vostra vita fin da ora. Così, come testimoniano i vostri lavori che speriamo ricevano sempre di più fisionomia e non siano solo un palliativo, il momento della prova diventa di edificazione”.
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Il cardinale Angelo Scola, assieme al direttore Giacinto Siciliano e al recluso Matteo Boe, commenta alcune pagine della collezione “Vangelo filatelico” (foto Laura Secci). |
L’arcivescovo si è anche rivolo alle Istituzioni religiose e alla stessa Chiesa: “Insistiamo perché comprendano, in profondità, l’importanza della modalità con cui attraversate questo tempo e la favoriscano in tutti i modi cosicché il vostro lavoro sia oggettivamente tale. Questa è certamente la strada per un riconoscimento della colpa, per l’attraversamento della pena e per quel reinserimento a cui agognate e del quale la società civile ha bisogno”.
Con uno sguardo al passato Scola non ha avuto difficoltà ad affermare che “da questo punto di vista, nei miei venticinque anni di Episcopato, ho visto un cambiamento buono. Abbiamo tanti problemi in un’Europa che rischia la chiusura, ma ci sono anche segni di edificazione civile e, per alcuni di voi, ecclesiale”.
Portando il saluto del Papa, che aveva incontro poche ore prima, informandolo della visita al Carcere di Opera e alla mostra filatelica “Visitare i carcerati” l’arcivescovo ha annunciato l’imminente visita a Milano – forse a primavera – di papa Francesco, soggiungendo che non mancherà di far visita a una Casa di reclusione.
Prima dell’inaugurazione la collezione “Vangelo filatelico”, realizzata con francobolli donati al Santo Padre e da questi fatti pervenire ad Opera tramite l’arcivescovo Konrad Krajewski, è sta presentata nel corso di un incontro, aperto dal direttore Giacinto Siciliano a parere del quale “il carcere può diventare in prospettiva una risorsa per la nostra società e per la nostra civiltà”. Hanno portato il loro contributo e le loro testimonianze il giornalista Domenico Quirico Mauro Olivieri, direttore dell’Ufficio filatelico della Città del Vaticano che con Poste Italiane ha promosso l’evento “Visitare i carcerati”. Orietta Rossi, autrice del francobollo vaticano “Visitare i carcerati” che: “Quando siamo sospinti all’incontro con l’alto, per esempio facendo vista ai carcerati, non solo agiamo per pura umanità ma facciamo un atto di attenzione verso l’altro”.
Accolta con una autentica standing ovation l’ispettrice Maria Visientini, ha illustrato l’iniziativa della cartolina, affrancata col francobollo vaticano obliterato con l’annullo speciale disegnato (come quello italiano) da Matto Boe, attraverso la quale raccogliere fondi per le popolazioni terremotate dell’Italia Centrale.
Marco Ventura ha mostrato i singoli passaggi che hanno portato alla nascita del francobollo vaticano dedicato a Massimiliano Kolbe, l’educatore Paolo Pizzuto ha spiegato le ragioni che lo indussero a scegliere, per l’attuazione del Progetto filatelia nelle carceri, l’alta sicurezza. La collezione è stata direttamente descritta dagli autori (Matteo Nicolò Boe, Vito Baglio e Diego Rosmini), mentre la cartolina di Poste Italiane è stata illustrata dal suo autore: Gaetano Puzzangaro. Il saluto del ministero dello Sviluppo economico è stato portato da Angelo Di Stasi.
Chiusura di Luisa Todini, presidente di Poste Italiane, secondo la quale “la filatelia può contribuire ad accompagnare i detenuti in un percorso di riflessione e arricchimento culturale, che rappresenta un elemento prezioso nel cammino verso il reinserimento nella società. Collezionare francobolli dedicati ai personaggi e agli eventi che hanno segnato il nostro passato e il nostro presente – ha dichiarato Luisa Todini - aiuta a guardare con più fiducia al futuro e ad alimentare quella speranza che – come ha detto una volta Papa Francesco rivolgendosi proprio ai detenuti – costituisce la vera misura del tempo”.
Essere concretamente vicini a chi vive una situazione, anche temporanea, di disagio, oltre che costituire un atto di civiltà e di fiducia nel prossimo, è nel dna di Poste, che da oltre 150 anni rappresenta per tutti i cittadini e le famiglie italiane un costante punto di riferimento in termini di persone, luoghi e valori”.
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Il Cardinale Angelo Scola, accompagnato da Matteo Nicolò Boe e da Luisa Todini, Presidente di Poste Italiane, in visita alla mostra “Vangelo Filatelico” (foto Stefano Mariga) |